La situazione internazionale e la diplomazia cinese nel 2011

Quotidiano del Popolo, 21 dicembre 2011 | Traduzione e note di Diego Angelo Bertozzi per Marx21.it

 

Intervista esclusiva con il Ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi

 

yan-w300Nota introduttiva

 

La traduzione che qui presentiamo dell’intervista a Yang Jiechi, ministro degli Esteri cinese, rappresenta una valutazione generale dell’azione diplomatica cinese svolta durante il 2011. Anno che si è concluso all’insegna del rinnovato ritorno degli Usa nell’Asia orientale in nome di una politica di containment [1] nei confronti dell’ascesa cinese. Le argomentazioni del ministro non si discostano dalle tradizionali posizioni della politica estera cinese post-maoista. Sono infatti ribadite le tematiche del rifiuto dell’egemonia, del rispetto della sovranità nazionale e delle vie di sviluppo scelte dai vari Stati, del multilateralismo e della riforma in senso democratico delle maggiori istituzioni internazionali. Accanto alla rappresentazione di sé come “paese in via di sviluppo”, emerge però chiaramente la visione di una Cina che ha preso coscienza delle sue aumentate responsabilità globali e si propone, quindi, come grande potenza. Il ministro, in linea con diversi editoriali usciti ultimamente sulla stampa cinese, ribadisce la volontà cinese di evitare un nuovo clima da “Guerra fredda” [2] con gli Stati Uniti che potrebbe interrompere l’avanzamento economico e sociale della nazione. Questo non impedisce il fermo rigetto di ogni tentativo di ingerenza negli affari interni, in special modo riguardo al Tibet e ai rapporti con Taiwan.


Alcune note al testo sono state aggiunte per rendere maggiormente comprensibili alcuni punti dell’intervista, per rinviare ad articoli o approfondimenti già pubblicati su Marx21 e per introdurre sinteticamente sviluppi più recenti.

 


 

Sviluppo stabile delle relazioni con le altre potenze del mondo; mantenimento e continuità della politica diplomatica cinese di buon vicinato e di partenariato, e facendo tutti gli sforzi possibili per assicurare e preservare la situazione generale delle regioni vicine caratterizzata dalla stabilità e dallo sviluppo; consolidamento, rafforzamento e sviluppo delle tradizionali relazioni di amicizia con gli altri paesi in via di sviluppo; sviluppo in profondità della diplomazia multilaterale.

 

Giornalista: A vostro avviso, la situazione internazionale ha conosciuto nuovi e importanti cambiamenti nel 2011?

 

Yang Jiechi: In verità, il 2011 è stato un anno nel corso del quale la situazione internazionale ha conosciuto cambiamenti estremamente profondi, sensibili e complessi. Benché nel suo complesso abbia conservato un’apparenza di pace e stabilità, tuttavia, ha vissuto successivamente e senza sosta eventi importanti, preoccupazioni e problemi urgenti che hanno prodotto immancabilmente una influenza profonda e durevole, che hanno fatto sì che l’agitazione, l’instabilità e l’incertezza hanno costituito degli avvenimenti caratterizzanti l’attualità e che le relazioni internazionali e l’ordine internazionale sono stato obbligati ad accelerare il loro riaggiustamento e il loro cambiamento. Il rapporto tra le forze internazionali tende e si orienta sempre più verso un equilibrio relativo. La rivalità della potenza globale di Stato diventa di giorno in giorno più violenta. I mercati emergenti e i paesi in via di sviluppo continuano il proprio processo di risalita generale, mentre i paesi emergenti, rappresentati dai cinque paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che sono in forte crescita e il cui peso nell’economia mondiale aumenta senza tregua, sviluppano in profondità la loro cooperazione così che ogni giorno di più diventano una forza importante in grado di agire e influenzare lo sviluppo della situazione internazionale. Quanto al G20 è diventato una piattaforma che gioca un ruolo fondamentale nella direzione e nella trattazione degli affari economici del mondo intero. Per quanto riguarda le istituzioni finanziarie internazionali, esse hannp ottenuto alcuni progressi e alcuni successi nella riforma del controllo finanziario.

