Petro Simonenko: “cosa aspettarsi dall’Ucraina dopo il 15 febbraio?”

pcfr bandierafonte Con l’Ucraina antifascista

Sono rimaste poche ore dal momento in cui dovrebbe iniziare il cessate il fuoco e i massacri di civili nel Donbass. Tuttavia, se escludiamo le file dell’esercito regolare ucraino (i coscritti, le vittime delle varie mobilitazioni forzati ad andare sul fronte), a Kiev si respira un’aria diversa.

I gruppi neofascisti come il Pravyj Sektor hanno apertamente dichiarato di non accettare questi accordi. Altri battaglioni si sono da tempo indirizzati contro Poroshenko, arrivando ad abbandonare il fronte e a presidiare il palazzo presidenziale.

“Soprattutto, anche il presidente Poroshenko e il premier Yatsenjuk nonché i deputati rappresentanti i gruppi paramilitari che rientrano nella coalizione di governo hanno espresso insoddisfazione verso i risultati dell’incontro di Minsk. I deputati dei gruppi paramilitari hanno chiaramente detto che i miliziani pagati dalla tasca degli oligarchi non hanno intenzione di fermare il fuoco”.

Aggiunge Simonenko: “Certo, la prospettiva di una guerra nel suo territorio spaventa l’Unione Europea e il suo interesse diretto è in una soluzione pacifica e nella risoluzione del fratricidio in Ucraina. D’altra parte, fin dall’inizio della guerra, molti politici affidabili ed esperti inequivocabilmente caratterizzano questo conflitto come una guerra per l’egemonia statunitense, allo scopo di indebolire l’Europa e la Russia, per ampliare l’espansione verso est della NATO, fino a spremere il sangue dell’ultimo soldato ucraino”.

“Il presidente Poroshenko, se è veramente il presidente dell’Ucraina, e non un burattino di Washington, dovrebbe avviare immediatamente un appello alle persone, comunicando che egli è disposto ad assumersi la proprie responsabilità e agire come garante del rispetto degli accordi di Minsk da parte ucraina. La gente ha bisogno di sapere di chi è la colpa e chi è responsabile, se non si fermerà lo spargimento di sangue”- dice il leader del Partito Comunista d’Ucraina Petro Simonenko.

Negli ultimi giorni, il Partito Comunista d’Ucraina, ha diramato un comunicato con i nomi e capi d’imputazione riguardanti i dirigenti comunisti perseguitati dal regime di Kiev.

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Svyativsky (Lugansk), V.M. Prin’, accusato di aver organizzato il referendum a Svatovo per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Arrestato dal Servizio di Sicurezza d’Ucraina (SBU).

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Stanychno-Lugansko (Lugansk) V. I. Archipov, accusato di aver organizzato il referendum sul territorio del distretto Stanychno-Lugansko per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Arrestato dall’SBU.

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Stahanivski (Lugansk) V.Zh. Sinyaev , accusato di aver organizzato un referendum nel distretto di Stahanivski per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Arrestato dall’SBU.

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Bilovodsky (Lugansk), S.V. Fedorova, accusata di aver organizzato il referendum nel distretto di Bilovodsky per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Arrestata dall’SBU.

– Il primo segretario del PCU dell Distretto di Lysychansk (Lugansk) T.O. Vinnik, accusato di aver organizzato il referendum nel distretto di Lysychansk per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk, per aver organizzato la resistenza militare contro le forze armate d’Ucraina nonché di essere un comandante di milizia popolare. Ricercato dall’SBU.

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Markivsky (Lugansk) N. T. Danylchenko, accusato di aver organizzato il referendum nel distretto di Markivsky per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Ricercato dall’SBU.

– Il primo segretario del PCU del Distretto di Troitsky (Lugansk), M.M. Gerashenko, accusato di aver organizzato il referendum nel distretto di Troitsky per la costituzione della Repubblica Popolare di Lugansk. Ricercato dall’SBU.

– Oleksandr Anatoliyovich Baranov (PCU di Cherkassy, regione di Cherkassy) accusato di coinvolgimento nella rivolta nella città di Donetsk contro il colpo di stato Euromaidan, per aver organizzato la rivolta dei Berkut di Donetsk, dell’organizzazione di un importante traffico di armi a Donetsk, di aver animato un gruppo sul sito VKontakte denominato “Antimaidan” e per aver sostenuto la creazione della Repubblica Popolare di Donetsk.

– I dirigenti locali del PCU di Dnepropretovsk, Sergey Tkachenko e Denis Timofeev, accusati di propaganda separatista a Dneepropretovsk e di possesso di armi. Arrestati dall’SBU.

– Dirigenti del Distretto di Konstayntinivski (Donetsk), sono detenuti senza accusa dall’SBU, e nessuno sa quello dove sono attualmente reclusi.

Fonte: materiale dell’Ufficio Stampa del PCU e Solidnet.org