Il Tibet dal 1951: liberazione, sviluppo e prosperità

tibet cina bandierainiziamo da oggi la pubblicazione del libro bianco sul Tibet a cura dell’Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese

di Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese

da http://www.scio.gov.cn

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Prefazione

Il 23 maggio 1951 fu firmato l’Accordo del Governo Centrale del Popolo e del Governo Locale del Tibet sulle misure per la liberazione pacifica del Tibet (l’Accordo dei 17 articoli). Il popolo del Tibet si liberò definitivamente dalle pastoie dell’imperialismo invasore, intraprendendo una luminosa strada di unità, progresso e sviluppo con tutti gli altri gruppi etnici della Cina.

Dopo la liberazione pacifica, tutti i popoli etnici del Tibet, uniti sotto la forte guida del Partito Comunista Cinese (CPC), hanno lavorato insieme nell’attuazione dell’Accordo in 17 articoli, rimanendo fermi nella salvaguardia della sovranità nazionale, dell’unità e dell’integrità territoriale. Insieme, hanno:

– realizzato la riforma democratica per abolire la servitù feudale teocratica del Tibet, liberando milioni di servi e garantendo gli interessi fondamentali di tutti i gruppi etnici in Tibet;

– stabilito il sistema socialista e implementato l’autonomia etnica regionale in Tibet, portando cambiamenti storici alla società tibetana; e

– portato avanti la riforma, l’apertura e la modernizzazione, liberando significativamente il potenziale produttivo e migliorando la vita e le condizioni di lavoro della gente in Tibet.

Nella nuova era, sotto la forte guida del Comitato centrale del PCC con Xi Jinping al centro e con il vigoroso sostegno di tutto il paese, il Tibet ha sradicato l’estrema povertà. Godendo di un ambiente sociale stabile, di una prosperità economica e culturale e di un sano ambiente ecologico, la gente ora conduce una vita migliore e vive con soddisfazione. Un nuovo Tibet socialista ha preso forma.

In occasione del 70° anniversario della liberazione pacifica del Tibet, pubblichiamo questo libro bianco per rivedere la storia e le conquiste del Tibet, presentando un quadro vero e panoramico del nuovo Tibet socialista. Questo aiuterà a contrastare la propaganda diffusa da alcuni paesi occidentali e dai loro alleati e a fornire alla comunità internazionale un resoconto equilibrato dell’enorme trasformazione che ha avuto luogo in Tibet.

I. Il Tibet prima della liberazione pacifica

Il Tibet è stato parte integrante del territorio cinese fin dall’antichità e una delle principali aree abitate dai tibetani in Cina. All’indomani delle Guerre dell’Oppio a metà del XIX secolo, le potenze imperialiste guidate dal Regno Unito iniziarono a coltivare l’idea di “indipendenza del Tibet”, minando intenzionalmente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.

-Il Tibet è una parte inseparabile della Cina fin dai tempi antichi.

La Cina è un paese multietnico unificato con una lunga storia. La nazione cinese è una comunità dal futuro condiviso. Il Tibet si è sviluppato grazie agli sforzi congiunti di tutti i gruppi etnici della Cina, questi sono i popoli che hanno creato la sua storia. Gli scambi politici, economici e culturali tra i tibetani e gli altri gruppi etnici nel corso della storia hanno avuto un’importante influenza sullo sviluppo del popolo tibetano come gruppo etnico. Abbondanti ricerche archeologiche e accademiche mostrano che in tempi di remota antichità, il popolo ancestrale che abitava l’altopiano tibetano aveva stretti legami con gli Han e altri gruppi etnici in termini di sangue, lingua e cultura. Il Regno del Tubo stabilito in Tibet nel VII secolo contribuì significativamente all’esplorazione dei confini sud-occidentali della Cina.

Durante la dinastia Yuan (1271-1368), il governo centrale esercitò la giurisdizione e il governo sul Tibet. Istituì la Commissione Suprema di Controllo del Buddismo (poi rinominata Commissione per gli Affari Buddisti e Tibetani) per gestire direttamente gli affari locali nella regione, conducendo censimenti, istituendo stazioni di corrieri, raccogliendo tasse, stazionando truppe e nominando funzionari. Ha anche emesso e promulgato la legge penale Yuan e il calendario in Tibet.

Il governo centrale della dinastia Ming (1368-1644) attuò una politica di infeudazione multipla, conferendo titoli onorifici come “Principe”, “Principe del Dharma” e “Maestro Nazionale di Tantrismo” a leader politici e religiosi in varie parti del Tibet. Istituì le commissioni militari regionali di U-Tsang e Do-kham e l’Ufficio Tribale Comandante di Ngari per gestire gli affari militari e politici rispettivamente a U-Tsang, Qamdo e Ngari.