 

I profondi effetti della crisi finanziaria internazionale si fanno sentire sempre più, il riequilibrio dell’economia mondiale lascia a desiderare e sembra che la crisi, invece di affievolirsi, al contrario aumenti. In alcuni paesi la crisi del debito sovrano si intensifica, si aggrava e guadagna in ampiezza, mentre la maggior parte delle entità economiche principali vede una crescita in rallentamento e i paesi con mercati emergenti devono fare fronte a una situazione fastidiosa con la domanda esterna in calo e con l’inflazione interna che si aggrava. Di fronte a questa situazione, fanno ovunque apparizione tutte le forme di protezionismo. Per questo è di cruciale importanza riformare e migliorare urgentemente il meccanismo di governo dell’economia mondiale.

 

Per quanto riguarda le regioni dell’Asia occidentale e l’Africa settentrionale, esse sono state preda dell’agitazione, del disordine e della discordia, mentre il rapporto delle forze regionali si equilibra senza tregua, mentre alcune si indeboliscono, altre si rafforzano. Riguardo a questi paesi si è assistito nelle loro relazioni a fenomeni di separazione, divisione, disgregazione, disunione o riorganizzazione. Di conseguenza la situazione regionale è entrata in un periodo di instabilità in cui agitazione e riforma si mischiano e sono mischiate. Problemi scottanti e spinosi, tra i quali quello della Palestina e di Israele, quello del nucleare iraniano e quello dell’Afghanistan si susseguono senza tregua, attirando l’attenzione del mondo intero e scuotono e ribaltano nuovamente la situazione regionale, quanto quella internazionale. D’altra parte dei problemi di sicurezza non tradizionali, quali quelli delle risorse energetiche, della sicurezza di Internet e le catastrofi naturali, diventano sempre più frequenti e incalzano bruscamente. Così, per il problema della sicurezza, il suo carattere di sopravvenienza dell’imprevisto, di propagazione, di trasmissione e di contaminazione, così come di coordinamento e interazione si intensifica e si rinforza con tutta evidenza.

 

Per quanto riguarda la regione dell’Asia Pacifico, la sua posizione nella struttura internazionale si accentua e si rafforza di più, e questa è la ragione per la quale tutte le parti interessante si rivitalizzano per aumentare il loro investimenti in essa, così che le relazioni tra i paesi della regione sono poste di fronte ad un riaggiustamento profondo. Oggi la regione Asia Pacifico costituisce la regione del mondo più attiva, più dinamica e che presenta un forte potenziale di sviluppo. Benché al momento esistano tra alcuni paesi della regione delle dispute o delle contestazioni in relazione alla sovranità territoriale e ai diritti e interessi marittimi, la linea di sviluppo principale della regione è stata sempre quella dell’aspirazione alla pace, alla stabilità, allo sviluppo e alla cooperazione.

 

Giornalista: Cosa ha fatto quest’anno la diplomazia cinese per dissipare e smorzare i rischi venuti dall’esterno e per mettersi al servizio dello sviluppo e della stabilità interna del paese?

 

Yang Jiechi: Il nuovo secolo costituisce una nuova fase per il nostro lavoro diplomatico il quale occupa un posto sempre più importante e gioca un ruolo sempre più attivo nella situazione globale delle attività del Partito e dello Stato. Perciò è importante per esso fare sforzi per servire meglio gli interessi per l’insieme del paese che necessita il rafforzamento e lo sviluppo delle riforme così come la continuità della stabilità per assicurare e preservare al meglio la sovranità, la sicurezza e lo sviluppo dello Stato cinese e per salvaguardare le importanti opportunità strategiche che permettono lo sviluppo sano e duraturo del nostro paese. Di fronte alla complessa situazione internazionale, sotto la giusta direzione del Comitato Centrale del Partito e del Consiglio degli Affari di Stato, noi abbiamo considerato come linea principale da seguire per tutto l’anno del lavoro diplomatico quella di fare del nostro meglio per metterci al servizio della buona riuscita del dodicesimo Piano quinquennale. Per questo abbiamo spinto più in avanti e su tutti i piani le disposizioni d’insieme del lavoro diplomatico, abbiamo preso misure appropriate e adeguate per fare fronte ad ogni tipo di problemi e disordini caotici che sono emersi nella situazione internazionale, abbiamo effettuato in maniera attiva e positiva operazioni di guida per orientare la riforma del sistema internazionale e abbiamo contribuito con tutti i nostri sforzi alla creazione una buona situazione internazionale favorevole alla realizzazione in Cina di una società di media agiatezza.

