di Salim Lamrani Università di La Réunion
traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Ritorno alla politica del confronto
Introduzione
Nel 2014 l’amministrazione Obama ha compiuto passi senza precedenti verso la normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba, rispondendo così all’appello unanime della comunità internazionale, che ha sempre sostenuto la necessità di una soluzione pacifica del conflitto asimmetrico che da quasi sei decenni oppone Washington all’Avana. Nel marzo 2016 il Presidente Democratico compì addirittura uno storico viaggio a Cuba, per la prima volta dalla visita di Calvin Coolidge nel 1928, suggellando così la volontà ufficiale della Casa Bianca di trovare un esito positivo.
Così, nel giro di due anni Barack Obama ha riaperto l’ambasciata all’Avana, ha tolto Cuba dalla lista dei Paesi che sponsorizzavano il terrorismo, ha allentato un po’ le sanzioni economiche, ha ripristinato i voli commerciali diretti tra i due Paesi, ha ampliato le categorie (12 in totale) di cittadini statunitensi autorizzati a viaggiare sull’isola e ha dato il suo consenso per alcuni investimenti a Cuba. Il mondo intero ha applaudito l’abbandono di una politica di anacronistica ostilità che risale alla guerra fredda, crudele perché colpisce le categorie più vulnerabili della popolazione cubana, e illegale perché contravviene ai principi elementari del diritto pubblico internazionale.
Qual è stata la politica di Donald Trump nei confronti di Cuba dal suo arrivo al potere nel 2017? Quali decisioni ha preso dopo essere stato molto critico nei confronti delle misure adottate dal suo predecessore, che considerava concessioni al “regime cubano”?
Non sorprende che l’inaugurazione di Donald Trump abbia segnato una svolta a 180° nella politica estera statunitense nei confronti di Cuba. Lungi dal proseguire la politica di riavvicinamento avviata da Obama, al contrario, ha proceduto ad inasprire le sanzioni contro l’isola attaccando le tre principali fonti di reddito del Paese: la cooperazione medica internazionale, le rimesse della comunità cubana negli Stati Uniti e il turismo. Inoltre, l’Amministrazione Trump ha deciso di applicare il titolo III della legge Helms-Burton, che fa perseguire dai tribunali statunitensi le società straniere con interessi a Cuba, con l’obiettivo di privare l’Avana di tutti gli investimenti stranieri. La Casa Bianca ha anche preso provvedimenti per privare Cuba delle risorse energetiche, sanzionando le compagnie petrolifere e le navi che commerciano con la nazione caraibica, creando notevoli difficoltà per la popolazione.
1. Pressioni sulla cooperazione medica cubana
La cooperazione medica cubana: un pilastro della politica estera
Dal 1969 e dall’invio della prima brigata medica in Cile dopo un terremoto, Cuba ha fatto della solidarietà internazionale con i popoli del Sud un pilastro della sua politica estera. Da quella data 407.000 professionisti della salute hanno lavorato in 164 paesi di tutti i continenti. Nel 2019 più di 29.000 di loro erano in 66 nazioni. Solidarietà e mutuo beneficio sono i due principi che regolano questa cooperazione. Il servizio è quindi gratuito per i paesi con risorse limitate, in particolare alcuni paesi africani. D’altra parte, ha un costo per le nazioni che hanno i mezzi per ripagare questa cooperazione, come il Brasile, per esempio. Nel tempo, la cooperazione internazionale cubana, soprattutto medica, è diventata la principale fonte di reddito dell’isola, pari a 7 miliardi di dollari [1].
Oltre a questa cooperazione basata sull’invio di personale medico, dal 1988 Cuba ha sviluppato il Programma sanitario globale per i Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi, dopo che l’uragano Mitch che ha distrutto la regione, per poi estenderlo agli altri continenti. Con il sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Cuba ha lanciato campagne di vaccinazione in tutto il mondo per proteggere le popolazioni più vulnerabili. In totale, 44 Paesi hanno beneficiato di questo programma, che ha fornito una copertura medica completa a decine di milioni di persone [2].
