
di Marco Pondrelli
Parlare di fine della tregua in Palestina è molto difficile, in realtà la tregua non c’è mai stata. Si sarebbe dovuto parlare di minore intensità dei combattimenti visto che in Cisgiordania i palestinesi continuavano a morire.
Chissà cosa pensa chi è sceso in piazza sabato scorso a manifestare per l’Europa difronte alle affermazioni del Consiglio europeo, che sostiene che sia la fine del cessate il fuoco (senza specificare ulteriori responsabilità) ad avere provocato la morte di un alto numero di civili. Probabilmente, pensiamo, sarebbero d’accordo con questa affermazione, d’altronde in piazza tra appelli allo spirito guerriero e alla superiorità europea non si sono sentite grandi condanne per il genocidio in atto in Palestina. Sono atteggiamenti che si inscrivono a pieno titolo nell’ideologia coloniale e suprematista, se si considera Israele l’avamposto democratico occidentale in medio oriente non si può pensare che chi, come i palestinesi, non ha avuto Socrate o Cartesio passa avere diritto ad uno Stato e alla propria libertà.
C’è un’affermazione della Commissione Affari Esteri e Difesa del Parlamento israeliano riportata da ‘il sole 24 ore’ del 19 marzo che merita di essere letta con attenzione: ‘negli ultimi giorni ci è stato comunicato che il potere militare di Hamas e della Jihad palestinese è stato ripristinato, il primo ha 25mila terroristi armati e l’altra ne ha già oltre 5mila’. Ne deduciamo che tutto quello che Israele ha fatto dopo il 7 ottobre non ha dato risultati. Ci avevano raccontato che l’obiettivo era la distruzione di Hamas, oggi dopo oltre un anno di carneficina ci dicono che la sua forza non è stata intaccata.
La verità è che l’obiettivo non era Hamas, l’obiettivo era è rimane l’annientamento del popolo palestinese, sterminare e cacciare i palestinesi dalla loro terra, ovviamente con la complicità del governo statunitense. In questo caso la differenza fra Biden e Trump e l’ipocrisia che il secondo non pratica. Il via libera arrivato da Washington ha portato a numeri spaventosi. Le cifre, aggiornate a questo giovedì, parlavano di 591 morti di cui 200 bambini e 100 donne (oltre a 6 funzionari dell’ONU) e 68 mila sfollati.
Avremmo voluto sentire in Parlamento attacchi ai silenzi complici della ‘madre cristiana’. In realtà abbiamo visto parlamentari piangere e chiedere alla premier di vergognarsi non per quello che succede in Palestina ma per le critiche espresse al manifesto di Ventotene. Questa è la rappresentazione di una politica, anche a sinistra, cinica e ipocrita. L’Unione europea chiederà sacrifici per riarmarsi e difendersi da una non meglio precisata minaccia russa ma non ha adottato una sola sanzione contro Israele, su questo centro-destra e centro-sinistra pari sono! Una politica incapace di dire parole chiare sul dramma che si consuma non lontano dalle nostre coste sarà chiamata a rispondere dei suoi silenzi, così come il mondo dell’informazione (con alcune lodevoli eccezioni) che volutamente nasconde le immagini e le informazione da Gaza è complice. Fino ad oggi Israele ha ucciso 208 giornalisti (e non sono stati errori), si vuole fare calare il silenzio su quello che sta succedendo per non turbare il sonno dei futuri frequentatori dei resort di Gaza. Il silenzio è parte del genocidio.
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