Il potere della cooperazione: la Cina ispira il mondo

coronavirusdi Fabio Massimo Parenti

da http://italian.cri.cn

La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova il mondo intero. Il virus ha colpito ogni continente, dall’Asia all’America passando per l’Europa, e provocato danni incalcolabili, tanto dal punto di vista sanitario quanto da quello economico. Sul piano geopolitico, alcuni paesi, con gli Usa in testa, hanno cercato di strumentalizzare cinicamente la pandemia per meschini calcoli geostrategici ed elettorali. Ciononostante, al netto delle nuove tensioni geopolitiche, la comunità internazionale ha saputo apprezzare il contributo della Cina nella lotta contro il nuovo coronavirus. Un contributo iniziato fin da subito, anche nei mesi in cui il virus rappresentava una minaccia per la stessa Repubblica Popolare. Anzi: a dire il vero è proprio grazie allo sforzo cinese che i danni causati dal Sars-CoV-2 alla sicurezza pubblica globale sono stati notevolmente limitati.


Facendo tesoro del concetto della Comunità umana dal futuro condiviso, la Cina ha infatti dispiegato rigorose misure per la prevenzione e il controllo dell’epidemia. Primo Paese ad aver scoperto e fatto i conti con l’epidemia – è ormai ampiamente comprovata la circolazione del virus negli Usa, come in Europa, già da settembre-ottobre 2019 – la Cina è riuscita a contenere una situazione sanitaria complessa, consentendo al mondo intero di guadagnare tempo ed acquisire conoscenze utili su un virus rimasto fino ad allora sconosciuto. Grazie alla sua tempestività ed efficacia politica, oltre che amministrativa e sociale, unite al coordinamento con il lavoro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il governo cinese ha dato prova di cooperazione globale nella lotta al nuovo coronavirus. Il presidente Xi Jinping ha evidenziato l’importanza di una Comunità umana dal futuro condiviso, rinnovando appelli alla cooperazione per il bene comune, nello spirito dei più alti principi delle Nazioni Unite. Negli ultimi mesi il leader cinese ha infatti avuto molteplici colloqui telefonici e incontri con presidenti e capi di Stato stranieri, durante i quali ha ribadito come la Cina fosse una potenza responsabile, non solo nei confronti della sicurezza e della salute del proprio popolo ma anche di quella dell’intero pianeta. A proposito del supporto cinese fornito ai Paesi di mezzo mondo, è doveroso menzionare la Via della Seta sanitaria. Stiamo parlando di un chiaro esempio di edificazione della citata Comunità umana dal futuro condiviso, concretizzato in una cooperazione sanitaria internazionale a sostegno del benessere dei popoli della terra. Pechino ha donato dispositivi di protezione individuale, respiratori e offerto assistenza medica a chiunque ne avesse bisogno, rivelandosi una potenza responsabile e desiderosa di agevolare la comprensione reciproca tra i vari Paesi.

L’obiettivo cinese era e resta uno: creare un fronte comune con tutte le nazioni colpite dalla pandemia per sconfiggere una volta per tutte il coronavirus, nonché rafforzare il coordinamento globale per risolvere altri grandi problemi comuni (povertà, disuguaglianze, degrado ambientale, criminalità ecc.). L’intenzione di Pechino coincide perfettamente con il traguardo delle Nazioni Unite che, in vista del loro 75esimo anniversario, lanceranno la più grande discussione globale sul ruolo della cooperazione internazionale. L’apporto cinese nella lunga battaglia contro il Covid-19 è la chiara dimostrazione che la Cina è pronta più che mai a ricoprire un ruolo fondamentale all’interno di una comunità ove il futuro di ogni Paese sarà sempre più collegato, nella gioia e nel dolore. Soltanto compiendo sforzi comuni, e costruendo una sorta di famiglia armoniosa, l’umanità potrà veramente progredire e abbracciare la felicità. Pechino ha dimostrato di essere pronta a fare la sua parte e il suo approccio “win-win”, evitando contrapposizioni nette, non può che trovare ampio consenso per contrastare le azioni egoistiche, unilaterali e “a somma zero”.

L’autore è attualmente Foreign Associate Professor di Economica Politica Internazionale alla CFAU. In Italia insegna all’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici a Firenze, è membro del think tank CCERRI, Zhengzhou, e membro di EURISPES, Laboratorio BRICS, Roma. Il suo ultimo libro è Geofinance and Geopolitics, Egea.