Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Riportiamo un articolo della bbc che mette a fuoco il patto AUKUS. Esso dimostra che gli Stati Uniti investono strategicamente per il contenimento cinese nell’Indo-Pacifico. Il ritiro (la fuga) dall’Afghanistan non è il ripiegamento degli USA su se stessi (un nuovo isolazionismo) ma lo spostamento di risorse ed energie sul fronte principale.
Il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Australia hanno annunciato uno storico patto di sicurezza nell’Asia-Pacifico, in quello che è visto come uno sforzo per contrastare la Cina.
Il patto permetterà all’Australia per la prima volta di costruire sottomarini a propulsione nucleare, utilizzando la tecnologia fornita dagli Stati Uniti.
Il patto, che sarà conosciuto come Aukus, coprirà anche l’intelligenza artificiale, le tecnologie informatiche e quantistiche.
Per gli analisti è la più grande partnership di difesa tra i paesi da decenni.
L’ambasciata cinese a Washington ha reagito accusando i paesi di “mentalità da guerra fredda e pregiudizi ideologici”.
Negli ultimi anni, le democrazie occidentali hanno tutte espresso preoccupazione per la crescente assertività militare della Cina.
La nuova partnership mira a “promuovere la sicurezza e la prosperità” nella regione, hanno detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro britannico Boris Johnson e la sua controparte australiana Scott Morrison in un briefing stampa virtuale congiunto.
Ma in un momento imbarazzante, il signor Biden è sembrato dimenticare il nome del signor Morrison, riferendosi a lui come “quel tipo laggiù”.
Cos’è Aukus?
Per gli analisti è probabilmente l’accordo di sicurezza più significativo tra le tre nazioni dalla seconda guerra mondiale.
Il patto si concentrerà sulla capacità militare, separandolo dall’alleanza di condivisione dell’intelligence Five Eyes che include anche la Nuova Zelanda e il Canada.
Mentre i sottomarini australiani sono il pezzo forte, Aukus coinvolgerà anche la condivisione di capacità informatiche, AI, quantistica e altre tecnologie sottomarine.
“Questa è un’opportunità storica per le tre nazioni, con alleati e partner simili, per proteggere i valori condivisi e promuovere la sicurezza e la prosperità nella regione indo-pacifica”, si legge nella dichiarazione congiunta.
I leader non si sono riferiti direttamente alla Cina, ma hanno detto che le sfide di sicurezza regionale sono “cresciute significativamente”.
Qual è lo sfondo?
Il rafforzamento militare della Cina e la sua crescente aggressività hanno preoccupato le potenze rivali negli ultimi anni.
Pechino è stata accusata di aumentare le tensioni nei territori contesi come il Mar Cinese Meridionale.
Ha anche investito pesantemente nella sua capacità militare, compresa la sua guardia costiera che alcuni analisti sostengono sia diventata di fatto una flotta militare.
Le nazioni occidentali hanno diffidato degli investimenti infrastrutturali della Cina sulle isole del Pacifico e hanno anche criticato le sanzioni commerciali della Cina contro paesi come l’Australia.
L’Australia aveva in passato mantenuto buone relazioni con la Cina, il suo più grande partner commerciale.
Ma il rapporto si è rotto negli ultimi anni a causa delle tensioni politiche.
Perché i sottomarini a propulsione nucleare?
Questi sottomarini sono molto più veloci e difficili da individuare delle flotte a propulsione convenzionale. Possono rimanere sommersi per mesi, sparare missili a distanze maggiori ed hanno una capacità di trasporto maggiore.
Secondo gli analisti averli di stanza in Australia è fondamentale per l’influenza degli Stati Uniti nella regione.
Gli Stati Uniti stanno condividendo la loro tecnologia sottomarina per la prima volta in 50 anni. In precedenza aveva condiviso la tecnologia solo con il Regno Unito.
L’Australia diventerà la settima nazione al mondo ad operare con sottomarini a propulsione nucleare, dopo Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, India e Russia.
Il contratto con la Francia aveva subito ritardi a causa della richiesta di Canberra che diversi componenti fossero acquistati localmente.
L’Australia ha ribadito che non ha intenzione di ottenere armi nucleari.