di Aleksandr Latsa, http://fr.rian.ru | Traduzione di Spartaco Puttini per Marx21.it4 FEBBRAIO: UNA GRANDE GIORNATA DI MANIFESTAZIONI IN RUSSIA
“Un altro sguardo sulla Russia”
Mosca e la Russia intera hanno assistito ad una grande giornata di manifestazioni sabato 4 febbraio 2012. E’ interessante osservare queste manifestazioni e metterle a confronto con quelle del dicembre 2011. Una prima grande manifestazione dell’opposizione aveva avuto luogo il 10 dicembre 2011 sulla piazza Bolotnaja, a Mosca, ed aveva raggruppato tra le 35 e le 45 mila persone. Molti dei manifestanti contestavano i risultati delle ultime elezioni legislative, ma il meeting si era rapidamente trasformato in una iniziativa anti-Putin.
Il successo di questa prima manifestazione ha incitato un certo numero di personalità dell’opposizione politica, di leader di movimenti e associazioni e di rappresentanti della società civile (blogger, giornalisti) a costituire un movimento di protesta sulla base di due rivendicazioni principali: annullare le elezioni legislative e soprattutto esigere la partenza del primo ministro e candidato alle elezioni presidenziali Vladimir Putin.
Su questo slancio, il 24 dicembre, una seconda grande giornata di contestazione è stata organizzata a Mosca e in tutta la Russia per mantenere la pressione e annunciare un grande movimento di protesta per il mese di febbraio, destinato a far vacillare il potere di Russia Unita e a forzare le autorità a tener conto delle rivendicazioni dei manifestanti.
Questa seconda giornata di mobilitazione non ha avuto successo che a Mosca, poiché il 24 dicembre, sia in provincia che a San Pietrburgo, le mobilitazioni sono state ben più fiacche di quelle del 10 dicembre. Ma a Mosca la manifestazione che ha avuto luogo lungo corso Sakharov ha riunito senza dubbio quasi 50 mila persone, vale a dire più di quella del 10 dicembre.
Incoraggiati dal successo moscovita gli organizzatori prevedevano già l’Armageddon per l’inizio del 2012. Il carismatico blogger nazional-liberale Aleksej Navalny, una delle figure del movimento di protesta, aveva annunciato l’obiettivo dell’assembramento del 4 febbraio 2012: “la prossima volta porteremo nelle strade di Mosca un milione di persone”.
Ma la realtà delle manifestazioni di sabato scorso è stata tutt’altra, poiché sono stati meno di 260 mila i manifestanti che hanno scelto di politicizzare il loro sabato 4 febbraio nel paese, partecipando a un centinaio di iniziative. Il 4 febbraio ha sembrato marcare l’inizio della campagna presidenziale.
Contrariamente a quanto sostenuto da certi grandi titoli della stampa francese la provincia non ha manifestato contro Putin ma piuttosto in suo sostegno. Facciamo un giro d’orizzonte dei rapporti di forza attraverso il paese, durante queste manifestazioni del 4 febbraio:
A Kursk, 5 mila persone hanno sfilato per Putin contro 7 mila a Briansk e 3 mila a Novgorod. In queste tre città l’opposizione non ha potuto raccogliere che una cinquantina di persone. A Voronez 12 mila persone hanno sostenuto il potere e l’opposizione ha portato in piazza mille manifestanti. A Tambov, 500 a favore e 300 contro. A Nizni-Novgorod, 1000 persone hanno richiesto giuste elezioni. Verso il Volga, a Ulianovsk 5000 persone hanno sostenuto il primo ministro, quanto all’opposizione ha raccolto circa 300 persone. A Penza il meeting pro-Putin ha raccolto 3000 persone contro 300 manifestanti per l’opposizione. A Saransk hanno sfilato 7000 persone in sostegno di Putin. Nel centro del paese, a Kazan solo 300 militanti dell’opposizione hanno sfilato. A Ufa, in Baskiria, un meeting in sostegno di Vladimir Putin ha attirato circa 5500 manifestanti, contro gli 800 dell’opposizione. Negli Urali, a Ekaterinburg: i pro-Putin avevano iniziato le loro mobilitazioni un po’ prima visto che il 28 gennaio da 6000 a 7000 persone erano scese in strada in appoggio al primo ministro. Quanto agli oppositori di Putin hanno raccolto sabato 4 febbraio circa 3000 persone. A Celjabinsk 4000 persone hanno sostenuto il potere contro 800 oppositori. A Kurgan, solo 4000 sostenitori di Putin hanno sfilato e a Perm 2000. In Siberia, a Novorossisk l’opposizione ha raccolto 1500 persone contro le 3000 del 10 dicembre. A Kemerovo il meeting di sostegno al governo ha visto 1000 partecipanti contro le 300 dell’opposizione. A Omsk circa 6000 persone hanno partecipato ad una manifestazione di sostegno a Vladimir Putin, e l’opposizione ha mobilitato 2000 persone. A Irkutsk, l’opposizione ha raccolto tra le 300 e le 400 persone. A Kyzyl’ sono stati circa 1500 i manifestanti che si sono radunati in favore del primo ministro. A Krasnojarsk, 4000 militanti pro-Putin hanno sfilato contro i 700 dell’opposizione.
