di Daniele Burgio, redazione la Cina Rossa
Pubblichiamo su segnalazione del compagno Domenico Losurdo
L’elemento e la notizia eclatante che va innanzitutto sottolineata è che, stando ai dati forniti dall’insospettabile istituto Euromonitor e pubblicato persino dal Corriere della Sera, il salario medio degli operai e delle “tute blu” cinesi è triplicato, è aumentato di tre volte dal 2005 al 2016, quasi raggiungendo la retribuzione percepita nel 2016 dagli operai portoghesi.
Si tratta di una notizia e novità clamorosa fornita tra l’altro da fonti insospettabili, su cui tuttavia gran parte della sinistra politica e sindacale italiana ha steso un clamoroso – ma spiegabilissimo – silenzio, allo stesso tempo imbarazzato e pietoso.
Ma vi sono informazioni interessanti che interessano e/o provengono da Pechino negli ultimi mesi.
La questione della natura socioproduttiva della Cina contemporanea ancora una volta è stata risolta in senso prevalentemente socialista e collettivistico, proprio dall’insospettabile rapporto della rivista statunitense “Fortune” – arciborghese e anticinese – sulle 500 più grandi imprese mondiali nel corso del 2015.