 

I dipartimenti e le ragioni interessate hanno unito i loro sforzi per dissipare ed eliminare lo choc sul nostro paese della crisi finanziaria internazionale e della crisi del debito. Abbiamo rafforzato il coordinamento della nostra politica macroeconomica con quella degli altri paesi del Mondo, abbiamo sostenuto la comunità internazionale apportando il nostro aiuto ad alcuni paesi perché potessero fare fronte alla difficoltà della crisi finanziaria e abbiamo contribuito in maniera attiva e positiva alla riforma del sistema economico e finanziario internazionale. Noi ci opponiamo fermamente ed energicamente ad ogni sorta di protezionismo e abbiamo preso disposizioni in modo da trattare in maniera adeguata le frizioni economiche e commerciali. Abbiamo applicato coscienziosamente le misure di “entrata” e di “uscita” che ci hanno permesso di raggiungere nuovo progressi nella cooperazione in vista della realizzazione di grandi e importanti progetti di sfruttamento delle risorse energetiche e della costruzione di infrastrutture nella regione euroasiatica, in Medio Oriente e in America Latina. Operando in relazione al nostro sviluppo, noi abbiamo portato più avanti e approfondito la nostra strategia di apertura all’esterno con lo scopo di ottenere vantaggi reciproci e creare una situazione di doppio vincitore. Per questo noi abbiamo proceduto all’allargamento delle importazioni così da fornire a tutte le parti interessate un enorme e considerevole spazio di mercato così come opportunità di creazioni di posti di lavoro.

 

Noi raddoppiamo la vigilanza nei confronti di ogni tipo di forze nemiche anti-cinesi e abbiamo preso tutte le misure preventive per opporci alle loro attività di infiltrazione e di sabotaggio e abbiamo agito di concerto con le autorità competenti per preservare la stabilità sociale e politica all’interno del paese. Noi ci opponiamo con fermezza ed energia alle azioni di alcuni paesi che utilizzano i problemi di Taiwan e del Tibet per ingerirsi nei nostri affari interni; posizione che ci ha permesso di difendere e proteggere efficacemente la nostra sovranità territoriale e la nostra sicurezza nazionale.

 

Giornalista: Potreste darci un quadro della situazione di sviluppo delle relazioni tra il nostro paese e le parti interessate?

 

Yang Jiechi: Dopo l’inizio di quest’anno, il presidente Hu Jintao, il presidente dell’Assemblea Popolare Nazionale Wu Bangguo, il Primo Ministro Wen Jiabao, il Presidente della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese Jia Qinglin, così come gli altri dirigenti del paese hanno partecipato o assistito a diverse attività diplomatiche importanti e questa diplomazia ai vertici così come gli scambi ai più alti livelli, fruttuosi e di una evidente efficacia, hanno dato un impulso alle relazioni di cooperazione amichevole in tutti gli ambiti tra il nostro paese e i paesi stranieri.

 