Sempre nel 1998 Cuba ha creato la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), il cui ruolo è quello di formare studenti di medicina provenienti dai Paesi del Terzo Mondo e anche dagli Stati Uniti. Così, nel 2019 Cuba ha formato nelle sue varie università, nel campo della salute, più di 35.000 persone provenienti da 136 nazioni del mondo. Secondo le Nazioni Unite, “l’ELAM è la scuola di medicina più avanzata del mondo. Margaret Chan, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha sottolineato il lavoro svolto dall’ELAM e ha elogiato la politica cubana e il suo impegno nella cooperazione sud-sud: “Non conosco nessun’altra scuola di medicina con una politica di ammissione che dia la priorità ai candidati provenienti da comunità povere che sanno, in prima persona, cosa significa vivere senza accesso alle cure mediche di base. Per la prima volta, se sei povero, se sei una donna o se vieni da una popolazione indigena, hai un netto vantaggio. È un’etica istituzionale che rende questa scuola unica.
Nel 2004 Cuba ha lanciato l’Operazione Miracolo con il Venezuela, che consiste nell’operare su persone che sono vittime della cataratta e di altre malattie oculari e che non hanno le risorse per farsi operare. Da quella data, più di sei milioni di persone di 34 paesi hanno potuto recuperare la vista grazie ai medici cubani. Nessun altro Paese al mondo ha lanciato un’operazione umanitaria di tale portata con risultati così tangibili.
Nel 2014 i medici cubani hanno avuto un ruolo chiave nella lotta contro l’epidemia di Ebola in Africa occidentale, in particolare in Liberia, Guinea e Sierra Leone. A seguito di una chiamata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Avana ha inviato 168 medici della Brigata Henry Reeve, creata nel 2005 dopo che l’uragano Katrina ha colpito gli Stati Uniti, per aiutare le vittime di disastri naturali. L’isola caraibica ha inviato tanti medici quanti sono stati inviati da tutti gli altri paesi messi insieme [6].
Gli Stati Uniti, attraverso la voce del presidente Barack Obama, hanno sottolineato l’impegno umanitario di Cuba nella lotta contro l’Ebola: “Voglio esprimere la mia gratitudine ai medici cubani che si sono offerti volontari e sono stati impegnati in missioni molto difficili per salvare vite in Africa occidentale insieme a noi e ad altri Paesi. Apprezziamo molto il lavoro svolto [7]. Nessuno può negare il servizio che migliaia di medici cubani hanno reso alle popolazioni povere e sofferenti.
Nel 2017 l’OMS ha consegnato a Cuba il Premio della Salute Pubblica, la più alta onorificenza conferita dall’istituzione, per il suo lavoro contro l’Ebola. Ha spiegato le ragioni:
“L’esperienza internazionale di Cuba nelle emergenze mediche è iniziata più di 50 anni prima della creazione del contingente di Henry Reeve […]. Questo ha segnato l’inizio della prospettiva internazionalista di Cuba e della cooperazione sanitaria. Dalla sua creazione […] 24 contingenti composti da 7.000 squadre hanno fornito sostegno volontario in 21 paesi […].
Più recentemente, nel 2014, il Contingente Henry Reeve ha risposto al virus Ebola in Africa occidentale, dove più di 250 professionisti della salute hanno lavorato con le comunità colpite in Sierra Leone, Liberia e Guinea.
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e il direttore generale dell’OMS, la dott.ssa Margaret Chan, hanno chiesto al generale Raul Castro Ruz, presidente di Cuba, di inviare il suo staff medico per combattere l’epidemia di Ebola. La risposta positiva di Cuba è stata immediata.
L’assistenza internazionale fornita da Cuba non diminuisce l’assistenza offerta del paese alla propria popolazione, che gode di un sistema sanitario nazionale universale e gratuito […] con un totale di 493.368 agenti sanitari e un rapporto di 80,2 medici, 15 dentisti e 79,3 infermieri per 10.000 abitanti [9]”.
Il Contingente Henry Reeve è intervenuto anche durante il terremoto in Ecuador nel 2016, l’inondazione in Perù nel 2017, l’uragano Maria nei Caraibi e il terremoto in Messico nel 2017, tra le molteplici emergenze in tutto il mondo [10].
