Venezuela, l’embargo degli Usa blocca le cure ai bimbi leucemici

malato barella venezueladi Roberta Zunini

Pubblichiamo un articolo de ‘il Fatto Quotidiano’ sulla situazione in Venezuela. Spesso abbiamo motivi per criticare le posizioni internazionali di questo giornale, ma in questo caso ha avuto il coraggio di dire quello che la maggior parte dei mezzi d’informazione omette.

Le sanzioni Caracas in crisi, finito l’accordo tra la società petrolifera nazionale e l’associazione toscana che accoglie i piccoli sudamericani colpiti da leucemia.

Nella storia, le misure dirette e indirette di embargo adottate per ritorsione politica hanno sempre finito per colpire le fasce più deboli delle popolazioni anziché gli esponenti dei governi accusati, a torto o a ragione, di tirannia e corruzione. Le conseguenze degli embarghi inoltre hanno spesso risvolti nefasti anche sulla vita dei cittadini di paesi terzi. Ne è un esempio la vicenda di 20 tra bambini e giovani venezuelani malati di leucemia attualmente in cura presso alcuni ospedali italiani grazie all’accordo stipulato nel 2006 tra Atmo – associazione italiana per il Trapianto di Midollo Osseo – e Pdvsa, la compagnia petrolifera statale del Paese latinoamericano, sottoposta di recente a sanzioni economiche da parte dell’Amministrazione Trump.

NONOSTANTE l’accordo sia ancora in vigore, a partire dal novembre del 2018 la compagnia petrolifera si è vista bloccare gli ingenti bonifici in euro effettuati fino ad allora sul conto corrente dell’Onlus toscana per pagare le attività sanitarie fornite dagli ospedali italiani e per sostenere le spese di vitto e alloggio dei pazienti e dei loro familiari nel nostro paese. Ad impedire le transazioni in valuta europea è stato il Novo Banco S.A., l’istituto bancario portoghese presso cui la società Petróleos de Venezuela S.A (Pdvsa) da anni ha un conto corrente dedicato a queste operazioni con Atmo. L’Onlus, in seguito al blocco, si è trovata costretta a cessare le proprie attività e licenziare nel marzo scorso gli undici operatori assunti a tempo indeterminato per aiutare i pazienti a trovare la sistemazione migliore e svolgere le pratiche burocratiche richieste.

“I nostri ultimi tre stipendi, prima di chiudere ufficialmente le attività, li abbiamo usati per pagare le spese dei pazienti, compresi gli affitti degli alloggi e il cibo, perché non possiamo lasciare che questi bambini e i loro genitori già così provati dalla vita debbano rinunciare alle cure. Per fortuna anche gli ospedali finora hanno continuato a fornire le prestazioni, ma non sarà più possibile far arrivare altri malati se la banca portoghese manterrà il blocco”, spiega Enrica Giavatto, direttrice di Atmo che, assieme agli altri ex colleghi, continua a offrire in forma volontaria i propri servizi.

Il programma di cooperazione sanitaria a oggi ha permesso a 488 pazienti venezuelani e italo-venezuelani (80% in età pediatrica) di trovare cure adeguate. Il programma ha mosso i suoi primi passi nel 1999 e, grazie alle tante vite che ha contribuito a salvare, ha ricevuto a partire dal 2006 il sostegno dello Stato venezuelano attraverso la Petróleos de Venezuela S.A. e nel 2010 ne è stata riconosciuta la rilevanza a livello istituzionale grazie a una dichiarazione d’intenti siglata a Caracas dagli allora ministri degli Affari esteri Franco Frattini e Nicolás Maduro.

A CAUSA DELLA CRISI politica che sta attraversando il Venezuela e le conseguenti sanzioni internazionali che determinano il blocco delle transazioni da/verso l’estero, il programma non può più beneficare del sostegno economico da parte di Pdvsa, che provvedeva a pagare oltre alle cure, i biglietti aerei, vitto e alloggio, più 600 euro mensili per le spese correnti di ogni paziente con familiari al seguito.

“Secondo quanto riferito dall’azienda e ribadito a voce da una delegazione della stessa durante una visita avvenuta in Italia tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2019, Pdvsa ha dato ordine al Novo Banco S.A. di effettuare tre erogazioni a favore di Atmo tra l’ottobre del 2018 e il febbraio, del 2019 ma questi tentativi sono stati respinti dal Novo Banco per evitare ritorsioni dell’Amministrazione Trump che prevedono penalizzazioni per le aziende e gli istituti di credito che collaborano e mantengono relazioni di tipo commerciale con enti e compagnie facenti capo al governo venezuelano”, sottolinea la direttrice. Il debito complessivo accumulato nei confronti degli ospedali coinvolti è di 8.626.427 euro e nei confronti di Atmo di 2.117.859.

PER RISPONDERE al rischio concreto che i pazienti si trovassero privi di qualsiasi sostegno, Atmo ha attivato i principali Enti di natura caritatevole presenti nei territori dove risiedono i pazienti assistiti. In aggiunta a queste misure, ha promosso alcune iniziative di raccolta fondi rivolte ai propri sostenitori in Italia.

Il Novo Banco portoghese ha deciso di non permettere i bonifici molto probabilmente per evitare anche la ritorsione della nuova amministrazione di destra brasiliana presieduta da Bolsonaro, oggi uno dei più stretti alleati di Trump. Molte banche portoghesi sono esposte nei confronti dell’ex colonia.

L’Atmo: ‘Non sarà più possibile far arrivare altri malati se la banca non sblocca i fondi’