Atomiche e carri armati per una discussione franca sulla guerra

di Roberto Gabriele

Sull’attuale crisi in Ucraina si tenta di far passare due posizioni speculari che, anche se declinate in modo diverso, cercano di deviare dalla sostanza delle cose e non aiutano a capire il significato vero degli avvenimenti.

Una è la posizione dei sostenitori degli americani e della NATO; l’altra è rappresentata da quelli che, pur dichiarandosi contro la politica degli americani e dei loro partner, sono convinti che quella russa è una aggressione che deve essere comunque condannata.

Sulla campagna ‘pacifista’ del blocco atlantico che in questi giorni sta tentando di invadere le piazze e domina sui media addomesticati è necessario reagire con molta durezza, perchè si tratta di un’operazione strumentale da parte di chi è responsabileeo ha supinamente accettato e condiviso tutte le guerre e i massacri atroci degli ultimi decenni.

La cosa per noi comunisti è scontata, ma non lo è per milioni di persone martellate dalla propaganda atlantica che, dopo otto anni di silenzio sulla guerra nel Donbass cerca ora in tutti i modi di drammatizzare la situazione dei civili, anche ricorrendo a mezzi ridicoli, come le immagini di ‘mamme di Kiev che piangono’, che ritraggono in realtà donne in lacrime a un funerale di militanti ribelli uccisi nel Donbass nel 2015. Su questo è necessario un contrattacco da parte nostra, che ricordi le manipolazioni mediatiche e i compiacenti silenzi con cui hanno sempre accompagnato e ancora accompagnano le loro guerre e costringa i nostri nemici sulla difensiva. In sostanza si tratta di far passare il concetto che non si possono accettare lezioni da criminali incalliti, quali si sono dimostrati gli americani e i loro alleati NATO. Si tratta anche, nella nostra azione propagandistica, di porre l’interrogativo su come mai questi criminali di guerra sono così preoccupati delle sorti del popolo ucraino quando non hanno avuto esitazioni nel bombardare senza quartiere per mesi e per anni Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, o nel martoriare la Siria e consentire il genocidio in Palestina o nello Yemen. Su questa realtà incontestabile non si possono fare sconti al ‘pacifismo’ strumentale e bisogna mettere in chiaro che la pace non può essere a senso unico. Quando questo falso ‘pacifismo’ dai media scende in piazza e cerca di prendersi tutta la scena dobbiamo saperlo affrontare senza complessi di inferiorità.

Ma non basta. Nel caso della vicenda ucraina si tratta anche e soprattutto di mettere in chiaro che se oggi laggiù c’è la guerra è perchè gli Stati Uniti e la NATO, quindi anche l’Italia, sono responsabili di aver creato con l’avanzamento ad est dell’alleanza atlantica un sistema di attacco missilistico attorno alla Russia, di cui l’Ucraina, dopo il colpo di stato del 2014 stava diventando l’ultimo tassello. Questo schieramento offensivo non poteva passare inosservato da parte di un paese come la Russia che conosce bene il significato strategico di queste operazioni e non può ignorare il pericolo, anche perchè tutte le proposte per un sistema di sicurezza paneuropeo sono state ignorate e la Russia stessa è considerata anche ufficialmente dagli USA come il nemico numero uno insieme alla Cina.

E’ bene allora che su questo si faccia una riflessione seria. Gli Stati Uniti, assecondati dai governi vassalli dell’UE, hanno cercato con l’operazione Ucraina di arrivare alla superiorità strategica per tenere la Russia sotto ricatto atomico. Per quanto possa possa sembrare incredibile per il senso comune, la guerra atomica per l’imperialismo è un progetto ‘razionale’ non una follia, anche se gli esiti per chi la scatenasse non sarebbero certo scontati. Che senso avrebbe se no l’insistenza con cui la NATO porta avanti il suo progetto missilistico di attacco? Del resto la vicenda dei sottomarini australiani e del nuovo accordo militare nel Pacifico ha lo stesso obiettivo rispetto alla Cina.

Nella campagna di informazione e di orientamento che dobbiamo condurre contro il ‘pacifismo’ strumentale dobbiamo dunque insistere con la forza dei fatti su questa questione. Sono gli Stati Uniti e la NATO che hanno minacciato e minacciano la pace.

Un’ultima questione riguarda il giudizio sull’intervento militare russo e la posizione da prendere verso le ‘anime belle’ che si definiscono antimperialiste’ ma si sono subito pronunciate contro di esso. Su questo non dobbiamo e non possiamo avere nessuna supponenza data la delicatezza del problema. Dobbiamo però renderci conto, analizzando gli avvenimenti in Ucraina in questi anni, che il processo degenerativo dovuto all’intervento dell’occidente e in particolare agli USA stava portando la situazione a un punto estremo di non ritorno. Da una parte la persistenza dell’attacco nel Donbass contro la popolazione russofona e dall’altro il progetto di Zelensky di creare una situazione irreversibile con l’ingresso nella NATO, che avrebbe accentuato i rischi contro la Russia. A questo punto si è posta l’alternativa drammatica: lasciare aumentare i rischi strategici di una guerra nucleare, consentendo l’estensione della NATO, o bloccare questa deriva per prevenire il peggio?

Il giudizio del ‘pacifismo’ di maniera non ci aiuta a capire le circostanze dell’intervento militare russo e bisogna invece utilizzare gli strumenti dell’analisi concreta della situazione concreta: una cosa che i comunisti sanno e devono fare.

Questo ci può orientare anche nel dibattito verso quelle ‘anime belle’ che, impegnate da sempre in una fasulla lotta antimperialista, si sono pronunciate contro l’intervento russo in Ucraina con fraseologia ‘rivoluzionaria’. Ma lo sforzo maggiore va posto nella discussione con quelli che, in buona fede, vedono i carri armati russi e ma non il retroscena e i rischi che stiamo correndo.