di Ghennady Zyuganov
da kprf.ru
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Il leader dei comunisti russi ha partecipato il 3 luglio scorso a una trasmissione del primo canale televisivo russo.
“Abbiamo perfettamente capito che si tratta di una manifestazione di autentica barbarie che non ha confini, – ha dichiarato Ghennady Zyuganov riferendosi alla demolizione dei monumenti ai soldati sovietici. La russofobia, in particolare in Polonia ha raggiunto il suo apice e continua a crescere. La cosa più evidente è che si dimentica il fatto che 600.000 dei migliori figli e figlie della nostra patria sono caduti sui campi di battaglia della Polonia, difendendola e liberandola dal fascismo. Là sono sepolti russi, ucraini e bielorussi. Là giacciono anche kazaki, uzbeki, armeni, azerbaigiani e cittadini dei paesi baltici. A mio parere, non va sottovalutata una protesta collettiva contro tale barbarie”.
Inoltre, Zyuganov ha fatto notare che anche alcuni nostri mezzi di informazione di massa e politici stanno propagandando l’antisovietismo e la russofobia. “Abbiamo il dovere di chiedere rispetto nei nostri confronti, di applicare sanzioni”, ha affermato, sottolineando che la Polonia ha sempre rappresentato un corridoio per gli interventi, come è successo anche negli anni della Seconda Guerra Mondiale e ha ricordato il ruolo dell’antisovietismo e della russofobia come principale arma utilizzata per distruggere l’URSS.
E’ stata anche affrontata la questione della propaganda nazista e dei seguaci di Bandera in Ucraina. Il leader dei comunisti ha ricordato il ruolo dei nazionalisti ucraini nei massacri della popolazione civile. Barbara e sporca è stata da lui definita la lotta contro la lingua russa. Per la normalizzazione delle relazioni con questo stato vicino Zyuganov ha suggerito di sviluppare forti rapporti interpersonali con gli abitanti dell’Ucraina.
Parlando delle relazioni russo-americane, Ghennady Zyuganov le ha definite le peggiori del dopoguerra, osservando che un incontro tra i presidenti dei due paesi è in questo momento più necessario che mai, poiché la situazione in Siria si sta aggravando e rischia di trasformarsi in una grande guerra.
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