I raduni del 10 e 24 dicembre a Mosca e i loro registi

di Dmitriy Sedov* | traduzione dal russo di Mauro Gemma tratto da www.fondsk.ru

 

*Dmitriy Sedov è collaboratore della Fondazione di Cultura Strategica di Mosca

 

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Non esiste alcun dubbio che il progetto messo in opera dall’opposizione informale russa, durante la preparazione e lo svolgimento delle elezioni, risponda completamente agli interessi dell’Occidente.

Il vero obiettivo perseguito con la revisione dei risultati delle elezioni, è la destabilizzazione dell’attuale governo e la collocazione al suo posto degli “eterni di ieri”, che intrallazzarono nelle strutture di potere nel periodo dell’amministrazione Eltsin. Boris Nemtsov era persona di fiducia del presidente, suo rappresentante a Nizhni Novgorod, governatore di quella regione, diventato in seguito vice primo ministro. A completare la squadra manca solo Chubais, con il quale “riformarono” il paese, mettendoci il massimo impegno.

 

Perchè l’Occidente ha bisogno di Nemtsov, Kasyanov, Chubais? Non solo perché sono propagatori dei “valori occidentali”, ma anche rappresentanti della volontà dell’Occidente. Non a caso un loro dirigente, il già defunto Gaydar, quando occupava la carica di vice primo ministro, si consultava quotidianamente con Washington, attraverso una linea riservata. Non a caso consiglieri americani sedevano nei gabinetti del “governo delle riforme democratiche” russo, dirigendo il saccheggio della ricchezza nazionale, con l’aiuto del ridotto gruppo dei “suoi ragazzi”…

 

E sebbene non li si possa accusare di tutti i mali commessi dal regime di Eltsin, c’è una cosa che non è possibile negare: tutti sono continuatori dello spirito di quei tempi. E ora ricompaiono per chiedere a gran voce che gli siano riconosciuti onorabilità e giustizia. E l’opinione pubblica sarebbe disposta ad ascoltare coloro che cercano di utilizzare l’indignazione del popolo.

 

Lo svolgimento di nuove elezioni non apporterebbe nulla di radicalmente nuovo (“Russia Unita” dispone di una seria riserva di solidità). Ma in caso contrario si tranquillizzerebbero questi rivoltosi? Perchè Kasyanov e Nemtsov dovrebbero accalorarsi? Per asciugarsi il sudore ancora una volta, e tornare a casa fino alle prossime elezioni? Non è quello che vogliono. Questa gente è impegnata in un assalto al potere fino al raggiungimento dei suoi obiettivi. Coloro che si stanno preparando a un secondo raduno dell’opposizione il 24 dicembre ci fanno intendere che questo è solo l’inizio.

 

Suppongo che la maggioranza dei cittadini russi non comprenda totalmente gli obiettivi degli istigatori della protesta. Si la gente è indignata ma, come già è successo tante volte nella storia, il risveglio dell’iniziativa sociale cercano di dirigerlo forze che si propongono obiettivi nascosti. Qualsiasi osservatore imparziale vede chiaramente che queste forze vogliono farci tornare indietro all’epoca di Eltsin, quando il paese aveva più “libertà”, tradotta in assoluta mancanza di controllo, e il governo veniva manovrato dai “burattinai” occidentali.

 

Per “Russia Unita” il raduno di Piazza Bolotnaya ha rappresentato un primo campanello d’allarme, a cui inevitabilmente ne seguirà un secondo, se non sarà capace di trarre le conclusioni appropriate da ciò che sta succedendo. L’indignazione sociale si sta avvicinando alla linea rossa. Esistono gli strumenti per calmare gli animi. Nei tre mesi che ci separano dalle presidenziali, la Duma deve – con procedura d’urgenza e con la partecipazione attiva di Russia Unita – adottare un pacchetto di leggi che mettano sotto controllo i gruppi oligarchici e creino le condizioni per la riduzione dell’ingiustizia sociale. Questi progetti di legge da tempo giacciono alla Duma.

 

E’ indispensabile anche attivare la lotta contro la corruzione nei più alti luoghi del potere, poiché è lì che si trova la radice di tutti i mali. L’esercito delle forze nemiche aspetta solo il momento il cui il governo non dimostri fermezza. Allora il nemico comincerà il gioco che può vincere, perché dispone della ricchissima esperienza delle “rivoluzioni colorate” ed è in possesso di un jolly: le reti sociali. La tecnologia è già stata sperimentata da tempo e i copioni sono scritti. Creare l’immagine di un governo che inganna e mente non è per nulla complicato. E’ quello che si sta già facendo; non mancano i mezzi di comunicazione e neppure gente preparata.

 

Quei giovani che credono che gli Stati Uniti si preoccupino per la trasparenza della democrazia russa e abbiano a cuore la felicità del nostro popolo, non avranno tempo per capire quanto si siano equivocati. Ciò di cui gli USA hanno bisogno è una Russia debole, che possa essere diretta, e lo aspettavano ancor prima che si presentasse l’opportunità di ottenere il loro obiettivo. Al secondo e terzo campanello campanello d’allarme, l’affare non consisterà più nella richiesta di revisione dei risultati delle elezioni. Si comincerà a sentire appelli alla disobbedienza civile e all’azione violenta. Appelli che immediatamente verranno sostenuti dall’Occidente. Tutte le strutture formali e informali di questo colpo di Stato “occulto” cominceranno ad agire apertamente e a pieno regime. La falsa parola d’ordine “vale la pena sacrificarci per la libertà” è una bomba per la Russia, che stanno preparando gli stessi che l’hanno fatta esplodere in Egitto e in Libia.

 

La società russa non deve lasciarsi spingere in una profonda crisi, né permettere che trasformino il paese in una riserva naturale di rapinatori internazionali che si dividono la preda. Ieri i Nemtsov e i Kasyanov sotto la direzione dei consiglieri statunitensi hanno distrutto l’economia di un paese potente, oggi hanno bisogno di arrivare al potere a qualsiasi costo, compresa la cospirazione con la cricca anti-russa internazionale. E’ indispensabile fare tutto il possibile per impedire la realizzazione dello spettacolo in programma.