Le masse popolari hanno sconfitto il golpe in Bolivia

bolivia folla pugnidi Josè Reinaldo Carvalho*

da https://cebrapaz.org

Traduzione di Mauro Gemma per 
Marx21.it

Luis Arce, ex ministro del governo di Evo Morales e uno dei principali leader del Movimento per il socialismo (MAS), ha ottenuto una clamorosa vittoria alle elezioni presidenziali di domenica 18 ottobre.

L’elezione, che si mostrava polarizzata e minacciata da manovre dell’ultimo minuto, suscettibili di frodi e interventi della polizia e delle forze armate, è stata sorprendentemente decisa al primo turno.


Le urne hanno rivelato che Arce ha vinto con il 52,4 per cento dei voti, più di 20 punti di vantaggio sul secondo classificato, Carlos Mesa, su cui una parte significativa della destra nazionale e dell’imperialismo statunitense riponeva aspettative di continuità del regime antidemocratico e pro-golpe -imperialista iniziato nel novembre dello scorso anno quando il presidente Evo Morales era stato rovesciato, poco dopo la sua rielezione.

La presidente illegittima e golpista, Jeanine Añes, che alcune settimane fa aveva chiesto l’unità dei candidati di destra e aveva pronosticato con tono minaccioso che le forze progressiste non sarebbero mai tornate al potere in Bolivia, è stata costretta a riconoscere la sconfitta del colpo di Stato e a salutare la compagine dei vincitori.

La vittoria schiacciante del MAS ha delegittimato completamente il colpo di Stato di novembre dello scorso anno. All’epoca Evo Morales aveva vinto le elezioni al primo turno, vittoria contestata dalla sollevazione di forze dell’ordine e militari e dall’ingerenza dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), che aveva parlato di “frode”. A Evo è stato impedito di entrare in carica e il suo legittimo mandato è stato interrotto.

Il trionfo elettorale di Luis Arce ha rappresentato la risposta democratica del popolo boliviano al massacro seguito al colpo di stato dello scorso anno, quando decine di persone sono state assassinate; alla repressione selettiva contro Evo e i dirigenti governativi del MAS; contro le persecuzioni personali subite dallo stesso Presidente, costretto ad andare in esilio all’estero. Successivamente ad Evo è stata revocata la candidatura al Senato e anche adesso la sua libertà è ancora minacciata da un assurdo procedimento giudiziario in cui è accusato di “terrorismo”.

Lo schiacciante pronunciamento dell’elettorato boliviano contro i golpisti apre la strada al salvataggio della democrazia, dei diritti umani, alla ripresa del programma di governo democratico e popolare, al consolidamento della Repubblica Plurinazionale di Bolivia, alla piena validità della sua Costituzione, alla difesa della sovranità e alla continuazione della rivoluzione cittadina.

Il trionfo elettorale del MAS è anche esemplare per quanto riguarda la strutturazione organica di un movimento politico e di massa con profonde radici nelle ampie masse operaie e popolari, sotto la direzione di leader prestigiosi, che sono la voce della resistenza, della partecipazione popolare e della lotta per trasformazioni sociali.

La ripresa del ciclo progressivo in Bolivia è anche un segnale per una nuova crescita delle forze democratiche in tutta la regione. A capo della Bolivia, Luis Arce si unirà ad altri governi democratici e progressisti dell’America Latina, come quelli del Messico e dell’Argentina, e ai rivoluzionari di Cuba, Venezuela e Nicaragua, rafforzando le capacità geopolitiche dell’America Latina, perché essa si affermi come regione di pace, in base a quanto proclamato nel 2014 alla Conferenza dell’Avana della Celac – Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, di cooperazione e sviluppo nazionale e condiviso dai popoli sorelle.

*José Reinaldo Carvalho è Segretario generale del Centro Brasiliano di Solidarietà ai Popoli e Lotta per la Pace – Cebrapaz