“L’economia di mercato e la Via Socialista”

marx figureDiscorso tenuto alla “Terza conferenza internazionale sull’opera di Carlo Marx e le sfide del XXI° secolo”, 2005

Duan Zhongquiao
School of Philosophy
Renmin University of China

Traduzione di Marco Vicini

La relazione tra economia di mercato e socialismo è divenuta un punto centrale nella discussione tra marxisti in tutto il mondo dopo il collasso del sistema socialista nell’Unione Sovietica. Questo articolo, basato sul materialismo storico di Marx, cerca di chiarire due questioni: perché i paesi socialisti come la Cina devono sviluppare l’economia di mercato, e perché i paesi capitalisti sviluppati come gli Stati Uniti non possono avvicinarsi al socialismo attraverso l’economia di mercato.

1. Marx riguardo alla relazione tra economia di mercato e Socialismo.

Cos’è l’economia di mercato?

Nell’opera di Marx, il mercato rappresenta la sfera della circolazione di merci. Dal momento che l’economia delle merci si compone della produzione e della circolazione di merci, il mercato è un elemento interno dell’economia delle merci. Quindi l’economia di mercato non è altro che un’altra versione dell’economia delle merci vista dalla prospettiva della loro circolazione.

L’economia delle merci è un modo di produzione opposto all’economia naturale. L’economia naturale è un modo di produzione che produce prevalentemente valore d’uso, e l’economia delle merci è un modo di produzione che produce prevalentemente valore di scambio. Poiché dal punto di vista di Marx “la produzione delle merci, ad un certo grado di sviluppo, è in quanto tale una produzione di merci di tipo capitalistico.”(Capitale, II, Penguin Books, 1978, p190), di norma egli definisce l’economia delle merci come modo di produzione capitalistico, e di contro definisce l’economia naturale modo di produzione pre-capitalistico.

Il socialismo è la fase inferiore della società comunista,nella quale l’economia delle merci non esisterà. Tutta la produzione sociale non sarà più regolata spontaneamente dai mercati, ma procederà in modo pianificato. Il modo di produzione socialista può anche essere definito economia pianificata, in contrasto con l’anarchia dell’economia capitalista.

Le relazioni tra economia di mercato e socialismo sono principalmente incarnate da due aspetti:

Per prima cosa,il pieno sviluppo dell’economia di mercato è essenziale per la realizzazione del socialismo. Dal punto di vista del materialismo storico, lo sviluppo della società umana è un processo di successive sostituzioni, dalla società pre-capitalista a quella capitalista, a quella comunista. Corrispondentemente, l’evoluzione delle formazioni economiche si mostra come un processo di successive sostituzioni, dall’economia naturale all’economia delle merci, fino all’economia pianificata. Così una società socialista non può essere fondata sulle basi di un’economia naturale pre-capitalistica, ma solo su un’economia delle merci capitalistica pienamente sviluppata.

In secondo luogo, una società socialista può essere fondata soltanto sull’abolizione dell’economia di mercato. L’economia pianificata come caratteristica principale del modo di produzione socialista non è compatibile con l’economia di mercato. La base di un’economia pianificata è la proprietà pubblica, ma un’economia di mercato è collegata a diverse forme di proprietà privata. Un’economia pianificata significa che la totalità della produzione sociale è controllata dalla pianificazione cosciente degli uomini, ma un’economia di mercato si basa sul fatto che il complesso della produzione sociale sia spontaneamente realizzato da ogni impresa sulla base della legge del valore.

2. Perché paesi socialisti come la Cina devono sviluppare l’economia di mercato?

Marx immaginava che una rivoluzione socialista avrebbe potuto avere luogo e avere successo prima di tutto nei paesi capitalisti nei quali l’economia di mercato avesse già raggiunto il pieno sviluppo. Nella realtà il movimento socialista, però, si sviluppo in modo differente dalle sue previsioni. I paesi che per primi affermarono di aver realizzato il socialismo erano paesi in cui l’economia delle merci era ancora ad un grado arretrato di sviluppo e l’economia naturale occupava una larga quota dell’economia nazionale. Tutti questi paesi provarono a implementare i loro sistemi economici alla luce dell’economia pianificata approssimativamente descritta da Marx. Come realizzarono questo obiettivo? Prima di tutto trasformando le imprese capitalistiche preesistenti basate sull’economia delle merci in imprese di proprietà dello stato; poi trasformando l’economia individuale basata sull’economia naturale in economia collettiva con mezzi coercitivi; infine instaurando un’economia pianificata sulla base di queste due differenti tipologie di economia pubblica. 

