Venezuela, la questione centrale del potere

Venezuela folladi Albano Nunes

da “Avante”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

La questione dello Stato è la questione centrale di ogni rivoluzione

La violenza della campagna contro il Venezuela bolivariano e la non meno violenta ondata di anticomunismo vomitata contro il Partito Comunista Portoghese sono spiegabili solo perché ciò che è in gioco è il destino di un processo rivoluzionario. La straordinaria intensificazione della lotta che oppone le forze reazionarie e l’imperialismo alle forze che difendono le conquiste realizzate dal momento della storica vittoria di Hugo Chávez nelle elezioni presidenziali del 1998 non riguarda solo l’orientamento politico del potere, ma il potere stesso, il suo contenuto economico e sociale e la natura di classe.

La questione dello Stato è la questione centrale di ogni rivoluzione e in Venezuela ciò che si è venuto sviluppando con l’approvazione della Costituzione bolivariana, che sancisce un orientamento popolare, anti-oligarchico e antimperialista, è un originale processo di trasformazioni rivoluzionarie che già si sono tradotte in grandi avanzate e conquiste democratiche, ma la cui difesa e consolidamento esigono – come del resto prevede la stessa Costituzione – che il sistema di potere superi i metodi, ancora prevalenti, della democrazia formale borghese e che si approfondisca la componente partecipativa della democrazia, in modo che lo Stato metta radici tra le masse lavoratrici delle città e della campagna, al riparo dalla demagogia, del sabotaggio e della provocazione, sempre pronti ad approfittare dei fattori congiunturali avversi per invertire e distruggere il processo bolivariano.

Non ci deve essere alcun dubbio. Ciò che fa agire così aggressivamente l’ “opposizione” interna, l’imperialismo statunitense (ed europeo) e la reazione latinoamericana non sono la “democrazia” e neppure i “diritti umani”, e ancora meno il rispetto per la Costituzione bolivariana, alla quale tra l’altro si sono sempre opposti. Il coro assordante che si è levato sul piano internazionale contro l’Assemblea Nazionale Costituente – a cui, purtroppo, seguendo la posizione ostile dell’Unione Europea, partecipa il governo portoghese – dimostra che è realmente la natura di classe del potere ad essere in causa e che la reazione e l’imperialismo sono disposti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi controrivoluzionari.

Non è un caso che questo coro cerchi di nascondere che la Costituzione del 1999 prevede il suo perfezionamento nell’interesse dell’approfondimento del carattere popolare e sovrano del processo bolivariano. Il che significa che la risposta del governo del Venezuela all’offensiva controrivoluzionaria è non solo legittima, ma pienamente costituzionale. In ogni caso, si sa bene che una rivoluzione che non si difenda con tutte le armi a sua disposizione è una rivoluzione perduta. La rivoluzione bolivariana si difende e ha al suo fianco i comunisti portoghesi. Il PCP non esita sulle questioni di principio. Nessuna campagna farà vacillare il PCP nella sua posizione internazionalista.

Pur se frustrata nell’immediato, l’offensiva controrivoluzionaria che da aprile ha già provocato più di cento morti non è terminata. La brutale minaccia di intervento degli Stati Uniti, senza precedenti nella storia del Venezuela, dimostra che la solidarietà con il processo rivoluzionario bolivariano deve continuare.