Le azioni ostili dell’Amministrazione Trump
Fin dal suo arrivo al potere, Donald Trump ha deciso di tornare a una politica aggressiva contro Cuba e ha preso di mira la sua principale fonte di reddito, la cooperazione medica internazionale. Il 20 luglio 2019 Washington ha deciso di includere l’isola nell’elenco dei Paesi responsabili della tratta di esseri umani. Secondo la Casa Bianca, la cooperazione medica cubana nel mondo equivale alla tratta di esseri umani e al “lavoro forzato” [11].
Il 26 settembre 2019 il Dipartimento di Stato ha lanciato un appello pubblico a tutti i Paesi chiedendo loro di porre fine alla cooperazione medica con Cuba, accusando l’isola di “traffico di medici” e “schiavitù moderna”. Gli Stati Uniti non hanno nascosto il loro vero obiettivo, che è quello di attaccare l’economia del Paese mettendo sotto pressione le nazioni che beneficiano di questi servizi: “Questi programmi impiegano fino a 50.000 professionisti della salute in più di 60 Paesi e sono una delle principali fonti di reddito per il regime cubano. …] Il governo ha raccolto 7,2 miliardi di dollari in un anno”.
In precedenza, Washington ha esercitato pressioni su diversi Paesi dell’America Latina per porre fine agli accordi di cooperazione. Il primo Paese a piegarsi a questi ordini è stato il Brasile del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, che nel novembre 2018 ha deciso di rompere unilateralmente l’accordo tripartito firmato nel 2013 dal suo predecessore Dilma Roussef con Cuba e l’Organizzazione Panamericana della Sanità. In cinque anni i 20.000 professionisti della salute cubani hanno effettuato più di 112 milioni di consultazioni in più di 3.600 comuni e hanno fornito una copertura medica permanente a 60 milioni di brasiliani. Inoltre, Cuba ha formato un totale di 1.214 medici brasiliani. La decisione presa da Brasilia sotto l’influenza di Washington priva Cuba di importanti entrate, ma soprattutto priva decine di milioni di persone dell’assistenza medica [13].
Nel maggio 2019 gli Stati Uniti hanno chiesto all’Ecuador di fornirgli un elenco completo degli accordi firmati con Cuba. Qualche mese dopo, nell’ottobre 2019, il governo di Lenin Moreno ha deciso di rescindere gli accordi di cooperazione medica con Cuba pochi giorni prima della loro scadenza. Dall’inizio della collaborazione iniziata sotto il governo di Rafael Correa, 3.565 medici cubani hanno lavorato nel Paese andino e hanno effettuato 6,7 milioni di consulenze mediche, offrendo copertura medica a diverse centinaia di migliaia di persone degli strati popolari. Inoltre, 2.093 ecuadoriani hanno conseguito il diploma di medico a Cuba.
In Bolivia, dopo il colpo di stato orchestrato contro Evo Morales nel novembre 2019, il regime del colpo di stato ha ordinato a tutti gli operatori umanitari cubani di lasciare il Paese il più presto possibile. Cuba ha denunciato un totale di 26 gravi incidenti contro il suo personale medico, atti di violenza contro due di loro e l’arresto di 50 collaboratori. Cuba è stata costretta a rimpatriare urgentemente il suo personale medico per motivi di sicurezza. La brigata medica cubana in Bolivia era composta per il 54% da donne su un totale di 406 medici e 208 professionisti della salute. Dal loro arrivo in territorio boliviano, i medici cubani hanno effettuato 73 milioni di consulti medici e 1,5 milioni di interventi chirurgici. D’altra parte 5.184 medici hanno conseguito il diploma nelle università cubane [15] Il segretario di Stato americano Mike Pompeo non ha mancato di congratularsi con la giunta militare boliviana: “Venerdì il governo boliviano ha annunciato l’espulsione di centinaia di funzionari cubani dal loro Paese. È stata una buona decisione. Brava Bolivia! La Bolivia si unisce al Brasile e all’Ecuador” [16].
