Intervista a Malalai Joya, a cura di Emma Gascó
da diagonalperiodico.net
Traduzione di Giulia Salomoni per Marx21.it
Il 7 Ottobre 2001 gli Stati Uniti lanciavano sull’Afghanistan l’operazione “Libertà duratura”. Quindici anni dopo abbiamo intervistato la deputata e attivista afghana Malalai Joya sull’occupazione militare, la situazione delle donne e la politica del paese (EG).
Qual è la situazione delle donne in Afghanistan dall’occupazione? Vi sentite liberate?
Sfortunatamente la situazione delle donne in Afghanistan è un disastro ancora maggiore, in paragone con l’epoca dei talebani. Gli uomini e le donne dell’Afghanistan non sono stati affatto liberati. Soffrono di ingiustizia, insicurezza, corruzione, disoccupazione, povertà… Le donne ed i bambini sono quelli che stanno peggio. La catastrofica situazione delle donne fu un’ottima scusa affinché la NATO occupasse il nostro paese ma, in realtà, ci ha collocato in prima linea rimpiazzando il regime dei talebani, misogini e fondamentalisti, con i signori della guerra, altrettanto misogini e fondamentalisti, che sono pappa e ciccia coi talebani e che ingannano il popolo afgano mascherati da democratici.
Per questo motivo la situazione, specialmente per le donne, è un inferno nella maggior parte del paese. Perfino a Kabul le donne non si sentono sicure. Il drammatico caso di Farjunda, una ragazza di 27 anni accusata di avere bruciato un Corano, è sufficiente per capire la situazione di disastro assoluto delle donne. L’anno scorso, il 19 marzo, la linciarono brutalmente in pieno giorno, a pochi chilometri dal palazzo presidenziale, molto vicino alla Polizia afgana e alle truppe straniere. Dopo averla bastonata, la investirono con un’automobile, bruciarono il suo corpo e lo gettarono in un fiume vicino. Questa storia è già sufficiente per capire la situazione di insicurezza, la violazione dei diritti umani nel nostro paese. E nelle aree rurali è ancora peggio. Stupri, violenza machista nelle case, attacchi, bastonature a donne, lapidazioni… La violenza contro le donne si è acutizzata.
A confronto con l’epoca dei talebani le donne e gli uomini del nostro paese avevano un nemico che erano i terroristi talebani ma in questi 15 anni dopo la nostra occupazione gente ha quattro nemici: i signori della guerra, i talebani, le forze di occupazione e l’Isis. Ed è vero che in alcune città grandi, Kabul, Herat, Mazzolare-i-Sharif, alcune donne hanno accesso a lavoro ed educazione, ma è solo per giustificare l’occupazione. Nelle aree rurali questo regime burattino e corrotto non ha fatto niente. A terra i talebani, i signori della guerra ed i terroristi dell’Isis continuano a commettere atrocità contro gli uomini e donne del nostro paese, specialmente le donne. Ma dal cielo, le forze di occupazione bombardano alla cieca e le vittime sono persone innocenti, nel nome di una supposta guerra contro il terrore. È una guerra contro i civili innocenti. Migliaia di persone sono state assassinate in questi 15 anni di occupazione, soprattutto donne e bambini.
Nel tuo caso, come l’occupazione ti ha cambiato la vita?
La mia vita è sufficiente per capire la farsa della democrazia di Afghanistan. Non abbiamo l’elemento centrale della democrazia che è la libertà di espressione, libertà di stampa, non abbiamo queste condizioni per la democrazia in Afghanistan. Abbiamo una caricatura di democrazia, con le mani tinte di sangue, sfortunatamente.
Valga un esempio, per mettere a confronto la mia vita attuale col periodo talebano. Io ero una maestra clandestina e portavo il burka. Ora devo ancora portare quest’orribile burka, che credo sia simbolo di oppressione, ma che oggi mi offre sicurezza. Non solo a me, bensì ad altre migliaia di donne, specialmente quelle che sono attiviste, perché permette di nascondere la propria identità.
