Fermiamo il colpo di stato in Bolivia

polizia bolivia02 92779446Constatiamo con profonda preoccupazione che per l’ennesima volta in Bolivia, terra di grandi combattenti e filosofi, oscure forze golpiste stanno tentando di strumentalizzare rivendicazioni sociali legittime per provocare una situazione di destabilizzazione generale che renda possibile la caduta di un governo scaturito dalla lotta contro le dittature militari e civili del passato.

Le contraddizioni della società boliviana sono molte e ne devono essere individuate e rimosse le cause. Il governo deve essere l’espressione di un popolo in lotta per una trasformazione profonda, radicale, democratica e plurinazionale, con tutto quello che ciò implica; le organizzazioni sociali devono assumersi la responsabilità politica di costruire questa società altra ed i relativi processi di lungo termine, aiutando a trasformare le attuali istituzioni e forme di governo in altre conformi ai nuovi rapporti politico-culturali che andranno a caratterizzare la marcia verso un futuro emancipato e non capitalista.

Tramite la Rete di Intellettuali e Artisti in Difesa dell’Umanità rivolgiamo un appello al popolo boliviano, che è il soggetto principale di questa storia, ad affrontare con saggezza gli ostacoli che sempre si frapporranno a questa costruzione e a riflettere, all’indomani di un golpe che le forze più reazionarie stanno perseguendo e istigando per poter tornare a sottomettere i nostri popoli, rendendoli nuovamente indifesi.

Come direbbe René Zavaleta, sarebbe il nostro popolo a trarre il maggior beneficio dal trionfo, ma anche la vittima principale della sconfitta.

Di fronte a quella che si configura come un’offensiva continentale a cascata, con colpi di Stato l’uno dietro l’altro, facciamo appello alla comunità dell’America Nostra e internazionale a stare all’erta e ad individuare le modalità atte ad evitare una catastrofe sociale, che sta mettendo a rischio tutte le nostre lotte e processi di emancipazione.

(Traduzione di Sandro Scardigli)


Con profunda preocupación vemos cómo una vez más en Bolivia, tierra de grandes luchadores y pensadores, fuerzas golpistas de dudoso origen intentan montarse en reivindicaciones sociales legítimas para generar condiciones de desestabilización general que lleven a la posible caída de un gobierno emanado de la lucha contra las dictaduras militares o civiles del pasado.

Las contradicciones en la sociedad boliviana son muchas y deben encontrar sus cauces. El gobierno tiene que asumirse como expresión de un pueblo en lucha por una transformación profunda, radical, democrática y plurinacional, con todo lo que ello implica; las organizaciones sociales tienen que asumir con responsabilidad política la construcción de esa otra sociedad y sus procesos de larga duración ayudando a transformar las instituciones y formas de gobierno actuales en las que corresponderán a las nuevas relaciones político-culturales que irán caracterizando la marcha hacia un futuro emancipado y no capitalista.

Desde la Red de Intelectuales y Artistas En defensa de la Humanidad llamamos al pueblo boliviano, que es el sujeto principal de esta historia, a enfrentar con sabiduría los obstáculos que nunca dejarán de estar presentes en esta construcción, y a reflexionar sobre el día siguiente de un golpe que está siendo instigado y esperado por las fuerzas más reaccionarias, para volver a sumir a nuestros pueblos en la indefensión. 

El principal beneficiario del triunfo será el pueblo boliviano, pero también la principal víctima de la derrota, como diría René Zavaleta.

Ante lo que parece ser una ofensiva continental en cascada, con golpes de estado secuenciales, llamamos a la comunidad nuestroamericana e internacional a estar atenta y a buscar modos de evitar una catástrofe social que pone en riesgo todas nuestras luchas y procesos de emancipación.