Diritti umani e “diritti umani”

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da http://avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per 
Marx21.it

C’è un paese le cui ultime elezioni presidenziali (2016) hanno rappresentato una frode elettorale così scandalosa che persino l’Economist l’ha denunciata. Il vincitore è stato eletto grazie ad un’incredibile partecipazione elettorale in 8 dei 18 dipartimenti: mentre la partecipazione media è stata dell’ordine del 52%, in questi dipartimenti ha raggiunto il 96% in alcuni comuni. Sono dipartimenti rurali i cui abitanti a volte impiegano ore per recarsi al villaggio più vicino.


Questo paese è dominato da cinque clan oligarchici. Hanno saccheggiato il paese, devastando la ricchezza naturale, i diritti dei lavoratori e delle popolazioni – e in particolare delle popolazioni indigene. Questi hanno intrapreso azioni per combattere l’attività estrattiva in funzione (questo ottobre il parlamento ha approvato nuove agevolazioni fiscali per le società minerarie) che sta avanzando su terreni coltivati, foreste, corsi d’acqua, parchi naturali, insediamenti.

Il movimento in difesa dei fiumi Guapinol e San Pedro e del Parco Nazionale Carlos Escaleras è represso violentemente dalla polizia, dallo Squadrone Tigre (sponsorizzato dagli USA), dagli sgherri delle imprese: due attivisti – Berta Cáceres e Morazán Erazo – sono stati assassinati, 13 sono stati perseguiti penalmente, otto dei quali si trovano detenuti da più di 14 mesi. Il mandante morale della morte di Berta Cáceres è noto e ci sono prove evidenti di come abbia preparato, commissionato e diretto il suo assassinio nel 2016. Appartiene a uno dei clan che dominano il paese, e per questa ragione la “giustizia” ha ritardato il suo processo.

Questo paese si chiama Honduras.

Il gruppo GUE-NGL ha proposto al Parlamento Europeo l’attribuzione nel 2020 del (poco prestigioso) premio Sakharov a Berta Cáceres e al Gruppo Guapinol. Ma i “diritti umani” che questo Parlamento difende sono ben altri e il premio è stato, come previsto, assegnato all’ “opposizione democratica” bielorussa.