di Giambattista Cadoppi
La Bielorussia, un Paese quasi sconosciuto ai più, ultimo paese d’Europa o primo Paese dell’Eurasia. Da alcuni considerata un fossile vivente, residuo dell’Unione Sovietica, mente per altri è la realizzazione di una storia di successo. Incastrata tra Russia ed Europa si candida a essere un hub fondamentale della “Via della Seta” ma anche un paese all’avanguardia nella tecnologia. Stabilità politica, ripudio del liberismo, stato sociale, alta qualità dell’istruzione e della sanità, basso tasso di criminalità e di immigrazione illegale. Città pulite e ordinate. Una sorta di Svezia in salsa russa. Un Paese che sinora ha resistito, con un suo sistema originale, ai tentativi di imporre a forza, tramite una rivoluzione colorata, le “libertà” e i “valori” occidentali. La NATO attraverso Polonia, Lituania e Ucraina cerca di assestare il colpo decisivo per completare l’accerchiamento della Russia e interrompere la Via della Seta. Ciò ha suscitato la reazione di Russia e Cina che sono venute in soccorso della piccola repubblica attraverso la potenza militare la prima e quella economica, la seconda.
Vi è da dire che la Bielorussia non è mai stata governata da Mosca. È la smodata voglia di dominio dell’Occidente che la rende quasi impossibile. Lukashenko ha cercato di triangolare tra Russia e Occidente. Muammar Gheddafi aveva scelto un percorso altrettanto conciliante, ma è finita male per lui e per il suo Paese. Fidarsi di un Occidente che parla con lingua biforcuta è decisamente letale.
Lukashenko ha degli amici poco raccomandabili per l’Occidente. Durante la sua visita a Cuba, ha definito Fidel «un modello per tutti gli uomini politici del mondo». Inoltre, ha dimostrato amicizia verso Hugo Chavez e il Venezuela bolivariano. Sostiene i diritti dei palestinesi, il commercia attivamente con la Siria. A livello internazionale, la Bielorussia si è schierata principalmente con la Russia. Dal punto di vista di Washington, queste sono state mosse fatali per Lukashenko .
Il 22 ottobre 2006 il presidente Lukashenko si è incontrato con il ministro degli esteri venezuelano Ali Rodriguez Araque in visita a Minsk. Il presidente bielorusso ha affermato che Bielorussia e il Venezuela «sono due paesi che difendono la sovranità e l’indipendenza e che cercano di sviluppare l’economia e la società facendo affidamento sulle proprie forze». Inoltre «la vostra aspirazione ad essere uno stato sovrano e contemporaneamente ad esercitare il controllo su ricchissime risorse minerarie suscita la feroce resistenza dei potenti del mondo. Noi – ha proseguito Lukashenko – appoggiamo la politica da voi adottata negli ultimi tempi, e attraverso l’economia ed altre forme di collaborazione faremo di tutto perché il vostro paese si rafforzi».
Dopo aver sentito la notizia della morte di Muammar Gheddafi, il presidente Alexander Lukashenko ha dichiarato: «È stata commessa un’aggressione e la leadership del paese, non solo Muammar Gheddafi, è stata uccisa. E come è stata uccisa? Beh, se gli avessero sparato in battaglia, è una cosa, ma l’hanno umiliato e tormentato, gli hanno sparato, hanno infierito dopo che è stato ferito, gli hanno torto il collo e le braccia, e poi lo hanno torturato a morte. Peggio dei nazisti». Ha anche condannato l’attuale situazione della Libia ed è stato critico riguardo al futuro di quel Paese.
La Cina vede la Bielorussia come “l’ultima fermata” della “Via della Seta” terrestre prima dell’UE. Per questa ragione, ha portato avanti investimenti e sussidi verso l’economia della Bielorussia.
Aleksander Lukashenko si è pronunciato per una più stretta collaborazione tra l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (trattato militare tra i paesi della CSI). «Penso che rappresenterebbe un nuovo elemento nelle relazioni internazionali», ha affermato il presidente. Lukashenko valuta molto positivamente il ruolo della Cina nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Lo ha affermato durante il suo incontro con il ministro della difesa cinese.
