di Luis Britto Garcia
da luisbrittogarcia.blogspot.it
Traduzione di Marx21.it
1. L’agenda della destra iberoamericana è fissata in Spagna dalla Fondazione per l’Analisi Economica e Sociale sponsorizzata da Felipe Gonzales e dedicata ad “integrare l’America Latina nell’Occidente”. Con “l’obiettivo comune di sconfiggere democraticamente il progetto del socialismo del XXI secolo”, è stata proposta nel 2007 l’ “Agenda per la Libertà” che comprende la creazione di una Internazionale delle Destre, l’eliminazione della formazione universitaria gratuita e la proibizione delle espropriazioni. A tale scopo “l’America Latina deve cooperare in materia di sicurezza e lotta contro il terrorismo con l’Europa e il Nord America, attraverso la creazione di un’associazione strategica tra la NATO e la Colombia”. Firmano il documento Julio Borges (particolarmente attivo ai tempi del fallito colpo di Stato del 2002 e oggi presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, NdT) e Leopoldo López (anch’egli esponente dell’opposizione venezuelana, tra i caporioni delle più violente azioni eversive contro la Rivoluzione Bolivariana, NdT).
2. Nel 2016, il presidente [colombiano] Santos confessa che sta preparando l’associazione strategica del suo paese con l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. Non è la prima volta che la Repubblica Sorella subordina i suoi eserciti agli interessi imperiali. Nel 1901 aveva inviato 6.000 soldati affinché Carlos Rangel Garbiras invadesse il Venezuela e impedisse la restituzione della Grande Colombia. Nel 1951, aveva spedito tre fregate e 4.750 effettivi a morire nella guerra di Corea. Migliaia di mercenari colombiani servono nell’esercito degli Emirati Arabi, a Dubai, in Afghanistan, nello Yemen…
3. L’associazione criminale nota come NATO comprende 28 stati membri, 22 paesi che l’appoggiano nel “Partenariato per la pace”, e 15 che collaborano; impiega il 75% delle spese per gli armamenti dell’intero pianeta. Quando esisteva l’Unione Sovietica, la NATO si limitava a effettuare spettacolari esercitazioni militari, a vivere a spese dei paesi che occupava e a pretendere di difendere il mondo contro i sovietici. Scomparsi questi, invece di essere sciolta, la NATO ha approfittato della mancanza della potenza che garantiva l’equilibrio mondiale per scatenare una serie di genocidi contro la Serbia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Somalia, la Libia, lo Yemen e la Siria.
4. Tra la NATO e gli Stati Uniti si contano 785 basi militari nel mondo. In Argentina la NATO opera con basi nelle isole Malvine, Georgia e Sandwich; nell’Atlantico del Sud è presente a Tristan de Cunha, Sant’Elena e Ascensione. Gli Stati Uniti sono membro della NATO e possiamo attribuire a loro anche sette basi in Colombia e un’altra cinquantina dislocate qua e là nella Nostra America. Il corridoio strategico Plan Puebla-Panama inizia negli Stati Uniti e penetra nell’America del Sud potendo contare su un esercito colombiano di mezzo milione di uomini, secondo il Bilancio della Difesa. Dopo la firma degli Accordi di Pace, questa milizia sovradimensionata non avrebbe ragione di esistere, a meno che non si incarichi di liberare il proprio territorio dalle basi straniere. Ha trascorso più di mezzo secolo a combattere contro i suoi compatrioti: non risulta che abbia mai dedicato un solo giorno a combattere contro l’Impero che le aveva strappato Panama.
5. Il proposito di un dispositivo tanto costoso è quello di schiacciare con la forza la sovranità e i movimenti progressisti dei nostri paesi per impadronirsi delle ricchezze e della manodopera della regione. Non è cosa di poco conto avere come vicina la più formidabile alleanza militare del mondo, soprattutto quando la strategia finale dell’Impero consiste nel trasferire lo svolgimento delle proprie guerre ad alleati, mercenari, sicari, paramilitari e fantocci. La situazione richiede la più energica risposta da parte di Alba, di Unasur, della Celac e del Mercosur. Poiché in ultima analisi questo assedio si propone di annientare il Brasile, membro dei Brics e principale potenziale concorrente degli Stati Uniti nell’emisfero. La lotta per la nostra indipendenza non è finita ad Ayacucho. Una guerra annunciata non uccide la sovranità.