Elezioni parlamentari in Bielorussia: cade nel vuoto la solita campagna occidentale di menzogne contro il governo di Minsk

di Mauro Gemma

newsdalmondo bannerDomenica 23 settembre si sono svolte le elezioni in Bielorussia, che, nonostante l’invito al boicottaggio lanciato da gran parte dell’opposizione filo-occidentale (solo due partiti hanno partecipato, senza ottenere mandati), hanno visto una larga affluenza ai seggi (il 74% dell’elettorato) e la conferma dello schieramento che sostiene il corso politico dell’attuale presidente Aleksandr Lukashenko. Tra gli eletti anche alcuni rappresentanti del Partito Comunista di Bielorussia che appoggia la politica sociale e gli orientamenti antimperialisti del governo bielorusso.

Come era prevedibile, il risultato elettorale è stato seguito dall’abituale campagna dell’apparato mediatico dei paesi occidentali (in Italia si sono distinti, per il particolare accanimento, La Repubblica e il Giornale) che da tempo ha iscritto la Bielorussia nella lista dei cosiddetti “paesi canaglia”. Immancabile la dura condanna degli Stati Uniti e dell’Unione Europea che sottopongono la Bielorussia a sanzioni e ricatti e che sostengono, in modo sfacciato e con un imponente  contributo finanziario, un’opposizione che, a più riprese, è stata protagonista di tentativi violenti di “rivoluzione colorata”, tutti falliti soprattutto in ragione dello scarsissimo seguito di cui essa gode nell’opinione pubblica del paese (nel dicembre 2010, dopo le elezioni presidenziali, cercando di ripetere il copione già sperimentato in Jugoslavia e Georgia, alcuni gruppi dell’opposizione, guidati dai loro dirigenti, diedero senza fortuna l’assalto al parlamento di Minsk). 

Tra coloro che anche in questa occasione hanno invocato pressioni sul suo paese si è distinto in particolare Serghiei Kaliakin, leader di ‘Mondo Giusto” (formazione aderente alla “Sinistra Europea” e uno dei due partiti di opposizione che hanno partecipato al voto) tra i coordinatori della campagna “per le elezioni giuste”. E non poteva essere diversamente, vista la frequentazione da parte di Kaliakin delle iniziative promosse dalla NATO per sostenere le politiche anti-bielorusse.

Ben diversa dal coro che, in modo mistificante, da noi viene presentato come l’espressione della volontà della “comunità internazionale, è stata la reazione dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (di cui fa parte la Bielorussia) che, in una dichiarazione del loro capo delegazione, Serghey Lebedev, ha rimarcato “l’alta partecipazione e la calma” che hanno caratterizzato la votazione, “segnali dell’alto livello di maturità della società civile bielorussa”. Lebedev ha aggiunto che “le elezioni sono state trasparenti e aperte e hanno corrisposto alle norme democratiche generalmente accettate”.

A capo della delegazione russa si trovava il comunista Kirill Serdiukov, che, non ha mancato di esprimere un giudizio positivo per una consultazione che, a suo avviso, si è svolta “in modo impeccabile”.