Lukashenko ha sostenuto la strategia di sviluppo infrastrutturale globale dell’Iniziativa Belt and Road della Cina e l’inizio nel 2012 del relativo parco industriale Cina-Bielorussia a tassazione speciale vicino all’aeroporto nazionale di Minsk prevede di crescere fino a 112 chilometri quadrati entro il 2060. Xi ha messo sul piatto due miliardi di dollari per la «perla della Silk Road Economic Belt», il parco (Velikii Kamen’) di futuristica avanguardia tecnologica che la Cina ha praticamente “donato” a Minsk.
Il 5 di Novembre una delegazione del Comitato di Solidarietà con la Bielorussia (https://www.facebook.com/SolidBelarus) composta da me, dai senatori Mattia Crucioli (Alternativa), Emanuele Dessì (Partito Comunista), Vito Petruccelli (il mitico Petrov della “ liberaZione”) già Presidente della Commissione Esteri del Senato e Igor Camilli (Patria Socialista) ha visitato la Repubblica Bielorussa (Belarus). La visita è stata organizzata dai responsabili del Comitato, Katya e Matteo Peggio, che avevamo già organizzato una conferenza a Roma di solidarietà con i fratelli Kononovich dove è stato presentato il mio libro, già arrivato alla ristampa, Bielorussia tra Eurasia e tentativi di rivoluzione colorata. L’attivissmo Pavel, assistente di un deputato comunista al parlamento, ci ha fatto da guida negli incontri ufficiali.
Il senatore Mattia Crucioli su Facebook ha fatto una buona descrizione del lavoro della delegazione (https://www.facebook.com/MattiaCrucioliSenato). «Andrò a Minsk con l’intento di contribuire, nel mio piccolo, a mantenere aperti canali di dialogo e con la curiosità che spinge i viaggiatori» aveva affermato il senatore Crucioli. Siamo venuti per gettare ponti e non per innalzare muri.
Anche il senatore Dessì ne ha parlato in un articolo https://www.lidentita.it/ma-loccidente-che-minskia-dira-mai/
I punti centrali della visita sono stati l’incontro con la Segretaria della Federazione dei sindacati della Bielorussia per il lavoro internazionale Anna Grigorievna Varfolomeeva, con il Compagno Nikolaj Volovich, membro dell’Ufficio di presidenza del Comitato Centrale del Partito Comunista Bielorusso, responsabile del dipartimento del lavoro ideologico; la manifestazione del 7 novembre su Piazza Lenin.
Il primo giorno del nostro soggiorno, ospiti dell’albergo Orbita gestito dai sindacati, ci attende la visita al Museo della Grande Guerra Patriottica trasferito negli ultimi anni in un nuovo edificio molto bello e suggestivo.
La guerra ha profondamente segnato la nazione bielorussa distruggendo oltre un quarto della popolazione. La Bielorussia è stata la zona dove più intensa è stata l’attività dei partigiani. Le zone liberate dalla resistenza si estendevano per molti chilometri.
Minsk è una città molto segnata dalla guerra e sono una piccola proporzione di città si è salvata alla furia distruttrice della guerra. La Bielorussia è stata la zona dove si sviluppata l’attacco principale durante l’invasione nazista e anche dove si estendeva il cosiddetto balcone bielorusso preso d’assalto dall’Armata Rossa da dove iniziò la corsa verso Berlino. Minsk è una delle 13 “gorad gheroi”, città eroiche della Guerra patriottica. L’altra in territorio bielorusso e la Fortezza di Brest.
Nella Piazza della Vittoria c’é la fiamma eterna con l’obelisco che ricorda queste città eroiche.
Qui la toponomastica è ancora quella sovietica. Si susseguono lungo il centro i viali dedicati a Karl Marx, Friedrich Engels, Lenin, l’Internazionale, il Komsomol, Serghey Kirov, Feliks Dzeržinskij, che nacque qui vicino, il quartiere Primo Maggio, la fermata della metropolitana dedicata a Mikhail Frunze, primo organizzatore della Guardia Rossa e poi capo dell’Armata Rossa, il mercato dedicato a Andrej Zhdanov ecc. Grande pulizia nelle strade e in contrasto poca polizia.