Perché i paesi socialisti giunsero a sviluppare un’economia di mercato dopo aver portato avanti un’economia pianificata per diversi anni? La ragione fondamentale è che la composizione dell’economia naturale in questi stati non poteva essere trasformata direttamente nell’economia pianificata descritta da Marx. L’evoluzione delle formazioni economiche è un processo storico naturale, che non può essere realizzato attraverso misure coercitive. L’economia naturale può soltanto trasformarsi prima in un’economia delle merci, per poi svilupparsi in un’economia pianificata.

E’ evidente che l’instaurazione di un’economia pianificata in paesi socialisti ha in gran parte saltato lo stadio del pieno sviluppo dell’economia delle merci. Dal momento che l’economia pianificata è stata introdotta in questo modo, non può che ostacolare l’ulteriore sviluppo delle forze produttive e non può sopravvivere a lungo. 

La trasformazione in paesi socialisti ha un importante significato per la realizzazione della società socialista immaginata da Marx. Solo attraverso questa trasformazione i paesi socialisti possono trasformare la composizione dell’economia naturale in economia dei beni, e creare le condizioni per realizzare l’economia pianificata immaginata da Marx. Un’economia di mercato non è superiore a un’economia pianificata, ma è superiore ad un’economia naturale. Dal momento che i paesi socialisti non possono realizzare una trasformazione diretta da un’economia naturale a un’economia pianificata, l’economia di mercato rappresenta l’unico passaggio tra l’economia naturale e l’economia pianificata descritta da Marx. Così questa trasformazione non pone i paesi socialisti in una posizione più distante rispetto al socialismo descritto da Marx, ma permette ad essi di avvicinarvisi.

Dal momento che l’esistenza dell’economia di mercato implica l’esistenza dell’economia capitalista, esiste ovviamente la possibilità che la transizione da un’economia pianificata a un’economia di mercato in pesi socialisti dia luogo ad una transizione al capitalismo. Ma ciò non è inevitabile. Per evitare ciò, è necessario continuare ad adottare la pianificazione nell’economia di proprietà statale. L’economia di stato nei paesi socialisti era il frutto della trasformazione dell’economia delle merci di tipo capitalistico e ottenne un rapido sviluppo attraverso il sistema dell’economia pianificata. Essa non necessita di regredire all’economia di mercato, poiché ha già raggiunto lo stadio di pieno sviluppo dell’economia delle merci e possiede le condizioni necessarie a realizzare un’economia pianificata.

Sviluppare l’economia di mercato presuppone l’esistenza di molteplici settori dell’economia. Significa che la trasformazione della precedente economia pianificata in un’economia di mercato è uno dei due tipi di economia pubblica, per esempio l’economia statale e l’economia collettiva in diversi settori dell’economia. Per raggiungere questo obiettivo, i paesi socialisti devono soltanto abolire l’economia pianificata nell’ambito dell’economia collettiva. Dal momento che l’economia collettiva è il frutto di un ordine coercitivo, si disintegrerà rapidamente per trasformarsi in economia individuale, economia capitalistica o vera economia collettiva indipendente non appena sarà libera dal controllo dell’economia pianificata. In questo modo, continuare a portare avanti l’economia pianificata per quanto riguarda l’economia di proprietà statale non limiterà l’emergere di molteplici settori dell’economia.

Nel porsi a loro volta nel contesto dell’economia di mercato, le attività dell’economia di proprietà statale sono certamente limitati dalla legge del valore, e dovranno necessariamente porre il profitto come obiettivo prioritario. L’economia di proprietà statale è in grado di continuare a sviluppare un’economia pianificata nel contesto di un’economia di mercato? Qui si tratta di enfatizzare il fatto che l’economia di proprietà statale entra in questa economia di mercato nel suo complesso e in modo coordinato, non ciascuna impresa per proprio conto. Anche se l’economia di proprietà statale è parte di un’economia di mercato unificata, ciò non limita la possibilità di portare avanti un’economia pianificata tra le imprese che di essa fanno parte. Ciò spinge ogni impresa a produrre sulla base di un piano unificato, il che significa che ciascuna impresa non può determinare autonomamente la propria produzione sulla base della legge del valore.

Certamente l’economia pianificata portata avanti dall’economia di proprietà statale sarà condizionata dall’economia di mercato complessiva, di conseguenza non si tratta dell’economia pianificata descritta da Marx, ma ne possiede alcune delle caratteristiche di base.

L’esistenza e lo sviluppo dell’economia di proprietà statale in paesi socialisti sono resi possibili soltanto dalla pianificazione economica, poiché si tratta di un’economia di proprietà statale basata su una produzione socializzata su larga scala. Se i paesi socialisti abbandonano il perseguimento di un’economia pianificata nell’ambito dell’economia di proprietà pubblica e spingono ogni impresa statale sul mercato durante la trasformazione dalla precedente economia pianificata all’economia di mercato, l’economia di proprietà statale si trasformerà inevitabilmente in economia capitalistica.

