Un interessante intervento di Ugo Boghetta
da rinascitaitaliasocialista.it
Arrivano i cinesi (“dice Ruggero Orlando che domani sono qui”… Lauzi, non Lao-Tze, proprio Bruno Lauzi)
Tutti sovranisti! Ovvero del sovranismo servile
Sono anni che ormai il mainstream ci ammorba con la sua campagna contro il sovranismo. Improvvisamente tutti sembrano diventare sovranisti. Ciò è accaduto a partire dalla dichiarazione degli Usa contro la visita in Italia di Xi Jinping per firmare un memorandum di collaborazione con il nostro paese.
Ecco il sovranista Salvini alzare alti lai sulla colonizzazione cinese dell’Italia. Poi a ruota sono intervenuti Berlusconi, il PD e via dicendo. Tutti a voler tutelare l’interesse nazionale! Tutti nazionalisti! E poi giù a denunciare che la Cina ci spia con Huawei e la tecnologia 5G.
Anche l’ineffabile Unione ha alzato i toni dimenticando di aver taciuto a proposito di altri paesi europei che intrattengono rapporti con la Cina ben più consistenti di quelli italiani. Salvo poi ospitare a seguire lo stesso Xi.
Di che stupirsi: è la concorrenza! È l’Unione … degli altri!
Finchè la Cina serviva ad abbattere il costo del lavoro, tutto andava bene. Ora il problema è la Cina! E rosicano perchè il paese che sta diventando più forte è governato da comunisti: 80 milioni di iscritti.
È dunque brutto, pericoloso, infido: mangiano i bambini e noi ne abbiamo già pochi!
Ovviamente tutti fanno finta di non sapere che gli USA ci spiano da decenni. Che nel piano Marshall c’erano clausole segrete che prevedevano forze illegali armate in funzione anticomunista. Organismi che poi sono stati protagonisti della strategia della tensione. Che Moro fu ucciso perché voleva aprire al PCI e forse Kissinger ne sa qualcosa. Che recentemente è emerso che gli USA spiavano tutti i leader dei governi alleati. Che siamo pieni di basi americane e bombe atomiche.
Il fatto è che ci si approccia alla Cina con il pensiero unico occidentale: quello aggressivo che ha prodotto danni in casa e nel mondo intero. Non si riesce a comprendere che ci sono altri modi di pensare, vivere, agire.
La Cina sembra comportarsi in modo diverso. In Africa, ad esempio, a detta di molti e degli stessi africani, non si impiccia nelle questioni interne. Ciò a differenza dei governi occidentali che invece fanno e disfano governi in continuazione. Francia docet: decine di interventi militari. C’è poi anche una moneta: il CFA, che fa capo alla Francia e a sua volta all’euro.
Ma la questione spionaggio, dopo le denunce di Snowden ed ancor più con la nuova tecnologia 5G, acquista una nuova dimensione.
Dice Snowden in una recente intervista a Repubblica: “Snowden, grazie ai suoi file abbiamo rivelato lo spionaggio NSA contro l’Italia. Perché?” “La ragione più importante e che non cambierà mai è semplicemente l’influenza: gli USA vogliono essere in grado di influenzare le future direzioni in cui l’Italia si muove politicamente, economicamente e in generale. SE sei un cittadino italiano non hai alcuna protezione legale dallo spionaggio USA. E allora basti pensare cosa possa significare per un giudice italiano che indaghi su un caso che riguarda gli USA, per un politico italiano, un reporter che lavora ad un articolo scomodo per i poteri oltreoceano“.
“Cosa ha ottenuto con la sua scelta di denunciare?” “… noi abbiamo sempre avuto l’idea che le forze di polizia raccolgono prove contro un sospetto chiedendo prima un mandato, ma il mondo è cambiato perchè la tecnologia avanza molto più velocemente della nostra capacità di controllarla con le leggi… Ora abbiamo iniziato a spiare tutti in qualsiasi momento. Dobbiamo dunque chiederci come riusciamo a riguadagnare il controllo di un mondo in cui le leggi non ci proteggono più”.
