L’Unione Europea estende le sanzioni contro il governo bielorusso

da Atlas Alternatif* | Traduzione a cura di Marx21.it

bielorussia europa*Il blog «Atlas alternatif», diretto da Frédéric Delorca si propone dal 2006 di offrire un contributo collettivo (42 collaboratori) al servizio della critica del dominio dei grandi gruppi industriali, finanziari, mediatici e degli Stati occidentali nel mondo e a sostegno dell’iniziativa, sul piano internazionale, delle forze progressiste antimperialiste.

I paesi dell’UE hanno convenuto il 29 febbraio scorso (http://fr.rian.ru/world/20120229/193548082.html) di allargare la lista dei funzionari bielorussi sottoposti a “misure restrittive”. La Bielorussia ha richiamato il suo rappresentate permanente presso l’UE e il suo ambasciatore in Polonia, dopo che il capo della diplomazia europea Catherine Ashton ha annunciato che “tutti gli ambasciatori dei paesi membri dell’UE in Bielorussia saranno richiamati per consultazioni in segno di solidarietà e di unità”.

La Russia (http://fr.rian.ru/world/20120315/193911874.html) sebbene abbia intrattenuto relazioni difficili con Minsk e abbia premuto per liberalizzare la sua economia (http://atlasalternatif.over-blog.com/article-quand-le-president-russe-medvedev-veut-contraindre-minsk-a-privatiser-74948354.html), oggi alza i toni e annuncia per voce del vice-primo ministro russi Dmitry Rogozin che accorderà il suo pieno sostegno alla Bielorussia in caso di inasprimento delle sanzioni europee nei suoi confronti.

Nel gennaio 2011 una petizione (http://belarusanalysis.blogspot.com/2012/01/appel-de-solidarite-avec-la-bielorussie_23.html) contro l’ingerenza occidentale in Bielorussia era stata firmata da collaboratori di Atlas Alternatif. Nello stesso momento la Bielorussia faceva la sua irruzione nel dibattito politico francese. Il giornalista di convinzioni europeiste di Libération Jean Quatremer nel suo blog il 20 gennaio 2011 (http://www.lepoint.fr/chroniqueurs-du-point/emmanuel-berretta/melenchon-s-accroche-avec-un-journaliste-de-liberation-26-01-2011-131768_52.php) aveva rimproverato al presidente del Front de Gauche JL Mélenchon di essersi astenuto dal votare con il suo gruppo una risoluzione del Parlamento Europeo che richiedeva un inasprimento delle sanzioni economiche nei confronti del regime bielorusso e del suo presidente a seguito degli arresti brutali e arbitrari di oppositori che hanno seguito la sua rielezione, il 19 dicembre 2010. Il leader del Front de Gauche gli aveva replicato nel suo blog il 24 gennaio (http://www.jean-luc-melenchon.fr/2011/01/24/le-coeur-leger-et-joyeux-peu-de-bagages-a-la-main-on-fonce/): “Quali sanzioni noi rifiutiamo? Quelle che congelano gli “aiuti del FMI e dell’UE”, secondo il testo della risoluzione della destra. In effetti noi ci opponiamo al regime delle sanzioni finanziarie contro i popoli, in generale. Ma aggiungiamo anche che noi siamo contrari agli “aiuti del FMI” e al sistema stesso dell’ingerenza del FMI nella condotta della politica dei paesi. In che cosa ciò rappresenterebbe un sostegno al regime in corso? E non è tutto. Quali altre proposte di questa risoluzione di destra ci rifiutiamo di sostenere? Quella che “invita la Commissione a sostenere, con ogni mezzo finanziario e politico, gli sforzi profusi dalla società civile bielorussa, dai media indipendenti (incluso Belsat, Radio europea per la Bielorussia, Radio Racyja e altri)”. In realtà “Balsat TV” è una TV…polacca! E per di più finanziata dal governo polacco. Noi siamo contro questo tipo di ingerenza di un governo contro un altro che rappresenta un fattore di tensione internazionale evidente e specialmente nel caso inciti al confronto, tenuto anche conto del peso della storia nella zona”.

Negli Stati Uniti, nel luglio scorso, anche il rappresentante Ron Paul si era espresso contro il rinnovo del “Belarus Democracy Act” che prevede il rafforzamento dell’aiuto all’opposizione bielorussa (http://delorca.over-blog.com/article-ron-paul-a-propos-du-belarus-democracy-act-78866024.html).

Per tutto il 2011 la pressione per l’inasprimento della politica europea nei riguardi di Minsk non si è indebolita. Il 3 novembre 2011, su Le Monde (http://www.lemonde.fr/idees/article/2011/11/03/l-ue-doit-avoir-une-ligne-ferme-et-claire-vis-a-vis-de-la-repression-au-belarus_1598633_3232.html), l’ecologista interventista Daniel Conh Bendit, l’ex ambasciatore Stephan Hessel, autore di “Indignatevi!”, la Federazione internazionale delle leghe per i diritti dell’uomo (FIDH) e Jonathan Littel, autore di “Le benevole”, hanno chiesto all’Unione Europea di attuare una politica diplomatica “ferma” dopo la messa sotto accusa nel 2011 per evasione fiscale di Ales Bialiatski, responsabile del Centro dei diritti dell’uomo “Viasna” (Primavera), insignito del Premio danese della libertà Politiken (Politiken Freedom Price) (condannato tre settimane più tardi a quattro anni e mezzo di prigione in prima istanza). Bialiatski è anch’egli vice-presidente della FIDH. Di passaggio a Parigi nel marzo 2011 (http://www.lemonde.fr/europe/article/2011/11/24/le-plus-celebre-activiste-bielorusse-condamne-a-quatre-ans-et-demi-de-prison_1608752_3214.html), egli aveva fatto appello allo strangolamento economico del governo bielorusso che secondo lui ha “lo stomaco al posto del cervello”. Le autorità bielorusse lo accusano di avere sottratto al controllo del fisco 40.000 dollari (http://belsat.eu/en/wiadomosci/a,5804,newold-indictment-against-bialiatski.html) ricevuti da organizzazioni straniere.

Per quanto concerne i comportamenti scorretti delle ONG anti-governative a Minsk, le persone che leggono il russo possono anche riprendere l’articolo di Elena Pustovoitova (http://www.fondsk.ru/news/2011/04/11/bitva-za-svobodnuju-belorussiju-istorija-odnoj-provokacii.html) nel sito della Fondazione per la cultura strategica a proposito in particolare del “Teatro Libero della Bielorussia” (http://en.wikipedia.org/wiki/Belarus_Free_Theatre), fondato secondo lei da membri della Chiesa di Scientology, che non ha avuto alcun successo a Minsk, ma che ha ricevuto premi importanti in Europa e negli USA e che è riuscito a far credere di essere perseguitato perché nel 2007 aveva ricevuto una visita della polizia in seguito ai reclami dei vicini che avevano ricevuto dei colpi di pistola (nella rappresentazione teatrale gli attori sparavano colpi di pistola http://sudmedia.free.fr/page28.html). “Da allora, Kolyada e Khalezine presentano questo affare come un’azione pianificata e l’esempio della repressione sistematica contro la compagnia”, nota Pustovoitova. Il punto di vista dei sostenitori di Lukashenko su parte di queste persone è accessibile in http://www.predateli.com/. Per una lettura della situazione economica e sociale favorevole al modello di sviluppo socializzante conservato dalla Bielorussia, si può riprendere la testimonianza in inglese dell’americano Michele Brand in http://www.counterpunch.org/2011/07/08/belarus-under-siege/.