Per quanto riguarda le relazioni della Cina e le altre potenze mondiali, esse si sviluppano in maniera stabile e continua. La riuscita della visita del presidente Hu Jintao negli Stati Uniti ha permesso alla due parti di pervenire ad una perfetta identità di vedute in relazione allo stabilimento di relazioni di cooperazione e partenariato basate sul mutuo rispetto, sui mutui vantaggi e sulla situazione del “doppio vincitore”. Quanto a noi, abbiamo fatto del nostro meglio per applicare affettivamente e coscienziosamente le identiche vedute dei due capi di Stato, per dare un impulso agli scambi bilaterali e alla cooperazione bilaterale in tutti i campi, per spingere la parte americana ad impiegare dei mezzi cooperativi e ad intavolare discussioni su un piede di parità per trattare e risolvere con giudizio i litigi e le differenze che esistono nei campi economico e commerciale dei due paesi; questo ha permesso di preservare e mantenere la stabilità delle relazioni sino-americane nel loro insieme. Ma, allo stesso tempo, noi ci opponiamo fermamente alle azioni sbagliate degli Stati Uniti che continuano a vendere armi offensive a Taiwan. Per quanto riguarda le relazioni sino-russe, gli scambi di alto livello sono sempre frequenti e le due parti hanno deciso di elevare le loro relazioni bilaterali a livello di relazioni di cooperazione e partenariato globale strategico, caratterizzate dall’uguaglianza e dalla fiducia, il mutuo sostegno, la comune prosperità così come da una amicizia eterna che sarà trasmessa di generazione in generazione. Per questo è stato deciso di mettere a punto un programma di sviluppo delle relazioni bilaterali per il prossimo decennio. Quanto alle relazioni sino-europee si sono esse stessi sviluppate in maniera stabile e durevole e la cooperazione pragmatica bilaterale così come gli scambi umani hanno raggiunto un nuovo livello. Per quanto riguarda il Giappone, noi l’abbiamo sostenuto efficacemente nella sua lotta contro il terremoto e per portare soccorsi e assistenza alle vittime, così come nei suoi sforzi per la ricostruzione del dopo terremoto; questo ha fatto progredire le relazioni sino-giapponesi.

 

Noi portiamo avanti la nostra politica di buon vicinato e di partenariato e consacriamo tutti i nostri sforzi per preservare una situazione generale caratterizzata dalla stabilità e dallo sviluppo delle regioni vicine. Malgrado gli effetti nefasti della crisi finanziaria internazionale, noi abbiamo fatto dei grandi sforzi per estendere e allargare la nostra cooperazione di reciproco vantaggio con i vicini, così da far diventare la Cina il più importante partner commerciale per la maggior parte dei suoi vicini così come il più importante e il più grande sbocco per un numero crescente di paesi. Così gli interessi comuni della Cina e dei suoi vicini si approfondiscono giorno dopo giorno. Avanziamo a passo sicuro per contribuire al successo del processo della Cooperazione regionale dei 10+1 e dei 10+3, della Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, del Forum di Cooperazione dell’Asia Pacifico e del Summit dell’Asia orientale e per promuovere lo sviluppo comune dei paesi di questa regione. Noi abbiamo avviato discussioni efficaci con i paesi dell’ASEAN e siamo pervenuti con essi ad una identità di vedute in relazione all’applicazione della “Dichiarazione di condotta di tutte le parti interessate del Mar della Cina Meridionale” ed è stato stabilito per questa un Fondi di cooperazione marittima Cina-Asean.

 

Abbiamo fatto immensi sforzi per consolidare e sviluppare la tradizionale amicizia con i paesi in via di sviluppo. I dirigenti cinesi hanno effettuato molteplici visite in un gran numero di paesi e regioni dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, così da rinforzare la fiducia politica tra la Cina e questi paesi, dare un impulso alla cooperazione e agli scambi con essi in diversi settori e consolidare maggiormente il nuovo tipo di relazioni di partenariato strategico tra la Cina e l’Africa e approfondire continuamente la cooperazione economica e commerciale tra il nostro paese e i paesi dell’America Latina [3]. Abbiamo organizzato con successo a Sanya [4], nella Cina Meridionale, il terzo incontro tra i dirigenti dei Cinque paesi del BRICS, rafforzando e approfondendo così la cooperazione e il coordinamento tra di essi.

 

Abbiamo proceduto in profondità allo sviluppo della nostra diplomazia multilaterale. I nostri dirigenti hanno approfittato degli incontri multilaterali per esporre e spiegare in maniera minuziosa e approfondita la nostra politica interna e quella estera, per coordinare e cooperare con tutti i paesi interessati per far fronte alle sfide di carattere internazionale e procedere attivamente alla riforma dei meccanismi di governo dell’economia mondiale. Parallelamente abbiano portato avanti i nostri sforzi per persuadere le parti antagoniste a fare la pace e ad intavolare discussioni in vista di una soluzione a problemi scottanti, tra i quali quelli del nucleare nord-coreano e a quello iraniano. La Cina ha inoltre giocato un ruolo costruttivo per preservare la stabilità regionale.

 

Giornalista: Potete esporci le nuove misure prese quest’anno nel campo diplomatico?

