Dichiarazione della Commissione politica nazionale del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it
Unire e far uscire il Paese dalla crisi, con il fronte democratico e Haddad presidente
Il passaggio al secondo turno incarna l’aspirazione della maggioranza dei brasiliani/e di avere più tempo per fare la scelta finale in merito alla candidatura presidenziale e ciò emerge dal risultato delle forze democratiche, popolari e progressiste, delle loro candidature per la presidenza, in particolare di Fernando Haddad, Ciro Gomes, Guilherme Boulos e anche Marina Silva.
Si tratta di una battuta d’arresto per la candidatura fascista di Jair Bolsonaro che è stata catapultata dai media mainstream, dai grandi gruppi economici e finanziari, da settori delle aziende di Stato, che hanno innescato una grande operazione, anche di azioni illegali, ad esempio con la diffusione di fake news allo scopo di vincere al primo turno. Non ci sono riusciti!
La squadra Fernando Haddad Presidente, Manuela D’Avila vice, con il sostegno del popolo, di personalità democratiche, portavoce di un chiaro programma di sviluppo e di difesa degli interessi nazionali, e dei diritti democratici del popolo, sostenuta dal grande leader Luiz Inácio Lula da Silva, ha affrontato il pesante attacco, e dimostrando capacità di recupero e di leadership, ha conquistato la fiducia di una gran parte degli elettori, ha suscitato le speranze del popolo e ha raggiunto l’importante traguardo di quasi il 30% dei voti ed ora è al secondo turno.
Comincia ora una nuova campagna
Secondo il PCdoB, la candidatura di Fernando Haddad è immediatamente chiamata a formare un fronte democratico, il più ampio possibile, avendo come base l’unità della sinistra.
La base per la costruzione del fronte democratico deve essere una piattaforma che contenga le proposte dei nuovi alleati e si fondi sul programma della Coalizione “O Povo Feliz de Novo”. Questa piattaforma dovrebbe contenere grandi parole d’ordine come restaurare la democrazia e lo stato di diritto democratico; pacificare e unire il Paese, liberandolo dalla minaccia dittatoriale della candidatura fascista di Bolsonaro; riprendere lo sviluppo sovrano; incoraggiare la produzione e la creazione di posti di lavoro; assicurare al popolo e alla classe lavoratrice i diritti e condizioni di vita dignitosa; combattere la corruzione; e fare in modo che il patrimonio nazionale, così come la ricchezza del pre-sal, non vengano consegnati al capitale straniero, come sicuramente farebbe il falso patriota Bolsonaro.
La sinistra unita con PT, PCdoB, PDT, PSB, PSOL, con l’impegno di un grande leader come Ciro Gomes, e anche di Guilherme Boulos, tra gli altri, di governatori e parlamentari, dei candidati/e in lizza per il secondo turno ai governi degli Stati, sarà il fondamento del fronte democratico. Questo fronte, a parere del PCdoB, dovrebbe comprendere, oltre alla sinistra, una serie di leader di varie sigle e personaggi della società brasiliana del campo democratico, con diversi profili politici e ideologici, che esprimano il sostegno alla candidatura di Fernando Haddad, e alla piattaforma di riferimento per il secondo turno.
La campagna: ampiezza, mobilitazione del popolo, chiarezza di ogni candidatura
I comunisti esprimono la convinzione che la vittoria di Haddad è pienamente possibile. Il fronte dei voti ottenuti dal candidato di estrema destra può essere rovesciato. La somma dei voti delle tre candidature di sinistra ha raggiunto oltre il 41% dei voti.
La campagna della squadra Haddad-Manuela – nell’indirizzare un messaggio forte che accolga i desideri degli elettori degli altri candidati che non parteciperanno al secondo turno, e anche di quelli che hanno votato scheda nulla o bianca o non hanno partecipato al voto, di segmenti che hanno erroneamente votato il candidato avversario – ha il potenziale per raggiungere, sommando i voti del suo campo, la maggioranza dell’elettorato. I sondaggi, ad esempio, sottolineano che la maggior parte degli elettori di Alckmin e Marina tende a votare per Haddad.
La vittoria della candidatura Haddad sarà direttamente collegata all’ampiezza sociale e politica del sostegno che riuscirà a ottenere, al grado di mobilitazione dei lavoratori e di altri strati della società e alla chiarezza con cui si riuscirà a trasmettere all’elettorato ciò che ciascuna candidatura rappresenta , ciò che è in gioco.
Alla campagna presidenziale di Haddad si presenta la sfida di chiarire all’elettorato che il secondo turno non è lo scontro tra “due candidati estremisti”.
