Riflessione sulla “rivoluzione delle nevi” in Russia

di Aleksandre Latsa*, http://fr.rian.ru/tribune/ | Traduzione di Spartaco Puttini per Marx21.it

 

putin-russiaunita-w300*Aleksandre Latsa è un giornalista francese che risiede a Mosca. L’articolo è apparso nella “Tribuna libera” in lingua francese ospitata dal sito dell’agenzia di notizie Ria Novosti.

 

Gli avvenimenti politici che ha vissuto la Russia in questi ultimi giorni sono stati senza dubbio trattati dal mainstream mediatico ancora una volta in modo eccessivo e distorto.

Primavera russa, rivoluzione delle nevi, crollo del regime putiniano, rivoluzione araba a Mosca…

 

Gli aggettivi eccessivi e spesso ossessivamente diretti contro il primo ministro sono certo adeguati con gli slogan che ho potuto sentire durante queste manifestazioni ma sembrano ben lontani dalla realtà, e anche da ciò che pensa in questi giorni la maggioranza dei russi.

 

Questa volta il mainstream mediatico francofono non ha uguagliato il mainstream anglofono: una delle principali catene televisive anglofone ha commentato le manifestazioni in Russia utilizzando immagini degli scontri avvenuti in Grecia! Si sa però che le palme sono rare a Mosca e che la polizia russa non è solita indossare uniformi greche. Ogni commento è inutile, basta guardare quel reportage.

 

Cominciamo dall’inizio. In seguito alle elezioni legislative del 4 dicembre alcuni casi di brogli sono stati smascherati. Ciononostante un’analisi seria e non emotiva mostra, sulla base degli exit-poll, che sensibili differenze con il risultato ufficiale sono riscontrabili solo in Caucaso e a Mosca. E’ stato già ricordato da alcuni che la struttura tradizionale della società cecena (conservatrice) può rappresentare un fattore di voto difficile da decifrare. Gli altri brogli concernono essenzialmente Mosca, dove il risultato di Russia Unita sarebbe stato gonfiato, come affermato nel corso dello spoglio dall’istituto di sondaggi FOM, che ha dato fuoco alle polveri. Curiosamente questo sondaggio non è più sul sito di FOM oggi, ma è stato ripreso da numerosi blog. Cosa c’è di più semplice da manipolare che un exit-poll da parte di un istituto? I movimenti di protesta non hanno riguardato che Mosca e San Pietroburgo, che assieme hanno concentrato i ¾ delle manifestazioni in corso nel paese.

 

Quali sono i brogli denunciati e propagati sul web, tramite i social network o Youtube che i giornalisti occidentali citano senza sosta dalle elezioni? 7664 incidenti di diversa natura sono stati censiti sull’insieme dei seggi durante queste elezioni (in Russia e nei seggi all’estero). Tra questi i casi che accusano di brogli contestando l’assegnazione del voto sulle schede scrutinate sono 437. Guardiamo cosa scrive il sito dell’associazione “indipendente” Golos, specializzata nella verifica dei processi elettorali: in 66 casi viene registrata una differenza tra i conteggi degli osservatori e i risultati finali, che riguardano a seconda dei casi 100, 200 o 300 voti.

 

Stessa analisi fornisce Vedemosti, che pubblica un’analisi dettagliata di Mosca nella quale una trentina di casi sono stati segnalati dagli osservatori di Yabloko in tutta la capitale.

 

Si può credere che questi 20 mila voti contestati (ad essere generosi) abbiano permesso a Russia Unita di raddoppiare i propri consensi a Mosca? Non è forse vero che gli osservatori “indipendenti” o quelli di Golos o di Yabloko non hanno potuto segnalare con certezza ad oggi qualsiasi altro genere di brogli negli altri 3374 seggi della capitale? Possiamo credere che qualche caso di broglio abbia potuto invertire totalmente l’esito dello scrutinio? Si può seriamente dubitarne. […] non si può ancora paragonare Mosca a Chicago, dove nel 1982 erano scomparsi nel nulla ben 100 mila voti. Inoltre molti osservatori internazionali hanno convalidato le elezioni. A proposito di America: l’associazione Golos , in prima linea nel denunciare i brogli in Russia è finanziata dalle potenti associazioni statunitensi USAID e NED. Golos sta per essere presa con le mani nel sacco, se così si può dire, poiché la stampa russa sta per pubblicare uno scambio di mail tra il responsabile di Golos e i responsabili dell’USAID, nelle quali si chiedeva quanto l’associazione potrebbe fatturare per denunciare brogli e abusi. (http://www.lifenews.ru/news/76604)

 

