di “Pravda” | da kprf.ru
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Nell’articolo pubblicato nell’organo del Partito Comunista della Federazione Russa (di cui vengono tradotti ampi stralci), appare un resoconto puntuale delle nuove aggressioni e massacri da parte dei golpisti filo-NATO nel Donbass e delle proteste massicce contro l’insostenibile peggioramento delle condizioni di vita della popolazione nelle altre regioni dell’Ucraina, persino da parte di chi aveva partecipato al Majdan. Questa è la situazione che si vive quotidianamente nella repubblica ex sovietica, da ovest ad est. E tutto ciò accade nell’indifferenza ormai intollerabile, non solo da parte del governo italiano che continua, in modo complice, a sostenere i nazisti ucraini arrivati al potere attraverso un colpo di Stato, ma anche di chi più di tutti (vale a dire la sinistra parlamentare e quella extraparlamentare) dovrebbe occuparsene, denunciando e mobilitando l’opinione pubblica del nostro paese contro la “peste bruna” che sta dilagando nel cuore dell’Europa (MG).
La forte scalata del conflitto nel Donbass, secondo l’autorevole testata tedesca “Süddeutsche Zeitung”, è iniziata con il segnale dato da Kiev ai bombardamenti di Donetsk e delle località circostanti.
In tal modo si persegue solo l’interesse a dare una soluzione alle proprie difficoltà politiche del momento e salvare il vertice di Kiev dalla rabbia popolare.
In conseguenza dei massicci bombardamenti di Donetsk e Makeyevka sono stati uccisi due civili, e un altro è stato ferito. Secondo il rapporto presentato dal comando operativo della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD), i morti sono abitanti del quartiere Kievski della capitale e del quartiere Kirov di Makeievka. Si registrano anche gravi perdite tra i difensori della RPD.
In totale, durante il bombardamento da parte delle forze armate ucraine a Donetsk, Makeievka, Gorlovka e nel sud della RPD sono state danneggiate più di 40 case e una scuola materna. Senza elettricità è rimasta la miniera Zasyadko, è stata interrotta l’alimentazione elettrica a Avdeievka, dove è collocato un grande impianto carbonifero. Per due giorni è stato impossibile ripristinare il lavoro dell’impresa. E’ stata anche gravemente danneggiata la stazione di filtraggio di Donetsk.
Negli ultimi due giorni di gennaio le perdite dell’esercito ucraino erano di 93 morti e un centinaio di feriti. Il dato si basa sulla relazione di fonti collocate nel territorio del nemico, comunicano le forze armate della RPD.
Secondo i rapporti dei servizi di sicurezza, le forze armate ucraine hanno fatto evacuare in tutta urgenza i pazienti civili degli ospedali dei centri abitati di Avdeievka, Konstantinovka e Selidovo per accogliervi i soldati feriti e morti. Lungo il perimetro degli ospedali sono state dislocate le forze di sicurezza ucraine. Le forze armate di Kiev non sono in grado di assicurare l’evacuazione dei soldati feriti, a causa della rimozione delle strutture coinvolte nelle organizzazioni di volontariato ucraino, a cui sotto minaccia di sanzioni penali è impedito di diffondere informazioni sulle perdite.
Il 1 febbraio, i militari ucraini hanno continuamente bombardato le aree residenziali di Donetsk. Nel quartiere Kalinin sotto il fuoco delle truppe ucraine ha preso fuoco un’ambulanza del “Pronto Soccorso” e sono stati feriti tre civili, tra cui un paramedico e l’autista. Lo ha annunciato il capo dell’agenzia di notizie dell’amministrazione regionale di Donetsk, Vasily Tkachuk. Hanno subito un duro colpo anche le istituzioni sanitarie di altre zone del paese.
Negli ultimi giorni, anche altre regioni dell’Ucraina sono state attraversate da numerose azioni di protesta, dovute alla consapevolezza della popolazione “indipendente e sovrana” di essere destinata destinata all’estinzione.
Dopo che i residenti della regione di Vinnicya (situata nella parte occidentale del paese al confine con la Moldavia, NdT) hanno iniziato a conoscere i “tagli” operati nei distretti ospedalieri, che è il motivo per cui la maggior parte di loro si è trovata priva di assistenza medica, hanno avviato proteste di massa. Questa è la regione natale del presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko e del premier Vladimir Groysman, che hanno deciso di farne la sede di un esperimento “pilota” (di “riforma” sanitaria, NdT).
La situazione più esplosiva della regione di Vinnicya si è registrata a Shargorod, dove di fronte al palazzo dell’amministrazione locale si sono radunate migliaia di persone, che hanno chiesto la restituzione dell’assistenza sanitaria a prezzi accessibili.
Secondo un abitante di Shargorod, già attivista del Majdan, “In questa regione vivono 1,6 milioni di persone, suddivise in tre distretti, mentre le regioni simili di Poltava, Chernihiv, Ivano-Frankivsk, Sumy, sono divise in 4-6 distretti. In base a quali criteri è avvenuta tale ripartizione? Noi esigiamo la redistribuzione dei distretti ospedalieri, aumentandone il numero e licenziando quei funzionari che hanno provocato questa situazione. Se non si verrà incontro ai bisogni della gente, si assisterà certamente a più di un nuovo Majdan”.
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