Petrocelli “Io filocinese. Vorrei i 5 Stelle di Conte vicini alle idee di Grillo”

bandiere campi personeun’interessante intervista al Senatore Petrocelli (M5S), anche di questo parleremo  sabato 19

di Concetto Vecchio

da la repubblica 17 giugno 2021

ROMA — Senatore Vito Petrocelli, presidente M5S della Commissione esteri, l’intervento filocinese sul blog di Grillo impegna i Cinquestelle?

«No, direi di no. Il blog non è da tempo più l’organo del Movimento».


Lei può essere definito filocinese?

«Posso essere definito in tanti modi, anche filocinese».

Ha fatto un tweet per dire che “l’Italia dev’essere il miglior riferimento per Cina e Russia. Non il contrario”. Cosa intendeva dire?

«A differenza di altri non devo ogni volta ribadire la mia fede filoatlantica, ma penso che proprio all’interno del campo occidentale l’Italia debba essere il miglior riferimento per Russia, Cina e Iran».

Non è una contraddizione?

«No, in piena guerra fredda la Fiat costruì lo stabilimento in Unione sovietica, a Togliattigrad. Era una contraddizione?».

Ma i Cinquestelle stanno con Draghi, filoatlantico, o con i cinesi?

«L’Italia deve fare tutto il possibile per mantenere un dialogo con questi Paesi. Draghi ha detto che con la Cina il governo si muoverà lungo tre linee, ma io aggiungerei anche le relazioni commerciali e culturali».

Siete gli unici filocinesi in maggioranza.

«Che io sappia nessuno del M5S ha fatto gli auguri per il centenario della fondazione al Partito comunista cinese. Qualcuno del Pd invece l’ha fatto. Ecco, ne approfitto per farli anch’io».

Per il G7 la Cina è il nuovo avversario delle democrazie avanzate.

«La trovo una posizione quasi da guerra fredda. In Cina nessuno contesta che noi siamo una democrazia, mentre trovo poco corretto che noi mettiamo in discussione un modello di stampo socialista, che viene accettato da un miliardo di persone».

La Cina è contestata per la minaccia che rappresenta ai nostri valori e alla nostra economia.

«Non penso affatto che la Cina rappresenti una minaccia per i nostri valori morali e commerciali: durante la pandemia ha importato prodotti italiani come mai prima d’ora. “Chiedete agli imprenditori se sono contenti”, ha detto Di Maio».

Draghi le sembra freddo sulla Via della Seta?

«Mi sarei meravigliato del contrario. Invece ho mantenuto la stessa posizione che avevo quando venne firmato l’accordo durante il Conte 1. È una grande opportunità per il nostro Paese e per l’Europa».

E sui diritti? Sulla persecuzione della minoranza uigura è un negazionista?

«Ho sottoscritto il rapporto che mette in discussione la persecuzione. Sono per ricostruire il dialogo, su una questione così delicata, che va affrontata senza faziosità».

Non crede alla persecuzione?

«No, non credo che si possa parlare di genocidio, come non credo che vengano sterilizzate milioni di donne. Non c’è alcuna pulizia etnica.

Mi piacerebbe portare una delegazione parlamentare nello Xinjiang, di modo che ciascuno possa giudicare con i propri occhi».

Perché Grillo è andato all’ambasciata cinese?

«Non ne ho la più pallida idea. E sono il filocinese del Movimento».

Di Maio ha fatto sapere a Draghi che quella del blog di Grillo è una posizione personale, non politica

«È politica invece, ma non è la posizione del M5S».

Si riconosce nella posizione del blog?

«Sì, spero che la posizione del M5S maturi attraverso il dialogo nel nuovo Movimento guidato da Giuseppe Conte».

E quindi si colloca nella minoranza?

«Sì, ma ho votato per il governo Draghi e so rispettare la volontà della maggioranza».