“La Cina, Durban e l’economia verde”

da www.lacinarossa.net

 

zhenhuaNon si è parlato molto del vertice di Durban (Sud Africa) all’interno del mondo occidentale, e non certo per caso: infatti la Cina è emersa come protagonista in positivo, gli Stati Uniti invece in senso negativo assieme al suo stretto alleato canadese.

 

Anche gli osservatori di matrice filo-capitalistica sono stati costretti a riconoscere che la Cina è diventata “il maggiore produttore mondiale di fotovoltaico e il leader Xie Zhenhua, vice presidente della National Development e Riform Commission cinese, capo negoziatore a Durban, si è perciò presentato a Durban offrendo un quadro della situazione molto dinamico. La Cina ha migliorato la sua efficienza energetica del 19% dal 2005 (riducendo le emissioni di 1,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica) e ha programmato un’ulteriore miglioramento del 40-45 per cento entro il 2020. Investirà 250 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per lo sviluppo di un economia a bassa intensità di carbonio. Produrrà un milione di auto elettriche entro il 2015.

 

Ma non solo. Rispetto a Durban, l’“accordo vincolante per ridurre subito le emissioni serra non uscirà da Durban, ma un buon obiettivo è ancora possibile”, spiega il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “La Cina si è dichiarata disponibile a un’intesa per un taglio obbligatorio dei gas serra dopo il 2020. Ma prima di quella data si può creare un asse tra Pechino e l’Europa capace di trascinare anche Brasile, Sudafrica, Messico, Australia e Nuova Zelanda”.[1]

 

Anche se una parte importante della sinistra antagonista occidentale non ne ha preso ancora atto, il vertice di Durban ha mostrato con chiarezza che la Cina (prevalentemente) socialista si è posta ormai da tempo all’avanguardia dell’“economia verde”, un “fatto testardo” (Lenin) di cui ha invece preso atto persino l’iperborghese Il Sole 24 Ore. In un articolo online del dicembre 2011, il quotidiano della Confindustria ha ammesso che: “A vivacizzare i colloqui, ci ha pensato ieri la delegazione cinese guidata da Xie Zhenhua… La Cina, ha detto, è pronta ad assumere impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni-serra a partire dal 2020. Il fatto che la Repubblica Popolare sia sempre stata esclusa dagli obblighi del Protocollo di Kyoto, ha puntualmente offerto il pretesto agli americani – tanto all’amministrazione Bush, che a quella Obama – per non accettare obblighi a loro volta”.[2]

 

NOTE

 

[1] “Durban: Stati Uniti…”, in www.bioecologic.com, 9 dicembre 2011

[2] “Pechino apre a intesa sul clima”, in www.ilsole24ore.com