Cile: Gabriel Borić sfida José Antonio Kast alle presidenziali

di Giulio Chinappi

da https://giuliochinappi.wordpress.com

Il secondo turno delle elezioni presidenziali cilene, previsto per il 19 dicembre, vedrà la sfida tra il candidato di sinistra Gabriel Borić e quello di destra José Antonio Kast.

Il 21 novembre si sono tenute in Cile le elezioni generali per l’elezione del nuovo presidente della repubblica, che da gennaio prenderà il posto di Sebastián Piñera, ed il rinnovo delle due camere che compongono il parlamento di Santiago. L’esito delle elezioni presidenziali sarà però deciso il 19 dicembre in occasione del ballottaggio, visto che nessuno dei candidati ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti. La sfida vedrà di fronte i rappresentanti di due schieramenti politici opposti: José Antonio Kast e Gabriel Borić.

Leader della coalizione conservatrice del Frente Social Cristiano (FSC), Kast è il leader del Partido Republicano (PR), una formazione della destra nazionalista e ultracristiana. La sua candidatura ha ottenuto il 27,91% delle preferenze, contro il 25,83% di Borić, scelto come candidato della sinistra in occasione delle primarie della coalizione Apruebo Dignidad (AD). Il trentacinquenne deputato proviene dal partito progressista Convergencia Social (CS), ma la sua candidatura è sostenuta, fra gli altri, anche dal Partido Comunista de Chile(PCCh).

Alle elezioni presidenziali erano presenti anche altri cinque candidati. Al terzo posto si è classificato Franco Parisi (12,80%), della formazione di centro-destra Partido de la Gente (PdG), seguito da Sebastián Sichel (12,79%), il candidato di Chile Podemos Más (ChP+, nuova denominazione della coalizione Chile Vamos). Sichel era il candidato più vicino all’attuale presidente Piñera, ed il suo risultato deludente ben trasmette la valutazione che i cileni hanno dato del governo in carica. In quinta posizione troviamo Yana Provoste (11,61%), unica donna candidata, per la lista centrista Nuevo Pacto Social (NPS). Chiudono due candidature di sinistra: quella moderata di Marco Enríquez-Ominami (7,61%) per il Partido Progresista (PRO) e quella di Eduardo Artés (1,47%) della coalizione Unión Patriótica, che riunisce alcuni partiti comunisti minori.

Il secondo turno delle elezioni presidenziali sarà fondamentale per decidere il futuro politico del Cile. Secondo gli analisti, infatti, Gabriel Borić potrebbe diventare il primo presidente di sinistra dai tempi di Salvador Allende, ma José Antonio Kast potrebbe a sua volta diventare il presidente più di destra dopo la dittatura di Augusto Pinochet. Per decidere il nome del nuovo presidente sarà fondamentale anche il dato dell’affluenza alle urne, visto che al primo turno ha partecipato solamente il 47,3% degli aventi diritto.

Dobbiamo lavorare per l’unità dei democratici, non è la prima volta che partiamo in svantaggio“, ha detto Borić in seguito alla pubblicazione dei risultati. “Siamo diventati i portavoce della speranza, del dialogo e dell’unità, la crociata per la quale ci dispiegheremo in tutto il Cile è superare la paura. Apprezzo profondamente la fiducia delle migliaia di cileni“, ha aggiunto. “Veniamo da una lotta a lungo termine, da quelli di noi che hanno votato contro la dittatura a quelli di noi che stanno lottando per proteggere l’ambiente“, ha proseguito il candidato della coalizione di sinistra. “Non cadiamo in nessun danno o provocazione, il nostro dovere è ascoltare e capire, oggi il nostro dovere è convincere che siamo un modo per costruire un Paese più giusto“.

Per quanto riguarda i 155 seggi della Camera dei Deputati, invece, la situazione è alquanto differente, visto che la coalizione ChP+, nonostante una perdita di diciannove scranni, ha mantenuto la maggioranza relativa con 53 rappresentanti ed il 25,43% dei consensi su scala nazionale. Al contrario, il FSC di Kast ha eletto solamente quindici deputati, fermandosi all’11,18% delle preferenze. Avranno a disposizione 37 scranni a testa, invece, sia NPS (17,16%) che la coalizione AD di Borić (20,94%), che ottiene il maggior incremento in assoluto, con quattordici deputati in più. All’interno di AD, i PCCh è il partito che ha eletto più rappresentanti, dodici, contro gli otto della precedente legislatura.

Tra i partiti minori, troviamo sei deputati eletti per PdG, tre per Dignidad Ahora (DA), due per il Partido Ecologista Verde (PEV), uno per Centro Unido (CU) ed un deputato indipendente.

Le elezioni del Senato funzionano diversamente, visto che in palio c’erano solamente la metà dei 50 scranni che lo compongono, mentre gli altri verranno rinnovati solamente nel 2024. La situazione aggiornata alla camera alta vede ancora ChP+ al comando con 24 senatori, mentre NPS ne possiede 18. La lista Apruebo Dignidad ha eletto quattro nuovi senatori, portando la propria rappresentanza a quota cinque, due dei quali provenienti dalle file comuniste, permettendo al PCCh di tornare ad avere una rappresentanza al Senato. Completano il quadro un senatore di FSC ed uno indipendente.

Nonostante le forze di destra mantengano la maggioranza, il Partido Comunistaha tracciato un bilancio positivo di queste elezioni, che l’ha visto aumentare la propria rappresentanza in entrambe le camere, insieme alla coalizione della quale fa parte. Inoltre, l’elezione di Claudia Pascual Daniel Núñez al Senato ha interrotto un’assenza che durava da 48 anni per quanto riguarda la camera alta. Alla Camera dei Deputati, invece, la candidata comunista Karol Cariola è stata la candidata più votata di tutto il Cile, con 77.000 voti nel distretto elettorale numero 9: “Non ci fermeremo un solo minuto finché non avremo raggiunto nel nostro Paese le trasformazioni che il popolo cileno ha promosso e che noi abbiamo proposto”, ha dichiarato la trentaquattrenne.

Le prossime settimane saranno dedicate alla campagna elettorale per il secondo turno delle presidenziali, il cui esito, come detto, avrà un peso specifico importante per il futuro del Paese, anche alla luce del nuovo processo costituzionale recentemente iniziato nel Paese sudamericano.