Il sud si è debolmente mobilitato. A Krasnodar 500 persone hanno sfilato per elezioni oneste, 800 a Samara, 300 a Saratov e 1000 a Rostov. Rostov ha visto anche una manifestazione pro-Putin di circa 4000 persone. Ad Astrakhan 4000 manifestanti hanno sostenuto il primo ministro contro i 150 manifestanti dell’opposizione. Infine nel Caucaso solo 500 persone sono scese in strada, il meeting più grande è stato quello in sostegno al premier a Karacevo (Circassia), con 350 partecipanti.
In Estremo oriente 3500 persone hanno sfilato a Petropavlovsk (Kamchatka) in sostegno di Putin, l’opposizione non ha raccolto che 200 persone. L’opposizione ha assembrato 300 persone a Kabarovsk. 50 supporters del premier hanno sfilato a Magadan, 200 a Vladivostok e 600 a Birobidjan. Infine 1500 persone hanno manifestato in sostegno a Putin nella repubblica di Comi e più d’un migliaio a Narian-Mar, capitale del distretto autonomo di Nenet. A Blagovecensk 1000 manifestanti hanno portato il loro supporto a Putin, quando l’opposizione ha riunito 150 persone.
I meeting d’opposizione erano sovente organizzati dal partito comunista, dai liberal-democratici di Valdimir Žirinovsky o dall’opposizione liberale Yabloko. (Fonti: Ridus, Kommersant, Ria-Novosti).
Ma la grande questione concerne la natura e l’ampiezza della manifestazione di Mosca e di San Pietroburgo. A San Pietoburgo la manifestazione dell’opposizione non ha raccolto che 3000 persone contro le 4000 del 24 dicembre scorso e le 10000 del 10 dicembre precedente. A Mosca su piazza Bolotnaja, dove aveva avuto luogo la manifestazione del 10 dicembre, sono stati tra i 50 mila e i 60 mila i manifestanti che si sono trovati, cioè sensibilmente meno che il 10 dicembre scorso, cosa che lascia pensare che l’opposizione contestataria abbia fatto il pieno nella capitale. Lungo corso Sakharov la seconda manifestazione indetta non ha attirato che 150 persone sulle 30000 che erano attese. Per contro un meeting a sostegno di Valdimir Putin ha riunito più di 100000 persone sul monte della Vittoria. Questa manifestazione si è presentata come “conservatrice”, per un potere forte attorno al tema: “noi abbiamo qualcosa da perdere”. I differenti oratori ed organizzatori dell’iniziativa (Sergej Kurganian, Maksim Shevshenko, Nikolaj Starikov, Tatjana Tarassova, Aleksandr’ Dughin, Mikhail Leont’ev…) hanno insistito sulla necessità per la Russia di preservarsi dalla “peste arancione”, chiedendo comunque elezioni oneste.
Quali conclusioni si possono tirare da questa giornata di mobilitazioni?
1) Innanzitutto che l’opposizione contestataria che ha sfilato il 4 dicembre non può più pretendere di rappresentare la voce del popolo poiché numerosi assembramenti popolari hanno avuto luogo in numerosi centri del paese in favore di Vladimir Putin, in corsa per la presidenza;
2) Nello spazio di una settimana il fronte contestatario si è completamente spaccato. Non solo non ha il monopolio della strada, ma è ormai evidente che il paese reale si è svegliato e intende far sentire la sua voce. I partiti politici sono mobilitati per la campagna elettorale presidenziale;
3) Il fronte dell’opposizione contestataria che ha raggruppato liberali, nazionalisti, ultrasinistri, anarchici, terzomondisti, monarchici e membri della società civile non ha creato un movimento unito. Senza programma e senza candidato questo fronte nato durante le manifestazioni di dicembre 2011 sembra destinato a scomparire a breve, soprattutto allorché alcuni leader politici (come gli ultrasinistri) invocano pubblicamente una rivoluzione arancione in Russia, cosa che la stragrande maggioranza dei russi non vuole;
4) I manifestanti anti-Putin avrebbero senza dubbio fatto a meno dell’ingombrante sostegno del terrorista Doku Umarov, che ha lanciato una tregua per gli attentati in Russia contro i civili, visto che manifestano contro Putin;
5) La società civile russa ha mostrato la sua capacità di mobilitarsi e sfilare senza incidenti. Ma si è lontani dalle mobilitazioni incredibili che hanno accompagnato la “cintura della vergine” nel dicembre scorso, e che ha mobilitato 3 milioni di russi in tutto il paese;
6) Una menzione speciale meritano l’agenzia AP che è riuscita a contare 20 mila manifestanti al meeting pro-Putin e “Le Parisien” che ha illustrato la manifestazione dell’opposizione servendosi di foto riguardanti la manifestazione pro-Putin, ciò che ha valso al giornale le prime pagine sulla stampa russa!