Ma la bufala mediatica su elezioni massicciamente truccate ha funzionato e sono senza dubbio circa 35 mila le persone che hanno partecipato alla grande manifestazione di sabato scorso a Mosca per chiedere nuove elezioni. La manifestazione si intitolava la rivoluzione delle nevi, e i partecipanti portavano nastri bianchi e fiori. Questa associazione di simboli fa stranamente pensare ai simboli delle rivoluzioni colorate che hanno avuto luogo in Serbia nel 2000, in Georgia nel 2003 o in Ucraina nel 2004. Più strano ancora risulta il fatto che il sito della misteriosa e nuova associazione che organizzava il movimento si intitolava nello stesso modo: BelayaLenta. E’ il nome di un dominio internet che è stato depositato negli Usa nell’ottobre 2011…

 

Questa manifestazione era molto interessante, a mio avviso. Riuniva una galassia molto eterogenea di movimenti politici e di associazioni. Una parte delle persone era semplicemente venuta a vedere cosa stava succedendo, sorpresa dall’ampiezza dell’assembramento. Descriverei il partecipante medio come un moscovita della classe medio-alta, giovane, di sesso maschile, presente perché convinto di essere stato frodato, quando non semplicemente ostile al primo ministro Vladimir Putin. Il meeting era co-organizzato dagli eterni oppositori liberali Boris Nemtzov, Michail Kasyanov e Vladimir Milov, uniti nel Parnas (Partito liberale del popolo) e Serghei Udalzov, leader del movimento di estrema sinistra Fronte di sinistra, ugualmente ex membro della coalizione “liberal-comunista” “’Altra Russia”, che raggruppava ultrasinistra, nazional-bolscevichi (Limonov) e liberali pro-occidentali.

 

Erano presenti le associazioni liberali e pro-occidentali. Anche il Partito comunista (KPRF) e Russia Giusta erano presenti, così come diversi movimenti d estrema sinistra: dagli anarchici al Fronte di sinistra a movimenti terzo-mondisti. Ma occorre aggiungere un altro elemento inatteso per un osservatore straniero, la presenza in forze di rappresentanti dell’estrema destra neo-nazista, nazionalista o monarchica.

 

Il lettore si chiederà senza dubbio come gente così diversa possa sfilare fianco a fianco. Ci sono stati molti slogan contro Putin, ma non incidenti. Questa animosità nei confronti del primo ministro si è espressa in modi molto diversi. Per alcuni è un autocrate, per altri al contrario non è abbastanza nazionalista, troppo liberale o non abbastanza di sinistra. Un simbolo era assente dalla manifestazione, il blogger Aleksej Navalny, che sembra rappresentare perfettamente questa sintesi inattesa tra i liberali e l’estrema destra radicale. Questo blogger è molto popolare in Occidente (più che in Russia), è un ex membro del movimento liberale Yabloko, è l’ideatore dello slogan “Russia Unita partito di ladri”, slogan ripreso dagli oppositori di Vladimir Putin.

 

E’ lo stesso Navalny che ha lanciato lo slogan: “vota chi vuoi ma non Russia Unita”. Quest’anno ha anche partecipato alla “marcia russa”, evento di estrema destra, “rallegrandosi di poter educare questa gioventù radicale”. Ma anche lui si è fatto piratare la posta elettronica, ciò che ha permesso di mettere in evidenza che era (come Golos) sul libro paga della NED (una delle strutture essenziali per il sostegno alle rivoluzioni colorate in questi ultimi anni nello spazio postsovietico) e in stretto legame con Aleksandr Belov, rappresentante di una formazione di estrema destra visceralmente ostile al Cremlino: l’ex DPNI.

 

A parte l’influenza di Golos e Navalny, occorre notare che gli Usa hanno promesso recentemente d’aumentare gli aiuti alle associazioni che operano in Russia, sostenendo che questi aiuti non punterebbero a minare la stabilità politica del paese. Cosa di cui si può sinceramente dubitare.

 

Ho assistito a questa manifestazione e ho maturato due riflessioni principali.

 

Innanzitutto il meeting è finito in modo composto: è una dimostrazione di maturità della società russa, tanto a livello di manifestanti che da parte degli apparati dello Stato. Ormai il mito dello stato repressivo raccontato senza sosta non è più valido. I manifestanti hanno rispettato la legge e tutto si è svolto senza significativi incidenti.

 

Secondariamente molte rivendicazioni serie e costruttive di molti manifestanti (medicine gratuite e riforma dell’educazione) sembravano echeggiare le domande di un elettorato vicino al Partito comunista o a Russia Giusta, i partiti del nuovo blocco di sinistra. Questo blocco si appresta ad occupare circa un terzo dei seggi nella nuova Duma, sembra dunque essere la forza reale che è emersa dalle elezioni del 4 dicembre ben più di un’ipotetica ed evanescente coalizione arancio-bruno-rosa, riunita in un meeting organizzato dagli eterni perdenti o da leader di gruppetti. E’ plausibile che ormai la vita politica russa possa strutturarsi attorno a due grandi blocchi: un centro-destra attorno a Russia Unita e una grande corrente di sinistra. Queste due riflessioni mi spingono a pensare che la vita politica russa dovrebbe così tenere la sua stabilità, rinviando sine die i progetti americani di rivoluzione colorata in Russia.