di Petro Simonenko, leader del Partito Comunista di Ucraina | da www.kpu.ua
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
La lotta senza quartiere e la divisione dell’Ucraina sono diventate possibili grazie al fatto che non si sia svolto a suo tempo il referendum sull’integrazione europea del paese, sostenuto dal Partito Comunista di Ucraina. E’ ciò che ha dichiarato il leader del KPU Petro Simonenko a un canale televisivo.
Secondo Simonenko, lo scontro violento tra Oriente e Occidente dell’Ucraina e pure lo spargimento di sangue sul Majdan, si sarebbero potuti evitare.
“Ma il regime oligarchico di Yanukovich ha operato allora in combutta con le forze politiche che si trovavano all’opposizione. E insieme hanno invocato l’integrazione nella comunità europea, dichiarando che l’accordo di Associazione con l’UE andava bene e rappresentava una buona cosa per il popolo ucraino”, ha ricordato il leader dei comunisti.
Petro Simonenko ha fatto notare che prima di firmare l’accordo sarebbe stato necessario procedere ad un’approfondita analisi socio-economica, per studiare tutte le problematiche e per essere in grado di proteggere i produttori ucraini delle piccole e medie imprese, come pure le grandi imprese industriali.
“Avevamo richiesto di condurre un’ampia discussione nella nostra società, di studiare l’esperienza dei paesi europei, l’esperienza mondiale, di fare in modo che fosse concesso al popolo ucraino di scegliere in un referendum. Ma l’opposizione allora avanzò l’idea che un referendum sull’integrazione europea avrebbe diviso l’Ucraina e fece di tutto, anche con il ricorso ai tribunali, perché la consultazione non si tenesse. L’opposizione venne spalleggiata anche dal Partito delle Regioni, che attraverso il ramo giudiziario del governo, ha operato anch’esso in ogni modo perché valori europei non venissero integrati nella vita politica dell’Ucraina. Come hanno dimostrato gli eventi, ciò ha portato a una lotta feroce, allo spargimento di sangue e alla spaccatura dell’Ucraina”, ha affermato Petro Simonenko.