Per l’ONU le leggi ucraine sulla “decomunistizzazione” violano il diritto internazionale

pcu bandiera manoUfficio stampa del Partito Comunista di Ucraina

da www.kpu.ua
Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Le limitazioni, associate al divieto della propaganda dei simboli sovietici in Ucraina, violano il diritto internazionale in materia di libertà di espressione. Questo è contenuto nel decimo rapporto (link) dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), dedicato alla situazione in Ucraina.

Il documento, che tratta del periodo dal 16 febbraio al 15 maggio 2015, rivolge l’attenzione alle leggi approvate in Ucraina e che riguardano gli avvenimenti della storia del paese. In particolare, il discorso riguarda l’attribuzione di un carattere criminale ai regimi nazista e comunista, la ridenominazione di città, piazze, vie e altri luoghi, a cui era stato destinato un nome in periodo sovietico, e anche il riconoscimento degli appartenenti a OUN-UPA come “combattenti per l’indipendenza dell’Ucraina”.

“Il 15 maggio, il presidente dell’Ucraina ha firmato un pacchetto di quattro leggi che condannano i regimi comunista e nazista come “criminali secondo la legge”, proibiscono la loro propaganda e l’esposizione pubblica dei loro simboli. Di conseguenza diventa necessario dare una nuova denominazione a città, vie, piazze e altri luoghi, i cui nomi erano stati attribuiti in periodo sovietico. Il pacchetto di leggi comprende disposizioni per l’apertura di tutti gli archivi degli organi di sicurezza dell’epoca sovietica e garantisce il riconoscimento sociale di tutti coloro che avevano combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina. In tal modo, oltre che ai veterani di guerra sovietici, gli organi statali e locali del potere dovranno assicurare i benefici sociali ai membri dei gruppi più diversi, elencati dalla legge – dai difensori dei diritti umani ai membri dei movimenti ultranazionalisti che hanno commesso atrocità di massa ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, come l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) e l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA)” – si legge nel documento.

A parere della missione di monitoraggio dell’OHCHR dell’ONU, sussiste il rischio serio che queste leggi “possano mettere in discussione il giudizio sull’Ucraina del passato e limitare la libertà di parola in modo tale da provocare un inasprimento delle differenze”.

Nella Legge “Sullo stato giuridico e la perpetuazione del ricordo dei combattenti per l’indipendenza dell’Ucraina nel XX secolo” si afferma che “la pubblica manifestazione di mancanza di rispetto” verso qualsiasi gruppo abbia combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina e verso la legittimità di tale lotta è “illegale” e va sanzionata secondo la legislazione ucraina. La Legge “Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) in Ucraina e il divieto della propaganda dei loro simboli” ancora più chiaramente stabilisce una punizione attraverso la limitazione o la privazione della libertà fino a cinque anni per la produzione, la diffusione e l’utilizzo pubblico dei simboli comunisti o fascisti”, si afferma nel rapporto.

La missione di monitoraggio dell’OHCHR dell’ONU ricorda che “analoghe posizioni, adottate in altri paesi, sono state considerate dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo come una violazione della libertà di espressione”.

Ai sensi dell’articolo 20 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici gli stati membri hanno l’obbligo legale di vietare “la propaganda della guerra” e “la propaganda dell’odio nazionale, razziale o religioso, che costituisca incitamento alla discriminazione, all’ostilità e alla violenza”, si sottolinea nel rapporto.

Al governo dell’Ucraina viene intimato “di modificare le disposizioni sulla decomunistizzazione in modo da garantire il pieno rispetto delle norme internazionali in materia di libertà d’espressione”.