L’Australia tra doppia anima e pericolo giallo

australia china usa flagsdi Diego Angelo Bertozzi
da cinaforum.net

Nonostante un accordo di libero scambio avviato nel dicembre dello scorso anno e il via libera di Canberra all’acquisto del porto di Melbourne, il più trafficato del Paese (per 7,3 miliardi di dollari) da parte di un consorzio di cui è parte anche la China Investment Corp, tra Australia e Cina i rapporti seguono un andamento altalenante, tra opportunità economiche da sfruttare e tensioni politiche. Lo ha dimostrato l’affare mancato che ha coinvolto Ausgrid, la più grande rete elettrica nazionale, la cui vendita alla azienda statale cinese State Grid Corp of China (che partecipa all’azionariato dell’italiana Cdp Reti) è stata recentemente bloccata dal governo conservatore per questioni di sicurezza nazionale.

Quello che vive l’Australia è stato definito un “dilemma strategico” determinato, da una parte, dalle opportunità economiche di una Cina in espansione e, dall’altro, dal suo ruolo di primo piano nel dispositivo di sicurezza militare degli Stati Uniti in Asia orientale. Una sorta di “doppia anima” come l’ha definita il Washington Post: se, da una parte, governo e mondo politico in generale sottolineano l’importanza di una alleanza strategica consolidata e che risale ai tempi della guerra fredda, dall’altra c’è una comunità imprenditoriale che spinge perché il Paese accolga la “realtà di un potere economico schiacciante” in Asia come quello cinese. 

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