Durante la dinastia Qing (1644-1911), il governo centrale esercitò un buon governo sul Tibet. Esso concesse titoli onorifici ai leader della scuola Gelug del buddismo tibetano – il 5° Dalai Lama e il 5° Panchen Lama – stabilendo ufficialmente i titoli di Dalai Lama e Panchen Erdeni e il loro status politico e religioso in Tibet. Da allora in poi, divenne una convenzione consolidata che il governo centrale conferisse i titoli di Dalai Lama e Panchen Erdeni. Il governo Qing iniziò a collocare grandi ministri residenti in Tibet per supervisionare e gestire congiuntamente gli affari militari e politici locali per conto delle autorità centrali; in totale nominò più di 100 ministri. Nel 1751, l’imperatore Qing Qianlong autorizzò il 7° Dalai Lama a gestire congiuntamente gli affari politici e religiosi locali con il Gran Ministro residente in Tibet. Nel 1793, dopo aver respinto gli invasori Gurkha, il governo Qing ripristinò l’ordine in Tibet e promulgò l’ordinanza approvata dall’imperatore per un migliore governo del Tibet (l’ordinanza dei 29 articoli), migliorando molti dei sistemi con cui il governo centrale amministrava il Tibet. L’ordinanza stabiliva che la reincarnazione del Dalai Lama e di altri grandi Buddha viventi doveva seguire la procedura del “sorteggio dall’urna d’oro”, e il candidato selezionato sarebbe stato soggetto all’approvazione del governo centrale cinese. Osservando l’ordinanza, tre dei cinque Dalai Lama della dinastia Qing furono selezionati e approvati secondo questa procedura, gli altri due furono esentati dalla procedura con una speciale approvazione del governo centrale.

Dopo la caduta della dinastia Qing, la Repubblica di Cina (ROC) continuò ad esercitare la sovranità sul Tibet. Nel 1912, la ROC emise la sua prima costituzione – la Costituzione Provvisoria della Repubblica di Cina, che riaffermò la sovranità del governo centrale sul Tibet. Stabiliva chiaramente che “il Tibet è una parte del territorio della ROC”, e affermava che “i popoli Han, Manciù, Mongolo, Hui e Tibetano sono una sola nazione e devono gestire la Repubblica insieme”. A luglio il governo ha istituito l’Ufficio per gli affari mongoli e tibetani. Il governo nazionale di Nanchino ha istituito la Commissione per gli affari mongoli e tibetani nel 1929 per agire nella stessa funzione. Nel 1940, la Commissione per gli Affari Mongoli e Tibetani aprì un ufficio a Lhasa come organo permanente che rappresentava il governo centrale in Tibet. Sotto la ROC il Tibet fu chiaramente identificato come territorio cinese nelle mappe del mondo e nelle mappe della Cina emesse da editori governativi e non governativi. Il governo centrale della ROC ha salvaguardato la sovranità della nazione sul Tibet nonostante le frequenti guerre civili tra signori della guerra e uno stato debole e seguendo la tradizione conferendo i titoli ufficiali al XIV Dalai Lama e al X Panchen Lama. Nessun paese o governo al mondo ha mai riconosciuto “l’indipendenza del Tibet”.

– L'”indipendenza tibetana” fu un prodotto dell’aggressione imperialista alla Cina nell’epoca moderna.

Gli sforzi occidentali sul Tibet cominciarono nel XVIII secolo, avviati da “avventurieri” ed “esploratori” che fecero viaggi nella regione. Alla fine del XIX secolo, le potenze imperialiste si impegnarono in una fervente campagna di spartizione della Cina, e gli aggressori britannici colsero l’occasione per invadere il Tibet. Le truppe britanniche invasero il Tibet due volte nel 1888 e nel 1903 e incontrarono la resistenza ostinata dell’esercito e dei civili tibetani. Vanificati i piani di invasione, la Gran Bretagna cominciò a coltivare i separatisti pro-imperialisti in Tibet, ideando attività per separare il Tibet dalla Cina e sostenendo l'”indipendenza del Tibet”. Nel 1907 Gran Bretagna e Russia firmarono la Convenzione tra Gran Bretagna e Russia sul Tibet, all’insaputa del governo cinese, cambiando per la prima volta la sovranità della Cina sul Tibet in “suzerainty”* in un documento internazionale. Nel 1913, il governo britannico organizzò la Conferenza di Simla per istigare il rappresentante tibetano a sollevare la questione dell'”indipendenza tibetana”, che fu immediatamente respinta dal rappresentante del governo cinese. Era la prima volta che il concetto veniva reso pubblico. Nel luglio 1914 il rappresentante del governo cinese rifiutò di firmare la Convenzione di Simla, e fece una dichiarazione in cui diceva che il governo della Cina rifiutava di riconoscere qualsiasi accordo o documento del genere. Il governo cinese inviò anche una nota al governo britannico, ribadendo la sua posizione. Di conseguenza, la conferenza crollò.