 

Yang Jiechi: Di fronte alla nuova situazione che ci si presenta, la diplomazia pubblica e finalizzata alla persona umana costituisce per la nostra diplomazia un nuovo e importante campo da esplorare e sfruttare. Abbiamo applicato a fondo lo spirito della Sesta Sessione plenaria del Congresso del Partito comunista cinese [5] e abbiamo proceduto in modo attivo e positivo all’applicazione della diplomazia pubblica e umana, contribuendo anche agli scambi umani tra la Cina e l’estero. Abbiamo approfittato del 90° anniversario della fondazione del PCC, del Centenario della Rivoluzione del 1911, della pubblicazione del Libro bianco “Lo sviluppo pacifico della Cina” [6] e di altre importanti attività per spiegare e far conoscere al mondo la determinazione e la sincerità della Cina nell’impegno per una via di sviluppo pacifico e per mostrare la prospettiva di un avvenire radioso dello sviluppo con caratteristiche cinesi. [7] […]

 

Giornalista: Volete delineare la diplomazia cinese del prossimo anno?

 

Yang Jiechi: Il 2012 sarà l’anno nel corso del quale si aprirà il XVIII Congresso del Partito Comunista cinese e il XII Piano quinquennale entrerà nella fase di applicazione generale. Quanto ai cambiamenti di equilibrio delle forze internazionali, alle trasformazioni e al riaggiustamento della struttura internazionale così come al rodaggio e all’interazione delle relazioni internazionali, tutto questo si svilupperà in profondità, perché la situazione economica mondiale resterà grave, seria e complessa e le ripercussioni di certi problemi urgenti della situazione internazionale permarranno e continueranno a esistere fatto instabili e non prevedibili. Quanto alla posizione che occupa la Cina nel Mondo e al ruolo che giocherà, saranno presi in considerazioni le sfide e i rischi ai quali deve fare fronte e che si accresceranno. In breve, lo sviluppo del nostro paese si trova nella importante fase delle opportunità strategiche. Per questo è per noi importante riunirci sotto la direzione del Comitato centrale del PCC che ha a capo il presidente Hu Jintao, al fine di aumentare la consapevolezza delle opportunità, delle prove e dei rischi, affrontare ogni opportunità e promuovere i diversi progetti del lavoro diplomatico per portarlo ad un livello superiore.

 

Per noi è di grande importanza rafforzare la fiducia reciproca con le principali potenze mondiali, estendere e allargare la cooperazione con queste, affrontare con giudizio eventuali dispute e le differenza che esistono tra le parti e dare un impulso ad uno sviluppo stabile delle relazioni bilaterali. È ugualmente importante per noi mantenere relazioni di buon vicinato, di amicizia e di partenariato, elevare il livello di cooperazione con i vicini e consolidare il sostegno strategico del buon vicinato. Bisogna inoltre stringere ulteriormente i legami e gli scambi di alto livello con i paesi in via di sviluppo, utilizzare ampiamente il meccanismo dei forum di operazione tra il nostro paese e i paesi africani e arabi, al fine di portare ad un livello superiore l’unità e la cooperazione tra il nostro paese e gli altri paesi in via di sviluppo. Bisogna mettere a frutto la diplomazia basata sui summit per far giocare al nostro paese il suo ruolo di grande paese responsabile sulla scena della diplomazia multilaterale. Dobbiamo portare avanti la partecipazione alla cooperazione internazionale per far fronte alla crisi internazionale e per promuovere la cooperazione tra il nostro paese e gli altri sul piano finanziario, economico, commerciale e degli investimenti.

 

Quanto alla diplomazia pubblica e umana, essa deve seguire diverse vie, utilizzando tutte le diverse forme e stabilendo diversi livelli in modo da migliorare ancora la nostra immagine di paese cordiale, affettuoso e disponibile, tanto da rafforzare la sua forza nobilitante e morale. Noi dobbiamo proseguire senza interruzione la nostra marcia in avanti nella via dello sviluppo pacifico, applicare con fermezza la strategia di apertura all’esterno fondata sui vantaggi reciproci e sul “doppio vincitore”, preservare la pace mondiale, promuovere la sviluppo comune e creare un ambiente esterno favorevole alla convocazione del XVIII congresso del PCC e alla applicazione del XII piano quinquennale.

