di José R. Carvalho, della Commissione Politica del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)
da www.vermelho.org.br | Traduzione di Erman Dovis per Marx21.it
La riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi membri dell’Unasul, che inizierà mercoledi 12 Marzo, è la dimostrazione di che tipo di nuovo rapporto si vada consolidando tra i Paesi dell’America Latina, facendo prevalere il reciproco rispetto, la difesa della sovranità, il dialogo tra pari e il rifiuto di formule interventiste del passato, che hanno seguito gli standard imposti dall’imperialismo statunitense e il pan-americanismo ispirato alla dottrina Monroe.
Dopo che nella settimana passata è stata fatta abortire l’interferenza dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS o OSA) sulla situazione interna al Venezuela, l’Unasul, riunitosi Mercoledi 12 marzo a Santiago del Cile ha approvato la creazione di un Comitato dei Ministri degli Esteri dei Paesi del continente per “accompagnare e supportare” il tavolo di dialogo di pace convocato proprio dal governo bolivariano del Venezuela.
Unasul ha mostrato la piena disponibilità nel favorire il dialogo, nello spirito delle proposte illustrate dal Presidente venezuelano Maduro, e durante la stessa riunione dei Ministri degli Esteri, il Ministro Elias Jaua ha ribadito l’invito rivolto all’opposizione ad abbandonare i metodi violenti, partecipando al dialogo promosso dal governo venezuelano.
L’iniziativa del governo bolivariano è così ancor più legittimata e rafforzata dal lavoro diplomatico dell’Unasul, che è volto a dare un efficace contributo alla soluzione della crisi causata dalla violenza dell’opposizione, e garantire la stabilità del governo venezuelano, che ha convocato la Conferenza nazionale per la pace.
Ha un grande significato politico la decisione di Unasul di esprimere preoccupazione di fronte alle minacce per l’indipendenza e la sovranità del Venezuela.
Il dibattito su diritti umani e democrazia sviluppatosi nel corso della riunione dei Ministri degli Esteri non ha avuto nulla a che vedere con le nozioni che le potenze imperialiste hanno fatto valere in precedenza, come “intervento umanitario” o “diritto di proteggere”.
In questo caso è prevalso il rispetto dei diritti umani e le Istituzioni venezuelane, il rifiuto della violenza promossa da settori della destra radicale che intendevano rovesciare il legittimo governo costituzionale e democratico che si è dato il Paese.
Senza dubbio questo incontro si è dimostrato un’espressione di solidarietà con il governo bolivariano, che ha instancabilmente denunciato questi gruppi radicali, ampiamente supportati e enfatizzati dai settori antichavisti presenti nei Media nazionali e internazionali, impegnati a mostrare una immagine negativa del Paese.
Le decisioni di Unasul trovano sostegno nelle dichiarazioni della presidente cilena Michelle Bachelet, che ha da poco prestato giuramento. Nella sua prima conferenza stampa, ha affermato che mai e poi mai appoggerà alcun movimento che tenti di rovesciare violentemente un governo costituzionalmente eletto.
La divulgazione di una lettera dell’ex presidente Lula al presidente Maduro avvenuta nello stesso giorno della riunione dell’Unasul, in cui ha ringraziato il leader bolivariano in termini emotivi molto forti, esprime il sentimento e il pensiero dell’America Latina di oggi, che manifesta dunque una nuova impostazione delle relazioni diplomatiche.
Nella missiva, inviata da Lula il 5 marzo, in occasione del primo anniversario della morte dell’ex presidente Hugo Chavez, il leader brasiliano ne ha ricordato la lotta per “un’America Latina più giusta e sovrana, per l’integrazione delle nostre Nazioni, per la costruzione di un Continente indipendente e democratico”.
Lula ha poi enfaticamente insistito sul suo sostegno al Presidente Maduro per quanto riguarda gli accadimenti in corso: “Non ho alcun dubbio, compagno Maduro, che questo corpo di idee e esperienze è la linea guida del vostro Governo e del popolo venezuelano, in questo momento delicato della vostra storia. Momento nel quale è necessario il dialogo con tutti i democratici che vogliono il meglio per il popolo. Così facendo, il Venezuela realizzerà il sogno di una società giusta, fraterna e egualitaria”.
Un contrasto stridente con le dichiarazioni impegnative e provocatorie del vice Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che in un’intervista al giornale cileno El Mercurio, ha classificato come “allarmante” la situazione politica e sociale del Venezuela. Biden ha accusato il Presidente venezuelano di “inventare cospirazioni” per sviare l’attenzione dai problemi veri del paese. Nell’utilizzare la parola “allarmante”, il rappresentante dell’imperialismo degli Stati Uniti presenta così la chiave per giustificare eventuali misure interventiste. E quando dice che Maduro inventa cospirazioni, tenta di squalificare le gravi denunce del Presidente venezuelano contro i golpisti, collocandosi di fatto al loro fianco.
Le dichiarazioni di Biden mostrano l’obiettivo degli Stati Uniti, quello di destabilizzare il Venezuela e rovesciare il suo governo legittimo. E’ l’ennesima dimostrazione che Washington non accetta che si sviluppi e consolidi l’esempio trasformatore della Rivoluzione Bolivariana, che da tempo è un modello per tutta l’America Latina ed anche garanzia che il processo aperto nel continente, con l’elezione di Chavez nel 1998, continuerà.
La nuova diplomazia latinoamericana, che si rafforza ancora di più con le decisioni dell’incontro a Santiago dell’Unasul, è in piena sintonia con lo spirito di solidarietà internazionalista che prevale oggi in America Latina e corrisponde ai desideri di pace e cooperazione tra i popoli.
Il senso profondo delle dichiarazioni e delle decisioni è il sostegno al governo venezuelano e la condanna alle intenzioni golpiste delle oligarchie sostenute dall’imperialismo statunitense.