Gli Usa progettano una nuova “Primavera” anche in Sudamerica?

da tribunodelpopolo.com

primavera-araba5Recentemente in diversi paesi dell’America Latina si è assistito ad alcuni episodi di protesta proprio nei paesi come Venezuela, Ecuador e Bolivia che da tempo si sono schierati contro le politiche degli Stati Uniti e dei suoi alleati nel continente, al punto da indurre molti analisti a parlare di una “Primavera Latinoamericana”. Vediamo più da vicino cosa sta succedendo tra Venezuela, Ecuador, Bolivia e Argentina.

Un’ondata di proteste quasi senza precedenti tra Venezuela, Ecuador e Bolivia si è verificata nelle ultime settimane come conseguenza delle politiche attuate da Stati Uniti e i suoi alleati nella regione. Ancora non c’è stato nulla di concreto in Sudamerica negli ultimi anni che certificasse i rinnovati appetiti degli Usa nel continente, tuttavia vi sarebbero diversi indizi che indicherebbero una crescente attività di guerra psicologica del tipo “Pro-democrazia”, sulla falsariga di quelle cui abbiamo assistito nel mondo arabo, con agenzie e Ong occidentali pronte a finanziare a piene mani gruppi di potere che perseguono i loro interessi. In particolare alcuni campanelli d’allarme si sarebbero accesi proprio in quei paesi, come Venezuela, Ecuador e Bolivia, i cui presidenti, Hugo Chávez, Rafael Correa ed Evo Morales, si sono sempre apertamente opposti al ruolo neocolonialista giocato dagli Stati Uniti negli affari interni sudamericani.

Gli Stati Uniti del resto hanno sempre mantenuto nell’ultimo secolo una dominazione quasi coloniale sull’America Latina, e Washington ha mal digerito il nuovo vento che ha cominciato a spirare in Sudamerica negli ultimi quindici anni.Venezuela, Bolivia ed Ecuador, come se non bastasse, insistono nel mantenere strette relazioni con quei paesi che gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno bollato come “stati canaglia”, in particolare, Iran, Siria e, prima dell’assassinio di Gheddafi, anche la Libia. Per questo motivo in molti, specie in Russia, temono che il Sudamerica possa rappresentare un teatro ideale per il secondo atto di una nuova farsa globale simile alla Primavera Araba. La cosiddetta “Primavera Araba” del resto era cominciata sotto i migliori auspici, presentata come una rivolta del popolo contro le autocrazie. Col tempo però si è capito il ruolo esercitato dalle potenze occidentali nel giocare con le rivendicazioni popolari, facendole ben presto trasformare in manifestazioni di massa presto sfociate in violenza sociale, vedi Libia e Siria. Pensare che gli Usa stiano pensando di fare lo stesso anche in Sudamerica è quantomeno prematuro, anche se qualcosa di simile sta accadendo in Ecuador, dove il quotidiano di Quito, “El Telegrafo” ha reso nota l’esistenza di un “Progetto cittadinanza attiva” atto a formare i giornalisti dell’opposizione, che starebbe ricevendo la bellezza di 4,3 milioni di dollari dall’USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, che tra le altre cose serve anche a incanalare i fondi verso i gruppi di opposizione locali con la scusa di “rafforzare la democrazia”. Per capire come questo sistema di dominio complesso funziona davvero, è necessario anche gettare un occhio al funzionamento del settore privato, un settore strumentale per ottenere il controllo sui paesi della regione. Tanto per capirci, un ente privato come la Rockefeller-led “Americas Society”, fortemente legata al Council on Foreign Relations, è stato recentemente in grado di piazzare uno dei suoi membri, Juan Manuel Santos, come presidente della Colombia, tradizionale e fedele alleato degli Usa nel Sudamerica. Vi sono però altri membri di enti privati che si trovano tutti in posizione di leader politici e d’affari, come il presidente del World Jewish Congress , Eduardo Elsztain (business partner Argentine George Soros ‘), e Gustavo e Patricia Cisneros proprietari di una potente rete di opposizione venezuelana. Alla presidenza della America Society peraltro, si trova insieme a David Rockfeller anche john Negroponte, il quale ha fatto da ambasciatore per gli Usa alle Nazioni Unite sotto George W. Bush in Iraq. Dopo i paesi arabi quindi, che ora sia il turno del Sudamerica, il continente “ribelle” ? In molti ne sono certi, anche perchè la Primavera Araba sembra essere stata sempre di più un’enorme macchinazione atta a imporre la democrazia “occidentale” in tutto il mondo musulmano, indebolendo così a morte gli stati sovrani a tutto vantaggio degli interessi dell’Occidente. Secondo Adrian Salbuchi, giornalista di Russia Today, la Primavera Araba sarebbe stata direttamente progettata, finanziata e incoraggiata dalla cosiddetta “Elite Power”, che ha approfittato delle divisioni interne delle popolazioni locali a suo vantaggio in modo cinico e spietato. In quest’ottica si inserirebbero anche le ormai famose “media wars” consistenti nel destabilizzare un Paese diffondendo notizie false o create ad arte.

Ecco secondo Salbuchi i sette punti del processo che preludono alla destabilizzazione di un paese sovrano che viene messo sotto attacco da parte dei poteri forti:

1. Si inizia prendendo di mira un paese maturo per “cambio di regime”, spesso marchiandolo uno “stato canaglia”, e qui il riferimento al Venezuela di Chavez è sin troppo chiaro.

2. Si diffondono menzogne attraverso i mezzi di informazione e giornalisti prezzolati.

3. Si finanziano e sostengono disordini interni e conflitti, anche armando e addestrando gruppi locali terroristici grazie al lavoro prezioso di CIA, MI6, Mossad, Al-Qaeda e di reclute del cartello della droga, e li chiamano “Freedom Fighters”, quindi …

4. Cercano di mettere in scena finte risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che permettono alla NATO di autorizzare interventi militari sanguinari.

5. Invadono e iniziano a controllare il paese di destinazione, e lo chiamano “Liberazione”, quindi …

6. Quando il paese oggetto di questi sommovimenti rientra sotto il loro controllo, a quel punto impongono in modo fraudolento governi proni al loro volere, e questa la chiamano “democrazia”, finché …

7. Rubano petrolio del paese vittima, minerali e ricchezze agricole consegnandole all’ Overworld Corporate Banking, e impongono inutili debiti sovrani chiamandoli “investimenti stranieri per la ricostruzione”…..

Così, Ecuador, Venezuela, Bolivia e Argentina sono avvisate….