Una bella domanda!
A questo proposito, la vicenda della Cina ha fatto trapelare la notizia che il governo italiano estende la Golden Power alla tecnologia 5G qualora entrino soggetti non appartenenti all’Unione Europea. Ciò, tuttavia, è il minimo sindacale ma non risolve il problema decisivo che sta nel controllo dei dati; questione centrale per l’interesse nazionale. Basti pensare alla questione Tim e quella delle reti strategiche. In questo caso ci vuole programmazione ed un controllo assoluto, pratico non gestito attraverso regole che riguardano gli appalti.
Ancora una volta, dunque, gran parte del mondo politico italiano, si è dimostrato cialtrone e servo: un sovranismo al servizio degli americani.
Infatti costoro, non hanno alzato un dito, un lamento, un pensiero nei confronti di chi da anni attenta al nostro interesse nazionale: l’Unione Europea e, dietro all’Unione Europea, i governi francesi e tedeschi.
Da quando è cominciato il percorso per l’entrata nell’Unione-euro, abbiamo perso il 25% del nostro sistema produttivo industriale. Abbiamo perso la sovranità monetaria che invece di esprimersi in inflazione si esprime in una disoccupazione all’11%, e che va oltre il 30% per giovani e meridione, nell’ormai ultraventennale blocco dei salari, nei tagli all’istruzione ed alla sanità.
Nessuno di costoro ha detto alcunchè quando Macron e la Merkel il 22 gennaio ad Aquisgrana hanno scritto l’accordo: l’Unione siamo noi. E hanno riunito il parlamentino comune!
Più che la Cina, è l’Unione che proseguirà l’accaparramento di risorse materiali ed umane verso il centro capitalistico e finanziario dell’Europa. Lì emigrano i giovani di: Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Croazia. Basti pensare – e questo la dice tutta – che sono 35.000 i medici greci che lavorano in Germania, mentre in Grecia ormai la sanità non c’è quasi più.
E’ la stessa cosa che succede nei paesi dell’Africa.
Tutto bene dunque in quanto all’accordo con la Cina? Non proprio. Sono necessarie due precisazioni. La prima riguarda la nostra area.
A volte sembra ci sia una proprietà transitiva, un retropensiero, fra accordo con la Cina e la questione socialismo: essendo governata dai comunisti gli interessi della Cina sono gli interessi del popolo italiano e del socialismo. Io credo invece che gli interessi dello stato cinese non sono l’estensione del socialismo. La Cina, ad esempio, potrebbe avere interesse a che l’Unione rimanga tale e quale. L’interesse delle classi popolari italiani è invece all’opposto. E il socialismo in Italia è questione che purtroppo ancora non si pone nemmeno al livello minimo sufficiente: è questo l’impegno di Rinascita!
L’accordo è importante perchè introduce elementi di equilibrio nei nostri rapporti esteri che non si limitano solo gli Usa o all’Unione.
Il problema è se siamo in grado di gestirlo. Il fatto è che, invece, la classe politica italiana, nemmeno quella attuale, è in grado di sviluppare l’interesse nazionale. Per fare questo ci vuole una classe dirigente all’altezza, uno Stato che funzioni, una programmazione lungimirante, e un interesse nazionale che sia l’interesse popolare. Cina docet.
Il fatto è che, in queste condizioni, ci può essere solo una subalternità mixata a questo o quell’interesse straniero.
Cito, a tale proposito, la le prime frasi dell’ultimo numero di Limes, una strategia per l’Italia: “Questa rivista di geopolitica è nata italiana e ambirebbe restarlo. Ne è condizione l’esistenza dell’Italia. Per questo la Repubblica Italiana deve farsi Stato nel senso forte, compiuto del termine. Altrimenti la storia la travolgerà”.
Frase potente da ricordare e meditare.