Ma, sfortunatamente i mezzi di comunicazione, la macchina della propaganda ed i politici accecano la gente rispetto alla guerra. Avrete ascoltato dire a Laura Bush che grazie a loro le donne dell’Afghanistan per la prima volta nella storia hanno diritti. Questa è un’enorme bugia. Le donne afghane avevano certi diritti negli anni 60 e 70. Vestivano più o meno all’occidentale e svolgevano un ruolo nella società, camminavano perfino per la strada senza velo. Ma dopo quattro decadi di guerra, hanno sofferto più che mai. Corrono molti pericoli, specialmente le attiviste. Devono coprirsi affinché nessuno le riconosca, e per non essere un obiettivo.
Hanno tentato uccidermi varie volte, non posso stare in un posto fisso, devo andare da una casa ad un’altra, non posso vivere con la mia famiglia. Sono esempi di problemi che io non affronto sola, bensì con le altre attiviste afgane. Volevano ammazzarmi, mettermi a tacere, perché io sto denunciando questi fondamentalisti davanti alla popolazione e portando alla luce i crimini di guerra sovvenzionati da USA e dalla NATO che appoggiano questi fondamentalisti in Afghanistan.
Perfino Angela Merkel è arrivata a incontrare uno di questi fondamentalisti, un assassino…
Io sono stata in Germania. Prima vi ho mostrato la foto di Angela Merkel nell’ufficio di uno dei signori della guerra fondamentalista, Atta Mohammad, governatore di Mazzolare-i-Sharif, nel nord dell’Afghanistan. Egli è un signore della guerra molto potente che ha partecipato alla guerra civile dal 92 al 96 ed ora ha imparato a radersi e a mettersi abito e cravatta. E riceve milioni di dollari dai Governi occidentali. Ha una specie di governo dentro il governo. Perfino il Washington Post lo ha segnalato come un famoso trafficante di droghe, un uomo molto corrotto, che ha rubato milioni di dollari provenienti dalla ‘comunità internazionale’ per la ricostruzione e l’educazione. Centinaia di milioni di dollari che il Governo ha ricevuto dai governi occidentali è stato rubato da questi politici corrotti che sono al potere, da ONG corrotte, afghane e straniere, e da parlamentari corrotti.
Perché le persone stanno fuggendo dall’Afghanistan e si stanno trasformando in rifugiati?
La situazione dell’Afganistan è un disastro. Soprattutto per l’insicurezza e la disoccupazione, il 60% della popolazione è disoccupato. Lasciano il paese per vivere una vita sicura e per ottenere un lavoro. Quando passano attraverso rotte pericolose in altri paesi affrontano grande discriminazione e crudeltà, non solo nei paesi occidentali, anche nei paesi vicini, affrontano dittature. È sufficiente vedere tutta questa gente che cerca asilo per capire la situazione dell’Afghanistan.
Ma quello che vogliamo è che si rispettino le convenzioni internazionali su diritti umani, rifugiati ed asilo. Ma chi è rimandato indietro in Afghanistan, finisce per vedersi obbligato a scegliere tra arruolarsi nelle file dei talebani o dell’Isis che pagano 600 euro al mese, o diventare tossicodipendente. La responsabilità di questa crisi, non solo in Afghanistan, ma anche in altri paesi, come in Iraq, Libia, Yemen, Somalia, etc., è degli USA e della NATO.
