di Giulietto Chiesa | da facebook
Domenica si vota per un’Europa che si è già sporcata di nazismo, appoggiando un colpo di stato – appunto effettuato per mano nazista – in Ucraina.
E si vota in Ucraina per eleggere un presidente che sarà ostaggio – come la giunta attuale- degli Stati Uniti e della Trojka.
Dalle nostre parti funziona ancora il cerimoniale democratico, al quale siamo abituati, anche se è ormai un involucro con pochi contenuti.
In Ucraina il voto non avrà neppure la parvenza del cerimoniale. Quattro candidati sono stati costretti con la forza ad abbandonare. In parlamento i deputati che ancora hanno il coraggio di dissentire vengono aggrediti e picchiati. Il leader dei comunisti, Piotr Simonenko, è sfuggito a un attentato. A un altro, Oleg Zariov, hanno incendiato la casa.
Milioni di russi-ucraini non andranno a votare.
In due grandi e decisive regioni del sud-est c’è la guerra, con carri armati e cannoni. In altre regioni c’è la guerra civile, aperta o serpeggiante. Odessa vive nel terrore dopo il massacro del 2 maggio in cui solo russi di ucraina sono stati massacrati: giovani, donne, vecchi, tutti disarmati. Un pogrom in grande stile.
Le squadracce naziste armate agiscono indisturbate in tutte le zone occidentali di un paese che, in sostanza, non è più tale e non lo sarà più.
Le cifre dell’affluenza al voto saranno manipolate in modo sfacciato. I risultati saranno “aggiustati” secondo il gusto e gl’interessi delle potenze coloniali occupanti (ovviamente USA e la cricca di Bruxelles).
Eppure – facilissima profezia- tutta l’Europa, in coro dietro Washington, e l’unanimità dei media, dirà che le elezioni sono state pienamente valide.
Col che potremo essere certi che l’Europa attuale, già da tempo guidata in modo antipopolare, si va felicemente avviando verso l’eurofascismo. Così, almeno, non avremo più dubbi in materia.
PS A proposito: dov’è finita la Russia? Ci hanno detto che aveva occupato l’Ucraina, ma dev’essersi dileguata senza comunicarcelo.