L’unico “estremismo” è il fascismo di Bolsonaro che, se eletto, sarà un Temer peggiore. Il paese avrebbe un governo “forte”, in senso dittatoriale, ma non con l’obiettivo di fornire sicurezza alle persone come propagandano. Sarebbe esattamente l’opposto. Un governo “forte”, dichiaratamente disposto a usare la violenza e l’arbitrio per strappare al popolo quei pochi diritti che gli rimangono.
Liquidare la tredicesima, le ferie aggiuntive e ciò che resta dei diritti garantiti dal Consolidamento delle Leggi sul Lavoro (CLT); in pratica, liquidare le pensioni; imporre tasse all’università pubblica; prelevare denaro dal Sistema Sanitario Unificato (SUS), peggiorando ulteriormente il livello delle cure. Questa è la minaccia che incombe sul paese.
La campagna delle forze progressiste deve avere la capacità di persuadere, sensibilizzare e condurre alla presa di posizione di ogni persona che consideri la democrazia come uno dei beni principali della nazione brasiliana. Obiettivamente, con la polarizzazione imposta, Bolsonaro rappresenta il vero rischio della dittatura e Haddad rappresenta il ripristino della democrazia e dello Stato di diritto democratico. E come ha sottolineato Fernando Haddad, “non ci sono diritti senza democrazia”. Nella storia, ogni volta che la nazione ha patito sotto dittature o regimi autoritari, a pagare il prezzo più alto sono state le persone che hanno subito riduzioni salari e restrizioni dei diritti. Chi esita oggi deve riflettere: un governo autoritario, in stile fascista, inizia colpendo la sinistra e la classe operaia, ma poco dopo perseguita tutti coloro che non ne diventano servi.
Fernando Haddad: il leader che può unire, pacificare e far uscire il Paese dalla crisi
Fernando Haddad emerge dal primo turno come un leader forte e di alto profilo, in grado, come presidente, di pacificare, unire, far uscire il paese dalla crisi, di avviarlo verso un nuovo ciclo di sviluppo sovrano, con posti di lavoro e diritti, e salvarlo dalla minaccia di un regime dittatoriale. Manuela D’Ávila, vice-candidato, con forti legami con donne e giovani, si distingue per la ferma difesa di un rinnovato progetto di Nazione.
Nell’altro campo, la squadra Bolsonaro-Mourao – che diffonde odio, violenza, intolleranza, razzismo, compromessa con i grandi patrimoni e i grandi gruppi economici che hanno stipulato un patto di sangue per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori e tagliare i diritti del popolo – dividerà ulteriormente i brasiliani, provocherà più instabilità, convulsioni sociali, manterrà e approfondirà la crisi che paralizza oggi il paese.
La campagna per Haddad presidente deve trovare impulso nella mobilitazione del popolo, delle liste, dei movimenti, delle organizzazioni e centrali dei lavoratori, nelle strade e nelle reti; allo stesso tempo va promosso attivamente l’incontro di personalità del campo progressista, democratico e patriottico con la realizzazione di manifestazioni, spettacoli, assemblee e appelli. Coinvolgendo intellettuali, artisti, religiosi, sportivi, imprenditori. Tutto questo con creatività e in modo capillare, in ogni stato, in ogni municipio.
Il PCdoB continuerà a restare in prima linea nella campagna
Il PCdoB continuerà a restare in prima linea in vista di quel giorno, convinto che saremo in grado di eleggere Fernando Haddad presidente e Manuela d’Ávila come vice.
Il nostro partito ha ottenuto un grande successo con la rielezione del governatore Flavio Dino nello stato del Maranhão già al primo turno. Inoltre, rileviamo l’elezione di Luciana Santos, presidente di PCdoB, a vice governatore di Pernambuco, con il governatore Paulo Câmara.
La nostra lista ha eletto nove deputati e rappresentanti federali e potrebbe anche arrivare a dieci. Attendiamo la proclamazione dei risultati della giustizia elettorale negli Stati e del Tribunale elettorale superiore (TSE). Non siamo riusciti a rieleggere la senatrice Vanessa Grazziotin. Nelle Assemblee legislative, il Partito ha eletto 21 deputati e deputate statali.
Si svolgerà in 13 stati e nel Distretto Federale la disputa per i governi. Oltre a rafforzare l’impegno per la vittoria degli alleati che stiamo già sostenendo, il PCdoB assumerà una posizione di sostegno alle candidature che non si associano a Jair Bolsonaro.
Salutiamo i nostri tenaci militanti, i nostri sostenitori e sostenitrici, ringraziamo i nostri elettori ed elettrici, e chiediamo a tutti e tutte di raddoppiare i nostri sforzi in modo da poter dare un contributo ancor più significativo affinché la democrazia e il popolo vincano le elezioni, eleggendo Fernando Haddad presidente e Manuela D’Ávila vice.
San Paolo, 8 ottobre 2018
Commissione politica nazionale del Partito Comunista del Brasile-PCdoB