ONU: USA e Ucraina i soli paesi a rifiutarsi di condannare l’esaltazione del nazismo

svoboda kievdi Mauro Gemma

Nel pressoché totale silenzio dei media occidentali (e di quelli italiani, in particolare) il 19 novembre scorso il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato (come avviene ormai dal 2005)  il progetto di risoluzione presentato dalla Federazione Russa sulla lotta contro l’esaltazione e la propaganda del nazismo.

Gli Stati Uniti e l’Ucraina sono stati gli unici paesi a respingere il documento. 


La risoluzione russa è stata sostenuta da 122 Stati, mentre 53 paesi si sono astenuti (prevalentemente il blocco degli Stati dell’Unione Europea e dei più fedeli alleati degli Stati Uniti).

Secondo il documento, “si esprime profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neonazista e degli ex membri dell’organizzazione Waffen-SS, anche sotto forma di costruzione di monumenti e memoriali e manifestazioni pubbliche al fine di glorificare il passato nazista, il movimento nazista e il neonazismo. “.

Pratica questa, della riabilitazione più sfacciata del nazismo,  presente in diversi paesi dell’Europa centro-orientale, anche in alcuni, come la Lituania, la Lettonia, l’Estonia, ed altri che, secondo gli organismi dell’UE rispetterebbero le regole dello stato di diritto (l’accusa di violazione di tali norme vincolanti per i paesi UE è stata rivolta, pur giustamente, solo a Polonia e Ungheria). 

La bozza di risoluzione sulla lotta contro l’esaltazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono all’escalation delle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza correlata è stata preparata dalla Federazione Russa in collaborazione con più di una ventina di paesi, molti dei quali sono in questo momento bersaglio della guerra ibrida scatenata dall’imperialismo USA e dai suoi alleati. 

Anche alla fine del 2019, il Terzo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle questioni sociali e umanitarie aveva adottato un progetto di risoluzione presentato dalla Russia per combattere l’esaltazione del nazismo. La risoluzione era stata sostenuta da 121 paesi, 55 si erano astenuti. Come da copione, gli Stati Uniti e l’Ucraina anche allora si erano opposti al documento. 

Per quanto riguarda l’Ucraina, il voto di questi giorni è la conferma del fatto che, nonostante le ripetute dichiarazioni del “nuovo” governo di Zelensky di assoluta fedeltà ai “principi umanitari” sbandierati dalle “democrazie occidentali”, il corso politico del paese, in cui si è instaurata la dittatura filo-fascista dei nazionalisti e dell’oligarchia criminale, non è affatto cambiato. Mentre ai comunisti e ad altre forze di opposizione viene sostanzialmente negata l’agibilità politica, i fascisti imperversano indisturbati. 

Come con l’ex presidente Poroshenko, l’esaltazione dei criminali nazisti e dei loro complici, la glorificazione del nazismo e del fascismo, la famigerata “decomunistizzazione” continuano, mentre le bande di briganti neri non cessano di imperversare nelle città del paese e le formazioni, come il famigerato battaglione Azov, che innalzano le insegne di Hitler sono impegnate in prima fila nella criminale guerra di aggressione contro le repubbliche popolari del Donbass.