Si si e né né

soldati marcia bassodi Jorge Cadima

da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

La storia dimostra abbondantemente come l’imperialismo si arroghi il diritto di imporre il suo potere planetario con tutti i mezzi: guerre, sovversioni, colpi di stato, embarghi, bombe atomiche, armi chimiche, campi di concentramento, torture, omicidi. Sempre “giustificati” da menzogne di distruzione di massa. Per l’imperialismo, la sovranità, la volontà dei popoli e il diritto internazionale sono meri ostacoli, da ignorare se il rapporto di forze lo consente. Nel suo stile, il governo Trump manifesta tutto ciò in modo sfacciato e ufficiale. Lascia cadere il velo ipocrita, mostrando la faccia vera ed eterna dell’imperialismo.

Il governo degli Stati Uniti proclama apertamente che sta prendendo in considerazione un intervento militare in Venezuela. Applica sanzioni ai capi militari per non aver aderito al colpo di stato e minaccia le loro famiglie. Minaccia Cuba e il Nicaragua. Per voce di Bolton invoca la Dottrina Monroe del 1823, che ha dichiarato l’emisfero occidentale “il cortile di casa” degli Stati Uniti. Minaccia di portare il presidente venezuelano Nicolás Maduro nel campo di tortura di Guantanamo. Confessa apertamente la “grande differenza che rappresenterebbe, sul piano economico, per gli Stati Uniti” potere mettere le mani sul petrolio del Venezuela (Fox News, 28.1.19). Ha già iniziato a rapinare i beni del paese.

Trump ha come bersaglio “il socialismo”, vale a dire tutto ciò che non si sottomette ai dettami del grande capitale statunitense. Ciò non ha impedito che il governo portoghese del Partito Socialista e altri governi dell’UE partecipino attivamente al tentativo di golpe venezuelano. È la politica del si sì, quella dell’obbedienza servile agli ordini da oltre Atlantico, anche se danneggiano gli interessi del paese e dei portoghesi Il BE (“Blocco di Sinistra”, aderente alla “Sinistra Europea, NdT) dopo essersi allineato al governo del PS, proclama un né né, sostenendo di non essere “né” con l’aggressore, “né” con la vittima (Público, 1.3.19). Incoraggia l’aggressore isolando chi vi si oppone.

Un primo esempio della politica del né né fu il tradimento da parte delle democrazie borghesi della Repubblica spagnola, quando nel 1936 Franco scatenò il colpo di stato militare e la guerra che sarebbe finita con la vittoria fascista. Formalmente democratiche, l’Inghilterra e la Francia (anche con un governo del Fronte Popolare) invece di sostenere il governo costituzionale e legittimo della Spagna, uscito da elezioni pluripartitiche, proclamarono il Non-Intervento: un embargo a entrambe le parti, che trattava in ugual misura la vittima e il golpista, e che in pratica negava al governo il diritto di acquistare armi per difendersi, mentre Hitler e Mussolini assicuravano il sostegno militare che avrebbe permesso a Franco di schiacciare nel sangue la resistenza popolare. Il risultato è noto: la connivenza tra Inghilterra e Francia non ha evitato ai due paesi l’aggressione del mostro fascista alimentato dalle loro classi dominanti. Una lezione importante in questi giorni.

Non si capisce che l’umanità sta vivendo una delle pagine più pericolose della sua esistenza? Un decadente sistema capitalista senza prospettive (negli Stati Uniti e nell’UE) minaccia di spazzare via tutto nella sua ricerca di bottino. Non è solo il Venezuela ad essere messo in discussione L’imperialismo cerca di instillare nei popoli l’idea che non ci può essere né alternativa, né resistenza, né persino legalità internazionale. È il né né dell’imperialismo. Per i popoli rimane la scelta della lotta, della resistenza e della solidarietà con coloro che resistono. Il resto è un inganno.