Analisi della visione del Presidente Putin sulle relazioni russo-africane

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Il Presidente Putin ha elaborato la sua visione delle relazioni della Russia con l’Africa durante la sessione di domande e risposte che ha seguito il suo discorso programmatico alla riunione annuale del Valdai Club alla fine del mese scorso. È vero che l’Africa non ha avuto un ruolo di primo piano nelle discussioni, ma l’intuizione che ha condiviso permette comunque agli osservatori interessati di farsi un’idea di come questa potenza mondiale appena rinata prevede che le relazioni con il continente si evolveranno nel prossimo decennio. Ecco gli estratti di quell’evento:

“I valori tradizionali non possono essere imposti a nessuno. Devono semplicemente essere rispettati e tutto ciò che ogni nazione ha scelto per sé nel corso dei secoli deve essere gestito con cura.

Questo è il nostro modo di intendere i valori tradizionali e la maggior parte dell’umanità condivide e accetta il nostro approccio. Questo è comprensibile, perché le società tradizionali dell’Oriente, dell’America Latina, dell’Africa e dell’Eurasia costituiscono la base della civiltà mondiale.

Potrebbe valere la pena di rivedere la struttura delle Nazioni Unite, compreso il suo Consiglio di Sicurezza, per riflettere meglio la diversità del mondo. Dopo tutto, il mondo di domani dipenderà dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina molto più di quanto si creda oggi, questo aumento della loro influenza è senza dubbio uno sviluppo positivo.

Stanno emergendo nuovi centri di potere, soprattutto in Asia, ovviamente. Anche l’Africa sta prendendo piede. Sì, l’Africa è ancora un continente molto povero, ma guardate il suo colossale potenziale.

Quando lottiamo per i nostri interessi e lo facciamo apertamente, onestamente e, diciamolo, coraggiosamente, questo fatto in sé, questo esempio in sé, è altamente contagioso e attraente per miliardi di persone sul pianeta.

Si possono vedere bandiere russe in molti Paesi africani, in alcuni di questi Paesi. Lo stesso accade in America Latina e in Asia. Abbiamo molti amici. Non abbiamo bisogno di imporre nulla a nessuno. È solo che molte persone – politici e cittadini comuni – sono stanchi di vivere sotto dettatura esterna. Basta, la gente è stanca. E quando vedono l’esempio della nostra lotta contro questa dittatura, si schierano dalla nostra parte sia internamente che esternamente. E questo sostegno continuerà a crescere.

La Carta delle Nazioni Unite ha registrato l’allineamento delle forze dopo la Seconda guerra mondiale. Naturalmente, il mondo è cambiato radicalmente da allora. Giganti come la Cina, l’India e l’Indonesia, con una popolazione numerosa, stanno mostrando una crescita economica; in Africa stanno emergendo e progredendo grandi Paesi, alcuni dei quali con una popolazione di 200 milioni di abitanti, così come i Paesi dell’America Latina.

Il mondo sta cambiando. Naturalmente, il diritto internazionale dovrebbe tenere il passo con questi cambiamenti e regolare le relazioni tra i Paesi in base all’equilibrio di forze che emerge nel mondo nella realtà. Tuttavia, questo dovrebbe essere fatto con calma, senza fretta e sulla base di principi chiari, piuttosto che di regole inventate da qualcuno.

Abbiamo avuto ottime relazioni, tradizionalmente buone, con l’Africa in generale, compresa la Repubblica del Sudafrica fin dalla lotta dell’Africa per l’indipendenza e contro il colonialismo, come sapete. Queste relazioni assolutamente uniche sono state forgiate negli anni in cui l’Unione Sovietica e la Russia hanno sostenuto i Paesi africani nella loro lotta per la libertà.

E questa base per le nostre relazioni, che ha preso forma negli ultimi decenni, deve senza dubbio essere utilizzata oggi, nelle nuove condizioni, per sviluppare relazioni multilaterali con gli Stati africani, compresa la Repubblica del Sudafrica che, come sapete, è un nostro partner molto attivo ed efficace all’interno dei BRICS.

Lo apprezziamo e siamo consapevoli delle capacità del Sudafrica. Siamo consapevoli delle sue capacità e abbiamo fiducia nel futuro del continente africano e certamente svilupperemo le nostre relazioni con i Paesi africani, sia con quelli con cui abbiamo avuto rapporti tradizionali negli ultimi decenni, sia con quelli con cui stiamo appena iniziando a svilupparli.

Chi è colpito [dal monopolio finanziario dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti che acquista sui mercati mondiali più cibo di quanto ne venda]? Innanzitutto i Paesi dell’Africa e, in parte, dell’America Latina e dell’Asia. Qualcuno ci pensa? Certo, quelli che lo fanno ci pensano. Ma non si preoccupano delle conseguenze. Perseguono i loro interessi senza pensare alle conseguenze che ne derivano per i Paesi africani.

Abbiamo ripetuto più volte che abbiamo 300.000 tonnellate di fertilizzanti in attesa nei porti europei. Le nostre aziende sono pronte a cedere gratuitamente i fertilizzanti, ma non li rilasciano, nemmeno ai Paesi africani. Alcuni leader africani mi hanno chiesto dove si trovino esattamente i fertilizzanti. Ho chiesto ai miei assistenti di informarli sull’ubicazione e sulle quantità: 300.000 tonnellate, che valgono milioni di dollari. Dateli ai Paesi più poveri, ne hanno bisogno. Tuttavia, non rilasciano i fertilizzanti”.

