di Karen Yeung
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Secondo il segretario generale del Partito comunista cinese, la “posizione dominante della proprietà pubblica non può essere scossa”, mentre XI afferma che, in un ambiente globale in continua evoluzione, guidare l’economia verso il futuro sarà un grande banco di prova per il partito.
L’economia politica marxista della Cina continuerà ad adattarsi all’ambiente interno e internazionale in continua evoluzione, ma deve rimanere il fondamento su cui la nazione costruisce il suo futuro, è quanto ha detto il presidente cinese Xi Jinping.
In un articolo pubblicato sabato sul periodico di teoria politica Qiushi Xi da affermato che il fondamento dell’economia politica cinese può essere solo un’economia politica marxista e non basarsi su altre teorie economiche”.ha detto
Xi, che è anche segretario generale del Partito comunista cinese e presidente della Commissione militare centrale, ha detto che il modello economico del Paese è un pilastro del sistema socialista con caratteristiche cinesi che non solo ha guidato lo sviluppo economico, ma ha anche consolidato la posizione di governo del partito.
Ha inoltre detto che dopo 30 anni di riforme e di aperture con un ordine globale in evoluzione, guidare l’economia verso il futuro sarà un test importante per il partito.
Xi ha respinto l’idea che l’economia politica marxista cinese sia obsoleta, dicendo che permette ai mercati di giocare un ruolo decisivo nell’allocazione delle risorse, ma ha anche rafforzato il ruolo del governo.
La Cina deve sostenere e sviluppare la sua economia di proprietà pubblica, sostenendo allo stesso tempo altri tipi di proprietà.
“Non possono essere sconvolti né la posizione dominante della proprietà pubblica né il ruolo guida dell’economia di proprietà statale”.
I commenti di Xi sono arrivati mentre la Cina rimane bloccata in un’aspra lotta con gli Stati Uniti su una serie di questioni, dal commercio e dalla tecnologia all’ideologia, ai diritti umani e alle origini della pandemia del Covid-19.
Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha detto la settimana scorsa che l’America considerava la minaccia rappresentata dalla Cina “molto più difficile da contrastare” di quella presentata dall’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.
Xi ha detto sabato che la Cina non dovrebbe cercare di copiare l’ideologia occidentale o il suo sistema capitalista.
Inoltre ha sottolineato che molti paesi capitalisti hanno avuto recessioni economiche, problemi di disoccupazione, polarizzazione crescente e conflitti sociali sempre più profondi.
Una delle principali aree di conflitto tra Cina e Stati Uniti è la guerra commerciale in corso dal luglio 2018.
I negoziatori dei due Paesi si sarebbero dovuti incontrare sabato per rivedere l’accordo commerciale di fase uno concordato tra Pechino e Washington a gennaio nel tentativo di allentare le tensioni, ma i colloqui sono stati rinviati senza spiegazioni da entrambe le parti.
Michael Every, responsabile della ricerca sui mercati finanziari per l’Asia-Pacifico presso la Rabobank, ha dichiarato che l’accordo potrebbe essere in pericolo per motivi politici, dato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta affrontando la campagna elettorale per la rielezione.
Every ha detto che “Trump ha alluso al fatto che la Cina sta effettuando ordini record di prodotti agroalimentari statunitensi [un impegno preso nell’accordo di gennaio]”.
La Cina starà al gioco dato che non sa chi vincerà le elezioni americane”. Ma rimaniamo dell’opinione che questo accordo ad un certo punto crollerà – e probabilmente quando sarà politicamente più conveniente per Trump”.