L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha anche dedicato un budget di tre milioni di dollari per realizzare una campagna internazionale con i governi delle nazioni che hanno firmato accordi con Cuba nel campo della cooperazione medica. 17] L’obiettivo è “promuovere a Cuba, in America Latina e nelle organizzazioni regionali e internazionali, come la Commissione interamericana per i diritti umani e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite [una politica volta a] fare pressione sul regime cubano per migliorare le condizioni di vita dei medici e degli altri lavoratori.
Nell’ottobre 2019 Washington ha rifiutato di concedere il visto alla delegazione cubana, guidata dal ministro della Sanità pubblica José Ángel Porta, invitata al 57° Consiglio direttivo dell’Organizzazione Panamericana della Sanità. Questa decisione, in violazione delle convenzioni internazionali, ha impedito a Cuba di partecipare al più importante congresso sanitario regionale e di presentare il suo punto di vista sulla cooperazione medica.
Nel dicembre 2019, l’Organizzazione degli Stati Americani, un’entità notoriamente sotto l’influenza degli Stati Uniti, la cui sede centrale si trova a Washington e di cui Cuba non fa parte da quando è stata espulsa nel 1962, ha organizzato un incontro con il governo cubano.
La reazione dell’Avana
Il Ministero degli Esteri cubano ha denunciato la politica interventista e la campagna diffamatoria condotta dagli Stati Uniti. Secondo l’Avana Washington ha fatto pressione sul Guatemala per porre fine alla cooperazione medica con Cuba. “La persecuzione e la ricerca di informazioni ha incluso tentativi di interrogare il personale cubano da parte di “diplomatici” statunitensi proprio nei centri sanitari dove lavorano all’estero, anche in Nord Africa e in Medio Oriente”, hanno dichiarato le autorità dell’isola. I diplomatici hanno respinto tutte le accuse della Casa Bianca:
A Cuba sono stati formati gratuitamente 35.613 professionisti della salute provenienti da 138 paesi. Nel caso di nazioni con condizioni economiche più sfavorevoli, Cuba si assume praticamente i costi della collaborazione. Allo stesso modo, e in linea con la concezione delle Nazioni Unite di cooperazione tra paesi in via di sviluppo, questa viene offerta in altre nazioni sulla base della complementarietà e della parziale compensazione dei servizi forniti.
I tecnici e i professionisti cubani che partecipano a questi programmi lo fanno assolutamente liberamente e volontariamente. Durante lo svolgimento della loro missione, continuano a ricevere il loro stipendio completo a Cuba e hanno anche uno stipendio nel paese di destinazione, insieme ad altri benefici. Quando Cuba riceve un compenso per la cooperazione fornita, questi collaboratori hanno il merito di dare un contributo equo e totalmente legittimo al finanziamento, alla sostenibilità e allo sviluppo del sistema sanitario gratuito di massa, accessibile a tutti i cubani, così come ai programmi di cooperazione che si realizzano, senza alcun pagamento al nostro paese, in molte parti del mondo.
La cooperazione medica evidenziata dalle istituzioni internazionali
Le varie organizzazioni internazionali hanno messo in evidenza la cooperazione internazionale di Cuba. “Salvare vite umane: questo è ciò che Cuba fa qui e nel mondo”, hanno detto le Nazioni Unite, aggiungendo che l’isola “ha una lunga storia di cooperazione” con i Paesi del Terzo Mondo. “I medici cubani sono i primi ad arrivare e gli ultimi a partire” durante i disastri naturali, ha detto Ban Ki-moon, allora segretario generale dell’Onu.
Secondo José Di Fabio, rappresentante dell’OMS, “Cuba è un caso a parte per la sua capacità di risposta rapida, la sua volontà politica e l’esperienza dei suoi medici. Quello che Cuba è capace di fare è incredibile. C’è sia la volontà politica [dei leader] sia la volontà umana della popolazione. Quando c’è stato un terremoto in Pakistan, 2.000 medici sono arrivati in 48 ore. Sono stati i primi ad arrivare in Pakistan e gli ultimi a lasciare il Paese. Sono stati lì per sei mesi. La stessa cosa è successa ad Haiti.
Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
La cooperazione offerta da Cuba si colloca nel contesto della cooperazione Sud-Sud. Non è a scopo di lucro, ma è fornita come espressione di un principio di solidarietà e, per quanto possibile, di condivisione dei costi. Per anni, tuttavia, Cuba ha fornito aiuti come donazione ai Paesi più poveri, ed è stata molto flessibile riguardo alle forme o alle strutture che la collaborazione può assumere.
In quasi tutti i casi l’aiuto cubano era gratuito, anche se dal 1977 in poi la cooperazione con alcuni paesi ad alto reddito, fondamentalmente paesi produttori di petrolio, è stata sviluppata su base compensativa.
L’alto livello di sviluppo raggiunto da Cuba nel campo della salute, dell’educazione e dello sport ha fatto sì che il peso maggiore della cooperazione si concentrasse in questi servizi, anche se c’è stata la partecipazione in altri settori come l’edilizia, la pesca e l’agricoltura [27].
Attaccando la principale fonte di reddito dell’isola, l’amministrazione Trump sta seriamente minando il benessere della popolazione cubana, la cui economia dipende in gran parte dalla cooperazione medica. Allo stesso modo, Washington priva milioni di persone in tutto il mondo dell’unico accesso all’assistenza sanitaria di cui dispongono, mettendo così in pericolo le loro vite.
Note:
1. Laydis Milanés, «Claves para entender la colaboración médica cubana”, Cubahora, 8 de octubre de 2019. https://www.cubahora.cu/politica/claves-para-entender-la-colaboracion-medica-cubana(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
2. Fidel Castro, “Programa Integral de Salud”, 29 de marzo de 2014. http://www.fidelcastro.cu/es/internacionalismo/programa-integral-de-salud(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
3. Salim Lamrani, “Cuba’s Health Care System: A Model for the World”, The Huffington Post, 8 de agosto de 2014. http://www.huffingtonpost.com/salim-lamrani/cubas-health-care-system-_b_5649968.html(sitio consultado el 1 de abril de 2016).
4. Dr. Margaret Chan, “Remarks at the Latin American School of Medicine”, World Health Organization, 27 de octubre de 2009. http://www.who.int/dg/speeches/2009/cuba_medical_20091027/en/(sitio consultado el 30 de abril de 2016).
5. Prensa Latina, “Venezuela potencia programa asistencial de salud oftalmológica”, 3 de octubre de 2019.
6. Cuba Debate, «Apoyo de Cuba a la lucha contra el ébola responde a la solidaridad de su Revolución», 13 de septiembre de 2014. http://www.cubadebate.cu/noticias/2014/09/13/apoyo-de-cuba-a-la-lucha-contra-el-ebola-responde-a-la-solidaridad-de-su-revolucion/#.VBSAxVd42So(sitio consultado el 14 de septiembre de 2014).
7. Barack Obama, “Remarks by President Obama and President Raul Castro of Cuba in a Joint Press Conference”, The White House, 21 de marzo de 2016. https://obamawhitehouse.archives.gov/the-press-office/2016/03/21/remarks-president-obama-and-president-raul-castro-cuba-joint-press(sitio consultado el 3 de enero de 2020).
8. Barack Obama, “Remarks by President Obama to the People of Cuba”, The White House, 22 de marzo de 2016. https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/03/22/remarks-president-obama-people-cuba(sitio consultado el 4 de abril de 2016).
