Questione Yoani Sanchez, l’ipocrisia della stampa internazionale

di Federico La Mattina per Marx21.it

yoanisanchez postazioneLa notizia del fermo ( e del successivo rilascio) nei confronti della blogger cubana Yoani Sánchez ha fatto il giro del mondo; per la verità delle grandi testate occidentali, dato che la blogger è pressoché sconosciuta alla popolazione locale. Da ‘Le Monde’ a ‘Repubblica’, dal ‘Corriere della Sera’ a ‘El Pais’ l’indignazione è generale. Si sostituisce puntualmente l’aggettivo ‘cubano’ con ‘castrista’, mistificando la realtà cubana ma soprattutto ignorando il contesto latinoamericano. Sembra che esistano paesi e governi di serie A ( quelli all’interno dell’orbita atlantica) e di serie B . Evidentemente i giornalisti “dissidenti” dei secondi meritano centinaia di articoli agiografici e plurimi riconoscimenti internazionali; gli altri invece, magari barbaramente assassinati,  al massimo qualche trafiletto. I 25 giornalisti assassinati dalle forze paramilitari in Honduras a partire dal golpe del 2009, la strage di giornalisti in Colombia, in Messico[1] sembrano infatti non stringere i cuori di nessuno ( probabilmente perché censurati dal mainstream).

Ernesto Carmona  in un articolo pubblicato su “Mapocho Press” [3] ci ricorda che “ El último periodista muerto en Cuba fue Carlos Bastidas Argüello, corresponsal en viaje ecuatoriano de 23 años, asesinado en 1958 en La Habana por la dictadura de Batista”

Si avvicina la ventunesima condanna in sede ONU dell’embargo nei confronti di Cuba;  cinque cittadini cubani, colpevoli di avere difeso il proprio Stato da vere e proprie operazioni terroristiche, sono incarcerati ingiustamente negli USA. In tutto questo la stampa internazionale ( con l’avallo di quella parte della ‘sinistra’ che dopo il 1989 ha deliberatamente deciso di smettere di pensare) si impegna in una tanto violenta quanto faziosa campagna denigratoria nei confronti del socialismo cubano.

E’ culturalmente egemone, anche in certa  sinistra, un modello sociale che vede nella democrazia liberale l’unico sistema politico pensabile al mondo, rinunciando ad un paradigma teorico fondante e omettendo la categoria di “imperialismo” da qualsiasi analisi. Proprio per questo, Cuba, da vittima dell’imperialismo statunitense viene fatta passare (  e anche con successo!) come una dittatura liberticida. Il tranello mediatico si basa non solo sulla falsità delle informazioni riportate o sull’omissione di altre, ma viene azionato anche sul versante linguistico. Il governo cubano è quasi sempre denominato “regime castrista”; Yoani Sanchez diventa la “blogger perseguitata” ecc..

E’ nostro dovere smascherare le menzogne schiaffateci  in faccia sotto le mentite spoglie di una vuota ideologia basata su “democrazia e diritti umani” ma che rivela tutta la sua disumanità quando i suoi promoters diventano artefici o complici di destabilizzazioni politiche e guerre umanitarie. E le recenti vicende siriane ne sono una prova.

[1] http://www.granma.cu/italiano/nuestra-america/27sept-Veracruz.html

[2] Giornalista e scrittore cileno. Amministratore del Consiglio dei Giornalisti del Cile. Segretario esecutivo della Commissione d’Inchiesta sugli attentati contro giornalisti delle Federazione latinoamericana dei giornalisti (CIAP-FELAP)

[3] http://www.argenpress.info/2011/09/honduras-23-periodistas-asesinados-en-3.html