Sanità senza risorse? A Cuba si può

di Daniele Cardetta | da tribunodelpopolo.com

cuba bandiera cieloserenoMentre in Occidente siamo alle prese con la crisi economica e con il taglio allo stato sociale, sbandierato come inevitabile, altrove esistono validi esempi di come si possa ottenere un welfare funzionante e pubblico, senza troppe risorse. Cuba ne è l’esempio principale.

Cuba non è di certo un Paese ricco, non possiede molte risorse, e ha un embargo degli Stati Uniti che gli pesa addosso ormai da anni. Nonostante questo però nella piccola isola caraibica lo Stato offre un sistema sanitario pari, se non superiore, a quello dei paesi più ricchi. Di conseguenza i livelli di salute della popolazione cubana sono altissimi, a dispetto dei redditi medio-bassi che fanno urlare al mondo che Cuba sia un paese povero. Povero secondo che criteri? Rispetto agli Stati Uniti poi, il confronto è per certi versi imbarazzante. Certo, per le strade di L’Avana non si troveranno macchine all’ultimo grido e smartphone appena usciti dai negozi, in compenso ogni famiglia cubana dispone di un medico gratuitamente, e i cubani non hanno bisogno di alcuna autorizzazione per accedere ai servizi, nè si deve pagare alcun ticket.

Insomma, sono molti gli esperti del settore che iniziano ad ammettere candidamente che il sistema cubano ha risolto problemi che noi non siamo ancora in grado di gestire. A Cuba sono i medici di famiglia insieme agli operatori sanitari e agli infermieri a poter erogare le cure primarie e i servizi preventivi per i loro pazienti, e il rapporto è di mille pazienti per medico nelle aree urbane. Tutti i pazienti inoltre vengono classificati in relazione al loro livello di rischio, dal I al IV, e ogni paziente riceve una visita obbligatoria una volta all’anno.Quando necessario, i pazienti vengono riferiti al poliambulatorio di distretto per la valutazione specialistica, per tornare al livello di comunità per il proseguimento delle cure. Per non parlare poi delle vaccinazioni, con i tassi di copertura vaccinale che sono i più alti al mondo, e una speranza di vita alla nascita di 78 anni, pari a quella degli Stati Uniti. Ma Cuba batte gli Stati Uniti per quanto riguarda la mortalità infantile, con un tasso crollato dall’80 su mille nati vivi negli anni ’50, a meno del 5 per mille. Inoltre L’Avana forma i suoi medici anche per inviarli all’estero, basti pensare che dal 2002 almeno 18.000 medici sono stati inviati in Venezuela per realizzare un programma di assistenza sanitaria alle fasce più povere della popolazione in cambio di forniture di petrolio. Le attrezzature ospedaliere sono generalmente desuete e arretrate, sia per mancanza di soldi che a causa dell’embargo imposto dagli USA. Proprio a causa dell’embargo Cuba ha sviluppato una sua industria del farmaco e delle biotecnologie che sta diventando competitiva. Insomma la sanità cubana, realizzata con poche risorse economiche, rappresenta un autentico gioiello che dovrebbe mostrare al mondo quanto sia ipocrita sbandierare l’inefficacia dello Stato per quanto riguarda l’erogazione dei servizi. Semmai nel settore sanitario, dati alla mano, si potrebbe sostenere il contrario.

Daniele Cardetta