dichiarazione del Partito Comunista della Federazione Russa
da kprf.ru | Traduzione dal russo di Mauro Gemma
“Il 70° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche sarebbe dovuto servire come importante monito sulle conseguenze dell’indulgenza nei confronti del fascismo. Ma in Europa si preferisce evidentemente far finta che non esista alcuna connessione tra il nazismo hitleriano in Germania e il fascismo degli eredi di Bandera in Ucraina”.
Con il pretesto dei discorsi “sulla costruzione della pace” e degli appelli all’attuazione degli accordi di Minsk, i russofobi a Kiev sono di nuovo scesi sul sentiero di guerra. Ciò dimostra ancora una volta che il potere neonazista in Ucraina fin dall’inizio dell’armistizio del settembre scorso non ha mai pensato a una soluzione pacifica. Si è utilizzato la tregua, che era stabilita dall’accordo di Minsk, per ripristinare l’efficacia di combattimento delle truppe, il loro rifornimento, la loro riorganizzazione e preparazione per una nuova fase di guerra.
Il PCFR ritiene che le speranze in una soluzione pacifica della guerra civile in Ucraina siano state incerte fin dall’inizio. Il fatto è che ora al potere a Kiev si trova un gruppo oligarchico estremista che fa affidamento su terroristi esplicitamente eredi degli scagnozzi di Bandera. Inoltre, il vertice di Kiev è solo uno strumento di aggressione nelle mani degli USA, il cui scopo è quello di sprofondare russi e ucraini in una guerra fratricida e, allo stesso tempo, destabilizzare l’Europa.
La nuova strage in Novorossija, perpetrata dalla giunta di Kiev, e il completo silenzio dell’Occidente su quanto è accaduto, rivelano la sfacciata ipocrisia dei loro appelli alla democrazia e all’osservanza dei diritti dell’uomo. L’Europa fa sentire la sua voce quando muoiono giornalisti parigini, ma cinicamente osserva il più totale silenzio nel momento in cui, ogni giorno, in Novorossija viene massacrata la popolazione civile.
Inoltre, l’Occidente fornisce la tribuna per le dichiarazioni pubbliche ai leader del governo colpevoli dell’omicidio di decine di persone ogni giorno. La dichiarazione del signor Poroshenko al forum economico di Davos rappresenta la prova convincente del fatto che le “democrazie” occidentali sono pronte a chiudere gli occhi sui più feroci crimini di guerra a sostegno dei propri vassalli a Kiev. In tal modo, di fatto, favoriscono il rapido sviluppo del fascismo in Ucraina.
L’Europa è già stata sommersa dal sangue e dalle lacrime nello scorso secolo, quando a Hitler fu permesso di andare al potere, drogando la nazione tedesca. Oggi i dirigenti dell’Unione Europea si sono avviati sulla medesima strada. Il 70° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche sarebbe dovuto servire come importante monito sulle conseguenze dell’indulgenza nei confronti del fascismo. Ma in Europa si preferisce evidentemente far finta che non esista alcuna connessione tra il nazismo hitleriano in Germania e il fascismo degli eredi di Bandera in Ucraina.
Non è ancora troppo tardi per fermare lo sviluppo del cancro in Europa Orientale. Non è ancora troppo tardi per fermare la sofferenza e il massacro di migliaia di persone nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Tutte le persone oneste dell’Europa e della Russia devono difendere con risolutezza il popolo della Novorossija, rivelare pubblicamente e denunciare l’apparizione del mostro nazifascista che si nasconde dietro il velo lacerato della democrazia occidentale.
La Russia, in quanto successore dell’Unione Sovietica che ha fermato il fascismo negli anni 40, ha l’obbligo di fare tutto quanto è possibile per impedire la propagazione dell’infezione nazista in Europa, per difendere la popolazione della Novorossija dal vero e proprio genocidio attuato dal regime filo-americano di Kiev. Per ottenere ciò è necessaria non solo la volontà politica, ma è anche indispensabile varare una nuova politica economica, il cui scopo non sia quello di assicurare i profitti eccessivi degli oligarchi, ma la creazione di uno stato forte e indipendente. Solo così la Russia potrà essere un alleato affidabile per i popoli fratelli. Solo così sarà possibile difendere le nostre frontiere dai pericoli esterni.
Il presidente del Partito Comunista della Federazione Russa
G. A. Zyuganov