9. Organisation mondiale de la santé, «Premio de Salud Pública en memoria del Dr. Lee-JonkWook 2017 – Contigente Henry Reeve (Cuba)”, 26 de mayo de 2017. https://www.who.int/mediacentre/events/2017/wha70/lee-jong-wook-prize/es/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
10. Organización Panamericana de la Salud & Organización Mundial de la Salud, “Estrategia de cooperación País OPS/OMS. Cuba 2018-2022”, 2018, p. 1. https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/275329/ccs-cub-2018-2022-spa.pdf?ua=1(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
11. U.S. Department of State, “Trafficking in Persons Report”, junio de 2019, p. 162. https://www.state.gov/wp-content/uploads/2019/06/2019-Trafficking-in-Persons-Report.pdf(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
12. U.S. Department of State, “A Call to Action: First-Hand Accounts of Abuses in Cuba’s Overseas Medical Missions”, 26 de septiembre de 2019. https://www.state.gov/a-call-to-action-first-hand-accounts-of-abuses-in-cubas-overseas-medical-missions/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
13. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, 5 de diciembre de 2019. http://www.minrex.gob.cu/es/la-cruzada-de-estados-unidos-contra-la-cooperacion-medica-internacional-de-cuba(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
14. Ministerio de Salud Pública de la República de Cuba, “Firman Cuba y Ecuador acta de terminación de los convenios de cooperación”, 19 de noviembre de 2019. https://salud.msp.gob.cu/?p=2882(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
15. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, op. cit.
16. Jim Wyss & Nora Gámez Torres, “’Bravo Bolivia,’ Washington Says, But Violence Persists Amid Elections Worries”, The Miami Herald, 20 de noviembre de 2019. https://www.miamiherald.com/news/nation-world/world/americas/article237547904.html(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
17. Lise Alves, “Cuba’s Doctors-Abroad Program Comes Under Fire”, The Lancet, 28 de septiembre de 2019. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)32214-7/fulltext(sitio consultado el 4 de enero de 2020).
18. Tracey Eaton, “USAID Plansto Spend Up to $3 Million to Investigate Cuban Doctors”, Cuba Money Project, 6 de agosto de 2019. http://cubamoneyproject.com/2019/08/06/doctors/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
19. France 24, « EEUU niega visa a ministro de Salud de Cuba para reunión de OPS”, 1 de octubre de 2019. https://www.france24.com/es/20191001-eeuu-niega-visa-a-ministro-de-salud-de-cuba-para-reuni%C3%B3n-de-ops(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
20. Organización de Estados Americanos, “OEA acogerá conferencia ‘La oscura realidad detrás de las misiones médicas cubanas”, 16 de diciembre de 2019. https://www.oas.org/es/centro_noticias/comunicado_prensa.asp?sCodigo=AVI-265/19(sitio consultado el 2 de enero de 2020).
21. Marion Smith, “Communist Cuba Enslaves Physicians”, The Wall Street Journal, 25 de diciembre de 2019.
22. U.S. Citizenship and Immigration Services, “Cuban Medical Professional Parole (CMPP) Program”, 12 de enero de 2017. https://www.uscis.gov/humanitarian/humanitarian-parole/cuban-medical-professional-parole-cmpp-program(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).
23. Mario J. Pentón, « Cuban Physicians Still Abandoning Missions Abroad Despite End to U.S. Parole Program”, The Miami Herald, 12 de marzo de 2018.
24. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, op. cit.
25. Ricardo López Hevia, “En fotos, Ban Ki-moon visita la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM)”, Cubadebate, 28 de enero de 2014.
26. Diario do Centro de Mundo, “Entrevista: ‘é incrível o que Cuba pode fazer’, diz OMS sobre ajuda contra ebola”, 23 de octubre de 2014. http://www.diariodocentrodomundo.com.br/entrevista-e-incrivel-o-que-cuba-pode-fazer-diz-oms-sobre-ajuda-contra-ebola/(sitio consultado el 4 de enero de 2020).
27. Programme des Nations unies pour le Développement, Investigación sobre ciencia, tecnología y desarrollo humano en Cuba, 2003, p.117-119. Investigación sobre Ciencia, Tecnología y Desarrollo Humano en Cuba 2003 | Human Development Reports(sitio consultado el 4 de enero de 2020).
Dottore in Studi iberici e latinoamericani presso l’Université Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani è professore all’Université de La Réunion e specialista in relazioni USA-Cuba. Il suo ultimo libro si intitola Cuba, parola alla difesa, Hondarribia, Editorial Hiru, 2016. http://www.tiendaeditorialhiru.com/informe/336-cuba-palabra-a-la-defensa.html Facebook: https://www.facebook.com/SalimLamraniOfficiel