Molto si può intuire da ogni estratto, che verrà ora analizzato nell’ordine con cui il Presidente Putin ha condiviso tutto ciò che è stato pubblicato sopra. Per quanto riguarda la prima parte, il leader russo riconosce l’Africa come una culla unica della civiltà umana, che ancora custodisce i suoi sistemi socio-culturali tradizionali. Questa affermazione è un cenno alla sua tacita convinzione che le civiltà sorgano come attori distinti nell’emergente ordine mondiale multipolare, nonché all’opposizione di molti Stati africani alla propaganda LBGT+.

Ciò fornisce una base su cui costruire le relazioni future, in primo luogo per facilitare l’ascesa del continente nel suo complesso all’interno dell’ordine mondiale emergente e in secondo luogo per sostenere la resistenza delle sue società alle ideologie iper-liberali imposte dall’Occidente. In altre parole, esistono basi strutturali e sociali per l’espansione dei legami tra Stati e persone, rispettivamente, nel contesto della nuova guerra fredda contemporanea.

I prossimi due estratti parlano dell’interesse della Russia nel contribuire a riformare le suddette basi strutturali delle relazioni internazionali, affinché l’Africa nel suo complesso e i suoi Stati più influenti in particolare possano finalmente svolgere un ruolo nell’organizzazione degli affari commisurato al loro nuovo status. La riforma delle Nazioni Unite, comunque si svolga, è quindi inevitabile. Questo obiettivo condiviso fornisce un’ulteriore base per l’espansione delle relazioni multilaterali e bilaterali, la prima con l’Africa nel suo complesso e la seconda con determinati Stati.

Proseguendo, il Presidente Putin ha poi parlato del nuovo richiamo al soft power della Russia nel continente. Il suo Paese rappresenta la prima forza mondiale nella riforma attiva delle relazioni internazionali, dopo aver avviato un accelerazione senza precedenti per la transizione sistemica globale verso il multipolarismo nel corso dell’operazione speciale in Ucraina. Questo risultato è nell’interesse delle società e degli Stati africani, che condividono con la Russia la stessa visione di costruire insieme un ordine mondiale più democratico, equo e giusto.

Questo è esattamente ciò che il Presidente Putin ha spiegato nel suo Manifesto Rivoluzionario Globale, per cui il Ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato in estate, in accordo con i suoi precetti, che la Russia aiuterà i Paesi africani a completare i loro processi di decolonizzazione. A tal fine, saranno sperimentate soluzioni di “sicurezza democratica” su misura, i cui dettagli possono essere letti in questa analisi qui, poiché esulano dallo scopo della presente analisi. Il lettore dovrebbe anche esplorare i collegamenti ipertestuali ivi presenti.

Il punto trasmesso dal Presidente Putin e dalla presente analisi è che non si può negare che la Russia sia riuscita a conquistare cuori e menti in Africa grazie al ruolo che sta svolgendo nella transizione sistemica globale. Come dimostrano le bandiere russe che sventolano in tutto il continente, è vero che c’è un appassionato sostegno di base per questa potenza mondiale appena rinata, la gente crede sinceramente che li aiuterà a completare i loro processi di decolonizzazione esattamente come ha promesso.

Il Presidente Putin ha poi approfondito le riforme sistemiche che ha in mente per far sì che l’Africa e le altre regioni del Sud globale ricevano finalmente il ruolo istituzionale globale che meritano. Suggerendo che il diritto internazionale cambi inevitabilmente, ma “senza fretta e sulla base di principi chiari”, egli suggerisce di farlo con calma e attenzione, per evitare di contribuire inavvertitamente al caos esistente che caratterizza l’attuale “Età della complessità”.

Si tratta di un approccio ragionevole, che implica una prossima cooperazione estremamente stretta tra la Russia e tutti i suoi partner africani, in particolare le potenze in ascesa come Egitto, Etiopia, Nigeria e Sudafrica, i quattro Paesi che hanno le maggiori possibilità di ottenere seggi permanenti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È prematuro prevedere come andrà a finire, ma l’importanza di questa osservazione risiede nella probabilità che una più stretta cooperazione su questo tema porti a un’ulteriore espansione globale dei legami russo-africani.

L’estratto successaivo parla un po’ di più del Sudafrica, sia perché il Presidente Putin stava rispondendo a una domanda posta da un esperto di quel Paese, sia perché fa parte, insieme alla Russia, dei BRICS, che in questo momento guidano congiuntamente il Sud del Mondo insieme allo SCO (anche se ci sono altri leader come l’Unione Africana sono in ascesa). Ne consegue naturalmente che questo Paese manterrà il suo ruolo privilegiato nella grande strategia russa, sia in generale che nei confronti dell’Africa in particolare.

L’ultimo spunto pertinente che il Presidente Putin ha condiviso contrappone l’approccio del suo Paese all’Africa a quello del ‘Miliardo d’Oro’ dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti, che sfrutta regolarmente il continente con mezzi economico-finanziari neo-imperialisti e che oggi sta persino cercando di armare la carestia. Questo secondo complotto viene portato avanti come punizione per la neutralità dei suoi Stati nella Nuova Guerra Fredda, dopo che tutti si sono rifiutati di sanzionare la Russia nonostante alcuni di loro l’avessero condannata all’ONU.

Nel complesso, il Presidente Putin ha descritto vagamente la sua visione delle relazioni russo-africane nell’attuale “Età della complessità” che probabilmente caratterizzerà almeno l’attuale decennio, se non il prossimo. La cooperazione interstatale e intersociale si espanderà grazie alla visione comune della transizione sistemica globale e all’importanza di difendere i valori tradizionali. Nel frattempo, continuerà la cooperazione strategica in materia di sicurezza democratica, energetica e alimentare, che porterà a un ulteriore aumento del ruolo dell’Africa nella grande strategia russa.

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