 

NOTE

 

1 Si veda a questo proposito quanto dichiarato da Lin Zhiyuan, un esperto del Dipartimento di Ricerca Mondiale Militare dell’Accademia delle Scienze Militari: “La strategia americana complessiva verso la Cina sta dando uguale priorità alla cooperazione e alla prevenzione, ma intensificando il “riequilibrio della sicurezza” nei confronti della Cina, prendendo misure globali per contenerla, e istigando i suoi alleati a contribuire attivamente a frenare la Cina”. […] “Alcuni pensatori della Marina degli Stati Uniti sono molto interessati alla teoria “Heartland” del geografo inglese Halford Mackinder. Mackinder ha detto: “Chi governa l’Est Europa comanda l’Heartland; chi governa l’Heartland comanda l’Isola Mondo (Eurasia)“. What is behind US ‘Return-to-Asia’ strategy?, Quotidiano del Popolo, 27 dicembre 2011.

 

2 A titolo esemplificativo si veda la traduzione di Francesco Rozza dell’articolo “Potrà scoppiare una nuova guerra fredda?” apparso sul Quotidiano del Popolo e ora in Marx21.it (sezione Internazionale).

 

3 In questo senso va, ad esempio, il prestito cinese di 300 milioni di dollari alla Bolivia per finanziare l’acquisto di quest’ultimo di prodotti industriali cinesi (gasdotti, macchinari e perforatori di gas, elicotteri per la protezione civile), concluso a fine dicembre. Secondo Shen Zhiliang, ambasciatore cinese in Bolivia “La Cina e Bolivia hanno raggiunto un consenso importante di lungo termine della cooperazione bilaterale e deciso di rafforzare la loro amicizia in vari campi“.

 

4 In occasione di questa riunione, avvenuta il 14 aprile 2011, Brasile, Russia, India, e Sudafrica hanno affermato, in relazione agli avvenimenti in Libia e in Siria, il principio “che l’uso della forza deve essere evitato” in nome del rispetto dell’integrità, dell’indipendenza e dell’unità territoriale di ogni nazione. Il documento finale è in piena linea con la visione cinese della relazioni internazionali nel rispetto dei Cinque principi della coesistenza pacifica. Si veda, a titolo di esempio, quanto enunciato nel paragrafo 7: “Condividiamo l’opinione che il mondo sta vivendo cambiamenti di vasta portata, complessi e profondi, segnati dal rafforzamento della multipolarità, dalla globalizzazione economica e dalla crescente interdipendenza. Di fronte ad un contesto globale in evoluzione e ad una moltitudine di minacce e alle sfide globali, la comunità internazionale dovrebbe unire gli sforzi per rafforzare la cooperazione per lo sviluppo comune. Sulla base di norme universalmente riconosciute del diritto internazionale e in uno spirito di rispetto reciproco e in un processo decisionale collettivo, dovrebbe essere rafforzata la governance economica globale, deve essere promossa la democrazia nelle relazioni internazionali, e deve essere rafforzata la voce dei paesi emergenti e in via di sviluppo negli affari internazionali”.
Per la dichiarazione finale si veda http://english.peopledaily.com.cn/90001/90776/90883/7351063.html.

 

5 La sessione si è svolta a Pechino nel settembre-ottobre del 2011 con al centro la discussione sulla riforma dello sviluppo culturale del paese come snodo fondamentale per lo sviluppo economico del paese.

 

6 Sul Libro bianco si veda l’articolo di D. A. Bertozzi “La Cina e il rifiuto dell’egemonia” pubblicato su Marx21.it, sezione dedicata alla Cina.

 

7 In un recente editoriale apparso sul Quotidiano del Popolo, Ye Xiaowen ha ribadito che “il socialismo in Cina non si configura come avversario implacabile del mondo occidentale stile Guerra Fredda, ma è si adatta alle tendenze di sviluppo economico, integra il sistema di mercato mondiale e promuove la sua modernizzazione del processo di globalizzazione”. Common interests prevent ‘Cold War’ between China and US, Quotidiano del Popolo, 26 dicembre 2011.