Cuba. Svolta in arrivo: nel 2013 si potrà partire dall’isola senza permesso

da tribunodelpopolo.com

fidelcastro cubaDopo circa cinquant’anni i cubani potranno lasciare l’isola caraibica senza permesso delle autorità. Ad annunciare la storica notizia il governo cubano, che dunque realizza aperture significative nonostante, dall’altra parte, gli Stati Uniti continuino invece un embargo sempre più ottuso e inattuale.

Il mondo cambia velocemente, anche Cuba cambia, mentre l’atteggiamento repressivo degli Stati Uniti rimane uguale. Proprio così, a partire dal gennaio 2013 i detrattori di Cuba avranno una freccia in meno nel loro arco per offendere il governo di L’Avana dal momento che da quel momento in poi i cubani potranno lasciare l’isola senza prima chiedere un permesso alle autorità. d annunciare l’eliminazione dei permessi di uscita e la richiesta delle lettere di invito è stato il governo cubano. La nuova legge entrerà in vigore il 14 gennaio, 90 giorni dopo, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che avrà la data di oggi.

La riforma “radicale” del sistema di emigrazione cubano era stata annunciata lo scorso aprile dal presidente del Parlamento, Ricardo Alarcon: “Sarà radicale e profonda e la metteremo in atto nei prossimi mesi“, aveva assicurato l’esponente politico, sottolineando, come aveva fatto Raul Castro nel 2011 evocando per la prima volta questa possibilità, che i colpevoli delle restrizioni imposte dalla vecchia legge “sono gli Usa che, fin dal 1959, utilizzano la questione migratoria per destabilizzarci“. Anche perchè proprio gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di allentare la pressione su Cuba nonostante la significativa apertura del governo cubano.

Fino a questo momento i cubani che volevano lasciare il Paese dovevano rivolgersi alle autorità per ottenere un permesso che poteva anche essere negato senza motivazioni. Per ottenerlo inoltre bisognava presentare una lettera di invito da parte di un cittadino del Paese straniero che si voleva visitare.Una volta ottenuta l’autorizzazione si doveva rientrare a Cuba, pena la perdita dei beni sull’isola, entro 11 mesi. Ora il termine è stato esteso a due anni. Ottusamente però Washington non ha alcuna intenzione di compiere a sua volta dei passi di distensione verso Cuba, così Guantanamo resta al suo posto, l’embargo pure, e i media continuano a martellare contro la “dittatura cubana“. Gli anni però passano e Cuba intelligentemente cambia, mantenendo ben saldi i principi della Rivoluzione. A non cambiare, come al solito, è l’imperialismo..