dopo l’articolo di Chen Qingqing pubblichiamo un secondo intervento sulla Legge per la Sicurezza Nazionale, che ha il merito di comparare questa legge con quella (Internal Security Act – ISA) applicata nelle ex colonie britanniche (Malesia e Singapore)
di Kong Qingjiang
traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
L’adozione da parte del Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo della legge della Repubblica popolare cinese sulla salvaguardia della sicurezza nazionale nella regione amministrativa speciale di Hong Kong (legge sulla sicurezza nazionale), ha acceso un grande dibattito sull’impatto che essa avrà sulle libertà di cui godono i residenti.
La legge è stata promulgata per salvaguardare la sicurezza nazionale per prevenire, sopprimere e punire i reati di secessione, sovversione, organizzazione e perpetrazione di attività terroristiche e la collusione con un paese straniero o con elementi esterni per mettere in pericolo la sicurezza nazionale in relazione a Hong Kong.
L’intenzione per quanto riguarda il suo effetto, tra l’altro, è di scoraggiare qualsiasi atto o attività che metta in pericolo la sicurezza nazionale, come è stato dimostrato dalla decisione del leader Joshua Wong e di molti altri di abbandonare il gruppo pro-secessionista Demosisto.
A questo proposito, tuttavia, l’effetto deterrente della legge sui potenziali separatisti, sovversivi e terroristi e sui collusi con forze straniere, così come l’atmosfera severa che può derivare dal quadro normativo per la soppressione e l’imposizione di sanzioni per tali reati, non dovrebbe in alcun modo essere considerata come una soppressione della libertà dei normali residenti di Hong Kong.
Le autorità preposte all’applicazione della legge sono invece tenute a rispettare i diritti umani, salvaguardando al tempo stesso la sicurezza nazionale di Hong Kong e a proteggere pienamente i diritti e le libertà sanciti dalla Legge fondamentale e dalle convenzioni internazionali sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali.
Con o senza questa legge i diritti dei residenti di Hong Kong in materia di libertà di parola, di stampa, di associazione, di riunione, di corteo e di manifestazione non sono toccati.
Inoltre la legge richiede il rispetto del principio dello stato di diritto in tutte le attività di prevenzione, repressione e punizione dei reati che mettono in pericolo la sicurezza nazionale.
Il principio consolidato dello stato di diritto significa che nessuno può essere condannato e punito per un atto che non costituisce un reato ai sensi della legge e che una persona è presunta innocente fino alla condanna da parte di un organo giudiziario competente.
Lo spirito dello stato di diritto si ritrova anche nella disposizione secondo cui la legge non è retroattiva. Anche se gruppi come Demosisto hanno gravemente danneggiato la stabilità di Hong Kong e la sicurezza nazionale commettendo atti e attività illegali come descritto nella legge, essi non possono essere perseguiti per i loro atti malfamati commessi prima della data di entrata in vigore della legge.
Un confronto tra questa legge e qualcosa di simile, come l’Internal Security Act (ISA) adottato nelle ex colonie britanniche della Malesia e di Singapore, dimostra che la legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong è rispettosa dello stato di diritto.
Sebbene sia questa legge che l’ISA siano state promulgate allo scopo di salvaguardare la sicurezza nazionale nelle rispettive giurisdizioni, la netta differenza fra le due leggi è evidente.
In base alla legislazione di Hong Kong, le forze dell’ordine sono autorizzate a intraprendere azioni contro atti e attività accuratamente descritti dalla legge. Mentre l’ISA specifica che un organo governativo appositamente designato può intraprendere azioni rapide con una sola ordinanza del tribunale contro qualsiasi cosa considerata una minaccia alla sicurezza nazionale.
Anche in questo caso, in base all’ISA, le forze dell’ordine hanno la facoltà di adottare varie misure che ritengono necessarie, tra cui la detenzione preventiva. Per quanto riguarda la legge di Hong Kong, coloro che la applicano devono seguire lo stato di diritto in tutte le azioni contro atti e attività specificate.
Se consideriamo la questione nel confronto con l’attuazione dell’ISA, la legge di Hong Kong può essere descritta come “dura ma blanda”.
In conclusione, la legge ha i denti per gestire le questioni di sicurezza nazionale. Tuttavia, ha anche un volto umano, attento ai diritti umani e alle libertà dei residenti di Hong Kong garantite dalla Legge fondamentale.
Il professor Kong Qingjiang è preside della Scuola di diritto internazionale dell’Università cinese di scienze politiche e di diritto.