In seguito, siamo andati a salutare Giuseppe Carlini, mia vecchia conoscenza, proprietario del ristorante “Il grottino” e titolare di un’impresa di importazioni, che ci ha parlato della situazione economica nel paese. Il senatore Crucioli lo ha intervistato.
Il secondo giorno ci riceve Anna Grigorievna Varfolomeeva, di responsabile delle relazioni internazionali del sindacato bielorusso che ha oltre 4 milioni di iscritti.
Il palazzo di proprietà del sindacato è nella centrale Piazza della Repubblica. L’edificio è di proprietà del sindacato e ospita, oltre alla loro sede, un teatro, un ristorante ed un museo, tutti di proprietà sindacale, le lampade a muro di ottone SONO tutte rigorosamente fregiate con falce e martello.
Ad Anna viene negato il visto per l’ingresso in tutti i paesi dell’alleanza atlantica e, per questo, non può partecipare a riunioni internazionali in Occidente.
il tasso di disoccupazione secondo le statistiche nazionali è all’1%; In alcuni settori, nonostante gli ottimi stipendi, aggiunge non si riescono a trovare operai specializzati operai come nella fabbrica di trattori di Minsk che costruire macchine agricole particolarmente apprezzate all’estero e in Africa perché semplici da usare e riparare.
I settori ritenuti strategici (come ad esempio istruzione, salute, difesa e industria pesante in genere, monopoli naturali) sono pubblici; mentre la libera impresa è in concorrenza con quella pubblica e cooperativa negli altri settori.
Questo sistema, congiuntamente a uno stretto legame economico con Cina e Russia, sta garantendo alla Bielorussia di non soccombere di fronte alle sanzioni dell’occidente. I cinesi in particolare hanno donato alla Bielorussia il già menzionato Velikii Kamen’, un centro di innovazione tecnologica alla periferia di Minsk.
Il 7 novembre, giorno della Rivoluzione d’Ottobre (“Ottobre” secondo il calendario ortodosso) in Bielorussia è ancora festa nazionale, l’unico paese al mondo, dopo che questa festa è stata abolita in Russia.
“Il significato della festa di oggi sta nella lotta del popolo per fermare lo sfruttamento”, ha detto il senatore Vito Rosario Petrocelli in un’intervista all’agenzia Belta. https://twitter.com/vitopetrocelli/status/1589580111833174018.
Il senatore ha sempre lavorato in parlamento per lo sviluppo della cooperazione con la Bielorussia. «Nei dieci anni della mia attività di parlamentare in Italia, mi sono dedicato a rafforzare la cooperazione con la Bielorussia. E il mio merito personale è che siamo riusciti a ratificare due importanti accordi intergovernativi tra Italia e Bielorussia: sulla cooperazione nel campo della cultura, nonché della scienza e della tecnologia», ha osservato il senatore.
Il popolo italiano vuole sviluppare l’amicizia e la cooperazione con i bielorussi, ha detto ai giornalisti Igor Camilli, segretario nazionale del Patria Socialista, durante una cerimonia di deposizione dei fiori presso il monumento a Lenin in Piazza dell’Indipendenza a Minsk, di fronte al parlamento, nell’ambito della celebrazione del 105° anniversario della Grande Rivoluzione d’Ottobre. Igor ha anche portato il saluto a nome della delegazione.
Durante la manifestazione ci fa da interprete Valdimir Vasilkov, già conosciuto a Roma quando lavorava come diplomatico all’Ambasciata. Vladimir, che ha fatto una recensione del mio libro Bielorussia tra Eurasia e tentativi di rivoluzione colorata su una rivista di cultura bielorussa, mi ha detto che il libro ha avuto un ottimo riscontro nel paese.
Pranziamo con esponenti del PC Bielorusso come Nikolaj Volovich, deputati dello stesso partito, veterani della guerra in Afganistan e membri delle Gioventù Repubblicana. Con uno dei deputati ci conoscevamo già da una decina d’anni. Il partito ha 10mila membri, 12 deputati (su 110), ministri, numerosi membri nelle amministrazioni locali. Discutiamo anche del conflitto in Ucraina, un popolo quello ucraino che i bielorussi considerano fratello.
Qui potete trovare due video
https://www.facebook.com/watch/?v=1183844835820038
https://www.facebook.com/watch/?v=1177787389785173
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