L’economia di proprietà statale è la forza cosciente attraverso cui muovere verso il socialismo descritto da Marx.

L’economia individuale non è in grado né è interessata muovere in modo diretto verso il socialismo. L’economia capitalista non può muoversi spontaneamente in direzione del socialismo, e anzi certamente vi si oppone. Solo se l’economia di proprietà statale occupa un ruolo di guida nel complesso dell’economia di mercato, i paesi socialisti hanno la possibilità di confermare l’orientamento socialista complessivo della società nel suo complesso, per poi trasformare i settori dell’economia capitalista, nel momento in cui avranno perso la loro ragion d’essere, in economia socialista.

3. Perché i paesi sviluppati come gli Stati Uniti non possono muovere verso il socialismo attraverso l’economia di mercato

Il collasso del socialismo in Unione Sovietica e nell’est europeo a portato alcuni studiosi di sinistra in occidente a credere che i paesi capitalisti come gli Usa possano muovere verso il socialismo soltanto attraverso l’economia di mercato(e per questo motivo vengono definiti “socialisti di mercato”). Non sono d’accordo con loro.

Qual è la causa fondamentale che ha condotto al fallimento del socialismo in Unione Sovietica? I socialisti di mercato ritengono che si tratti della pratica dell’economia pianificata centralmente. Da ciò deducono l’ulteriore conclusione che il socialismo di mercato “sia l’unica forma di socialismo che sia, in questo stadio dello sviluppo umano, al contempo praticabile e desiderabile. Le forme di socialismo non di mercato sono economicamente inefficienti o normativamente indesiderabili, spesso entrambe le cose insieme” (David Schweickart, Market Socialism – The Debate among Socialists, Routledge, 1998, p.10)

E’ indubbiamente vero che il fallimento del socialismo in Unione Sovietica e nell’est europeo fu strettamente collegato alla loro economia pianficata centralmente. Il centro della questione però non risiede in questo fatto, che viene enfatizzato dai “socialisti di mercato”, si tratta dunque di capire se la loro proposizione può essere dedotta da esso. Attraverso un’analisi accurata scopriremo che la loro proposizione è, sul piano logico, assolutamente ingiustificabile.

Prima di tutto, l’economia pianificata centralmente che veniva praticata in Unione Sovietica e nei paesi dell’est europeo non era quella immaginata da Marx, di conseguenza il fallimento della prima non può in alcun modo dimostrare che la seconda sia destinata a fallire allo stesso modo. Marx ha enfatizzato diverse volte il fatto che il presupposto dell’implementazione di un’economia pianificata è il pieno sviluppo dell’economia di mercato. Questo presupposto era soddisfatto in Unione Sovietica quando fu implementata la sua economia pianificata? Ovviamente no. Dal momento che l’economia pianificata che veniva praticata in Unione Sovietica era totalmente differente da quella proposta da Marx, è del tutto ingiustificabile unirle insieme e utilizzare il fallimento della prima per implicare l’inevitabilità del fallimento di quest’ultima.

In secondo luogo, il livello delle forze produttive dell’Unione Sovietica e dell’est europeo era differente da quello dei paesi capitalisti sviluppati, di conseguenza il fatto che questa non abbia potuto implementare l’economia pianificata proposta da Marx non implica che i paesi capitalisti sviluppati non possano farlo.

Il livello di sviluppo delle forze produttive in Unione Sovietica era relativamente basso quando implementarono la loro economia pianificata. Ciò che era compatibile con il livello delle forze produttive dell’epoca non era l’economia pianificata, ma in effetti era l’economia di mercato. Il grado di sviluppo delle forze produttive di paesi capitalisti sviluppati è ovviamente più elevato di quello che caratterizzava l’Unione Sovietica e l’est europeo. 

Nei paesi capitalisti sviluppati, l’economia di mercato ha raggiunto il suo pieno sviluppo ed è divenuta una zavorra che frena l’ulteriore sviluppo delle forze produttive. Ciò si manifesta, da un lato, in problemi economici e sociali di ogni genere in quei paesi, quali la distribuzione diseguale della ricchezza, la disoccupazione, le crisi economiche, l’inquinamento dell’ambiente, tutti elementi strettamente collegati all’esistenza dell’economia di mercato, e dall’altro lato nello sviluppo di alcuni elementi economici non di mercato o solo parzialmente di mercato, oppure di elementi sociali come l’azionariato pubblico, l’intervento governativo nell’economia, vari progetti di stato sociale e via discorrendo. Ciò significa che questi paesi possiedono in gran parte i prerequisiti per la realizzazione dell’economia pianificata proposta da Marx. Di conseguenza, per loro, la questione di come realizzare il socialismo non riguarda la prosecuzione dello sviluppo dell’economia di mercato, ma la sua abolizione e l’implementazione di un’economia pianificata, passo dopo passo.”