Stati Uniti e America Latina

gran garrotedi Luis Armando González
da alainet.org

Traduzione di Marx21.it

Ci sono alcuni che, purtroppo, hanno una visione delle relazioni tra Stati Uniti e America Latina che non va indietro nel tempo oltre gli anni novanta del XX secolo. Oltre a dimostrare questa miopia, sono soliti concentrarsi sui benefici di tali relazioni – giudicate principalmente sulla base della cooperazione economica – ignorando quanto nocivo, in termini sociali ed economici, sia stato l’appoggio degli Stati Uniti a governi autoritari, per non dimenticare i costi degli interventi diretti di questo paese nelle società che li hanno subiti.

Nella storia delle relazioni degli Stati Uniti con l’America Latina pesa più il negativo, visto dal lato delle società e delle esigenze della democrazia e dei diritti umani, che il positivo. Ostruzione dei progetti di giustizia, colpi di Stato, deterioramento istituzionale, sostegno di governi repressivi, consulenza e supporto nelle pratiche del terrore, fornitura di armi per la distruzione di comunità… e la lista continua [1].

Il debito degli Stati Uniti nei confronti delle le società latinoamericane – con la distruzione e la morte provocate sotto i loro auspici nel passato recente – è così grande che ringraziare il suo aiuto finanziario nel presente, ignorando questo passato, è segno di una cecità imperdonabile.

E’ imperdonabile pure esigere sottomissione incondizionata alle loro decisioni di politica estera in virtù dell’aiuto che si sta ricevendo attualmente, come se questo paese non avesse responsabilità alcuna nella configurazione delle nostre nazioni e in molti dei loro mali istituzionali, politici ed economici.

Sia chiaro: gli Stati Uniti non sono gli unici responsabili della storia di dolore che ha segnato l’America Latina nel XX secolo, ma hanno certamente giocato un ruolo importante appoggiando, addestrando e finanziando regimi che hanno causato questo dolore.

Il caso di El Salvador, negli anni ottanta è emblematico: gli assassinii più crudeli commessi in questo paese contro persone indifese sono stati opera dei militari addestrati e finanziati dagli Stati Uniti. Ragion per cui, in considerazione di ciò, quando l’ambasciatrice degli Stati Uniti in El Salvador si immischia nei nostri problemi, abbiamo tutto il diritto di criticarla, se non siamo d’accordo con ciò che sostiene, ed è persino imbarazzante sostenere che farlo sarebbe poco gradito al loro governo, dato l’aiuto che si riceve da esso. Il nostro, e molti altri paesi della regione – forse la maggioranza – ha bisogno dell’aiuto degli Stati Uniti, ma questo non significa sottomissione incondizionata ai loro disegni e neppure il disconoscimento del grande debito di questo paese nei confronti del popolo salvadoregno in ragione della sua complicità con chi ha distrutto comunità e realizzato crimini di lesa umanità.

Le minacce degli Stati Uniti al Venezuela sono l’esempio di quell’interventismo che nel passato ha causato dolore e non ha contribuito a rendere migliori le società del continente. Gli Stati Uniti non hanno alcun diritto, né autorità morale, per stabilire ciò che è o non è democrazia, o quali sono i governi legittimi e quelli illegittimi.

Il loro fare appello ai diritti umani (e alla democrazia) quando nel recente passato hanno speso milioni di dollari per sostenere governi autoritari che hanno violato i diritti umani suona come pretesto per imporre i loro interessi e visione delle cose, come è avvenuto in altri tempi. La Tesi secondo cui l’America Latina è il loro “cortile di casa” è ancora vigente. Per questa tesi, l’importante non è se i governi della regione sono democratici o no, ma se sono sottomessi agli Stati Uniti. Ciò spiega il perché della loro complicità con governi marionette dei loro disegni, che nel XX secolo hanno generato terrore e morte. Ciò spiega anche il loro rifiuto del governo venezuelano.

Certamente ci sono coloro che, appellandosi ai vantaggi degli aiuti statunitensi nel presente, si risentono per qualsiasi critica alla politica USA verso il Venezuela. Torniamo all’argomento precedente: è tale il debito storico degli Stati Uniti verso i popoli latinoamericani che il loro aiuto attuale non solo è insufficiente per sanare le ferite lasciate dalla loro complicità con governi criminali, ma impedisce di fare appello a qualsiasi sostegno morale e politico nel presente. In realtà, l’America Latina deve davvero poco agli Stati Uniti.

Indipendentemente da come si valuti l’operare del governo del Venezuela, per decenza e rispetto verso la memoria storica di coloro che hanno sofferto per gli errori della politica estera degli Stati Uniti, non si può accettare che questo paese si comporti sempre nello stesso modo, imponendo e deponendo governi, e lanciando minacce ovunque. L’America non si identifica con gli Stati Uniti. L’America Latina non è il loro cortile di casa e neppure le nazioni che la compongono sono uno spazio in cui gli Stati Uniti possono realizzare i loro disegni senza resistenza né protesta.

Detto questo, occorre fare alcuni chiarimenti in merito. Nel testo abbiamo usato “Stati Uniti” per riferirci ai governi di questa nazione, che hanno commesso straordinari errori nelle loro relazioni con l’America Latina. E’ quindi necessario distinguere il governo degli Stati Uniti dal popolo statunitense che molte volte non ha nemmeno sentito parlare degli errori dei suoi governanti.

Vale anche la pena far notare che le relazioni del governo degli Stati Uniti con i governi della regione sono variate a seconda dalla sottomissione o meno dimostrata da essi. Quasi invariabilmente, i governi degli Stati Uniti sono stati intolleranti (e in molti casi, aggressivi) con i governi che hanno cercato di rendersi indipendenti dalla loro tutela. In situazioni estreme, i governi degli Stati Uniti non hanno esitato ad intervenire militarmente e a rovesciare i governi non sottomessi, per poi imporre governi creati a loro misura.

In questo gioco di imposizioni e deposizioni, le società sono state le grandi perdenti. Dal Messico, passando per la Repubblica Dominicana, il Guatemala e Granada, fino al Nicaragua e a Panama, gli interventi militari degli Stati Uniti (ordinati dai governi di questo paese) hanno arrecato dolore e costi per le persone che li hanno subiti. Il debito degli Stati Uniti verso questa gente – verso chi è sopravvissuto al terrore delle truppe di invasione – è impagabile.

In breve, è importante rinfrescare la memoria in merito alle spinose relazioni degli Stati Uniti (dei loro governi) con le società e i governi dell’America Latina. Non tutto è stato all’acqua di rose…e continua ad esserlo: nel caso di El Salvador, la cooperazione ricevuta dopo la fine della guerra civile, e le opportunità offerte a migliaia di migranti (a cui certamente non viene regalato nulla, dal momento che lavorano duramente per sopravvivere) non deve rappresentare un ostacolo che faccia dimenticare il ruolo giocato dagli Stati Uniti nello scatenare terrore e nella violenza di stato del decennio 80, o giustificare ed essere complici delle loro iniziative interventiste, nel presente, contro il Venezuela.