Nel 1942, il governo locale del Tibet, con l’appoggio del rappresentante britannico, annunciò improvvisamente l’istituzione di un “ufficio per gli affari esteri” e cominciò ad impegnarsi apertamente in attività di “indipendenza”. Con l’opposizione del popolo cinese e del governo nazionale, il governo locale del Tibet non ebbe altra scelta che ritirare la sua decisione. Nel 1947, la Gran Bretagna cospirò dietro le quinte per invitare i rappresentanti tibetani a partecipare alla Conferenza delle Relazioni Asiatiche e addirittura identificò il Tibet come un paese indipendente sulla mappa dell’Asia appesa nella sala della conferenza e nelle bandiere nazionali. Gli organizzatori furono costretti a rettificare dopo che la delegazione cinese fprotestò severamente.

Nel periodo della fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC) nel 1949, gli imperialisti accelerarono la loro collusione con i separatisti pro-imperialisti in Tibet. L’8 luglio 1949, il governo locale del Tibet emise un ordine di espulsione dei funzionari dell’Ufficio Tibet della Commissione per gli Affari Mongoli e Tibetani con il pretesto di “proibire ai comunisti di stare in Tibet”. Nel novembre 1949 il governo locale del Tibet decise di inviare una “missione di buona volontà” negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in India, in Nepal e in un certo numero di altri paesi, cercando sostegno politico e militare per l'”indipendenza” e rendendo evidente che stava intensificando le attività separatiste. Nel 1949, l’americano Lowell Thomas attraversò il Tibet nelle vesti di “commentatore radiofonico” della Columbia Broadcasting System per esplorare la “possibilità di aiuto che Washington poteva dare al Tibet”. Egli scrisse in un giornale statunitense: “Gli Stati Uniti sono pronti a riconoscere il Tibet come un paese indipendente e libero”. Nella prima metà del 1950, armi americane furono spedite in Tibet attraverso Calcutta per aiutare a resistere all’ingresso in Tibet dell’Esercito Popolare di Liberazione.

I fatti storici dimostrano chiaramente che “l’indipendenza del Tibet” non era altro che un prodotto dell’aggressione imperialista contro la Cina. Cacciare le forze imperialiste dal Tibet era il presupposto del popolo cinese per salvaguardare l’unificazione nazionale.

– Liberare il Tibet era l’aspirazione condivisa da tutti i gruppi etnici in Tibet.

Il 2 settembre 1949, l’agenzia di stampa Xinhua, con l’autorizzazione del PCC, pubblicò un editoriale dal titolo: “Agli aggressori stranieri non è assolutamente permesso annettere il territorio della Cina – Tibet”. L’editoriale sottolineava: “il Tibet è parte del territorio cinese; nessuna aggressione straniera è permessa. Il popolo tibetano è una parte inseparabile della nazione cinese, e qualsiasi tentativo di dividerlo dalla Cina sarà condannato. Questa è una politica coerente del popolo cinese, del PCC e dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA)”.

Tutti i settori della società tibetana risposero rapidamente ed espressero sostegno all’editoriale e la speranza che il PLA entrasse in Tibet il più presto possibile. Il 1° ottobre 1949, il giorno della fondazione della RPC, il 10° Panchen Lama inviò un telegramma al governo centrale: “Per favore, invia delle truppe per liberare il Tibet ed espellere gli imperialisti il più presto possibile”.

Il 2 dicembre, Yeshe Tsultrim, un aiutante del 5° Reggente Reting Rinpoche, arrivò a Xining, nella provincia di Qinghai, per presentare le lamentele al PLA riguardo agli imperialisti che stavano distruggendo l’unità interna del Tibet, e sollecitò il PLA a liberare il Tibet il più presto possibile.

Sherab Gyatso, un eminente studioso tibetano, tenne un discorso a Xi’an, denunciando una cospirazione imperialista attraverso la quale le autorità di Lhasa avrebbero cercato l'”indipendenza”. All’inizio del 1950, oltre 100 tibetani, tra cui contadini e pastori, giovani, donne e rappresentanti democratici, si riunirono a Lanzhou nella provincia del Gansu, che era stata liberata non molto tempo prima e sollecitarono il PLA a liberare il Tibet.

Nella loro risposta al 10° Panchen Lama, Mao Zedong e Zhu De dichiararono: “Il popolo tibetano ama la patria e si oppone all’aggressione straniera. Sono scontenti delle politiche del reazionario governo del Kuomintang e vogliono far parte della grande famiglia di una Nuova Cina unificata, dove tutti i gruppi etnici sono uguali e lavorano insieme per la prosperità. Il governo centrale del popolo e il PLA cinese rispetteranno certamente questo desiderio del popolo tibetano”.

Con il sostegno determinato del Governo Centrale del Popolo, il Tibet ha visto la speranza di una liberazione pacifica anticipata da tutta la Cina.

Nota:

per suzerainty di intende una una posizione di controllo da parte di un sovrano su un altro stato che è internamente autonomo