Il terrorismo è un buon strumento nelle mani di questi politici che l’hanno usato per la propria strategia, per il loro interesse politico ed economico. La gente è la vittima. Per 15 anni hanno giocato col destino della gente dell’Afghanistan. Hanno invaso l’Afghanistan in nome della guerra contro il terrore, ammazzando gente innocente, in una supposta guerra contro i talebani. Ed ora, un’alta carica degli Stati Uniti dice che i talebani non sono suoi nemici. In realtà, in questi 15 anni sono passati ad appoggiare indirettamente i talebani. I talebani erano già al potere. Ma da poco hanno aperto un spazio per questi terroristi in Qatar e hanno liberato alcuni dei leader talebani che erano a Guantánamo, per questo regime burattino, in nome della pace e della riconciliazione. E credo che questo tipo di pace sia ancora più pericoloso della guerra attuale. Si commetteranno più barbarie, specialmente contro le donne. Stati Uniti e NATO non prendono sul serio l’idea di finire i talebani perché hanno bisogno di loro per le proprie sinistre agende. Usano l’Afghanistan per i propri interessi, per controllare altri poteri asiatici, come Cina, Iran, Russia, etc., per avere un accesso facile al gas ed ad al petrolio degli stati asiatici. E, nel frattempo, guadagnare centinaia di milioni di dollari dello sporco commercio dell’oppio. E l’oppio è più pericoloso di al-Qaeda e del terrorismo. È come al-Qaeda ed il terrorismo perché ci sono più di tre milioni di afgani che si abbandonano all’oppio, soprattutto le generazioni giovani, donne e bambini.
Ma prima ci raccontavi che la gente è già molto stufa e sta incominciando a dire “basta”..
Abbiamo un detto in Afghanistan che dice “dove c’è crudeltà, c’è anche resistenza.” La gente è stufa di questa disastrosa situazione ed ogni giorno si alzano sempre più voci contro l’occupazione ed anche contro il regime marionetta corrotto che abbiamo.
Per esempio, il 11 novembre di 2015 si è avuto un movimento storico in Afghanistan perché una bambina di nove anni, chiamata Shukria Tabason, era stata decapitata insieme ad altre sei persone, uomini e donne giovani, perché appartiene ad una minoranza etnica, gli hazara. Li hanno decapitati i terroristi talebani e dell’ISIS, che avevano catturato queste persone mentre si spostavano da una provincia ad un’altra. A metà strada li hanno fermati e uccisi brutalmente, compresa la bambina di nove anni.
Quando sono arrivati i corpi da Kabul a mezzanotte, la gente li ha portati a spalle, decine di migliaia di persone, di differenti etnie, tutte insieme, si sono dirette verso il palazzo presidenziale, hanno gridato contro il regime mafioso, contro l’occupazione, contro il terrorismo talebano, contro i signori della guerra. Ma nessuno le ha ascoltate. Questa resistenza si è prolungata, a dispetto della pioggia, fino al giorno seguente. Alla fine, il Governo, che aveva tentato di manipolare la mobilitazione, ha fatto qualche vuota promessa
Giorno per giorno questo tipo di resistenza sta crescendo. La guerra in Afghanistan non è solo invasione militare, è anche propaganda. Crediamo che nessuna nazione possa portare la liberazione ad un’altra. La liberazione la deve ottenere la gente per sé stessa. Ma, se USA e NATO, incluso il Governo spagnolo, vogliono darci la pace, allora la smettano di mettere al potere i criminali di guerra e di negoziare coi terroristi talebani. Ovviamente, la gente odia questi fondamentalisti che hanno paura della resistenza della gente. Se smettono di appoggiarli, crediamo che si trasformeranno in “orfani.” Il loro pilastro fondamentale si romperebbe. L’unica alternativa per un futuro di pace dell’Afghanistan sono le forze progressiste che abbiamo, intellettuali, partiti, individui…
Per esempio, vi faccio il nome di un partito progressista, Solidarity Party dell’Afghanistan, capeggiato da gente giovane e che è la speranza di molti perché la generazione più giovane è la generazione vittima… E’ un partito laico che lotta contro l’occupazione, contro il fondamentalismo, organizza manifestazioni, i suoi militanti sono attivi e molto coraggiosi, si giocano la vita per una buona causa. È necessario che la gente progressista in Spagna, negli Stati Uniti, in altri paesi del NATO facciano pressioni sui loro Governi e sui loro politici, soprattutto sui politici onesti. Che le alleanze di sinistra di questi paesi appoggino il Solidarity Party dell’Afghanistan, specialmente per quel che riguarda l’educazione, che è chiave contro l’occupazione e contro l’ignoranza.