Hugo Chavez, altro che ‘petro-caudillo’

di Fabio Marcelli | da Il Fatto Quotidiano

chavez1-e1357567831524Avevo diciassette anni quando ci fu il golpe in Cile. La mia generazione rimane fortemente segnata da quell’evento sanguinoso, che mostrò a tutto il mondo la ferocia e il cinismo del potere imperiale. Allende era stato un grande dirigente, ma aveva avuto un grande limite, quello di essere un profeta disarmato. Il grande movimento popolare che lo sosteneva, il suo governo e il Parlamento democraticamente eletto vennero spazzati via in pochi giorni dalla congiura della cupola militare guidata da Pinochet e sostenuta dagli Stati Uniti. Questa è oramai verità storica accertata anche se in questo caso, al contrario che in quello del Guatemala, devono ancora pervenire le scuse di Hillary Clinton.

Girava all’epoca un film che ebbi occasione di vedere varie volte. Si chiamava “Cuando se despierta el pueblo” (Quando il popolo si risveglia) e raccontava le mobilitazioni popolari precedenti al colpo di Stato. Trentatré anni dopo, in Venezuela, ho avuto occasione di vedere da vicino un popolo che si era risvegliato e continuava a risvegliarsi. Un popolo che, pochi anni prima, era sceso in piazza compatto e coraggioso per sventare un complotto golpista analogo a quello che aveva rovesciato Allende l’11 settembre del 1973. Ottenendo il ritorno del suo presidente democraticamente eletto, Hugo Chavez, che i golpisti, ancora una volta ispirati e sostenuti dagli Stati Uniti, avevano sequestrato e trasferito in un’isoletta. Ma stavolta non erano riusciti nel loro intento.

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