di Giulietto Chiesa | su www.megachip.info
Dunque sarà Vladimir Putin, per altri due mandati, a reggere la Russia. La coppia di ferro è di ferro solo da una parte, ma resisterà – proprio per questa ragione – per oltre un altro quindicennio.
Sarà, per Putin, tutto in discesa, perché il sicuro aumento del prezzo dell’energia fossile, sebbene il mondo occidentale andrà in recessione, significherà per la sua (in tutti i sensi) Russia entrate vertiginose e sicure.
I cambiamenti climatici daranno alla Russia nuova superficie agricola, incrementi boschivi, aumento della biomassa, quindi altra ricchezza, sebbene nessuno possa calcolare quanti saranno i danni.
Ma, a occhio e croce, la Russia , nel breve periodo, soffrirà meno dell’Europa.
Questo significa stabilità interna e, se i Dioscuri reggitori saranno sufficientemente saggi da distribuire sulla massa una parte dell’abbondanza che il destino riserverà loro, anche popolarità e ammirazione.
Intervistato da diverse tv e radio russe ho espresso l’opinione che Putin potrebbe (condizionale d’obbligo) essere saggio quanto basta anche per capire che, se la Russia vuole giocare un ruolo planetario in un pianeta in crisi, dovrà parlare un linguaggio planetario e non solo quello della difesa dei propri interessi.
Un linguaggio planetario significa prima di tutto stare attenta alla rotta di collisione tra Cina e Stati Uniti. E fare questo significa allearsi con l’Europa.
Questa idea piace in Russia a molti. Ma non dipenderà solo da Putin. Cosa voglia fare lui non so. Ma se l’Europa continua a essere quello che è oggi, sarà difficile che i due convogli America e Cina non si scontrino. Di mezzo di andrà anche la Russia.
Ma le domande che mi sono state rivolte hanno riguardato molto anche le percezioni in Europa e in Occidente sulla ricomparsa formale al vertice di un uomo come Putin, che ha criticato la guerra di Libia. Certo che in Occidente avrebbero preferito Dmitrj Medvedev. Erano in molti a essersi illusi su questa possibilità, che in realtà non è mai esistita. Wishful thinking.
Adesso si troveranno di fronte, come minimo, un interlocutore molto forte e molto deciso. E anche poco maneggiabile.