di G. C.
Dopo aver analizzato la biografia di Andrey Beletsky andiamo a vedere i profili degli altri gentlemen azoviti.
Igor Mikhailenko
Vice comandante di Azov. Ha partecipato a scontri con la polizia durante la marcia degli “eroi banderisti dell’UPA”, il 18 ottobre 2008, per la quale è stato arrestato per diversi giorni, insieme ad altri militanti dell’organizzazione. Fino alla fine dell’inverno del 2014 è stato trattenuto nel centro di detenzione preventiva di Kharkov. Rilasciato nel febbraio 2014 assieme a Andrey Beletsky, eminenza grigia del Battaglione Azov.
Quasi subito dopo la sua scarcerazione, insieme a Beletsky, ha co-fondato il distaccamento ucraino del Corpo degli Uomini Neri (in contrapposizione ai cosidetti “uomini verdi” filo russi). Ha partecipato all’assalto a un club privato e all’attacco del 5-7 maggio 2014 a Mariupol.
Maxim Zhorin
L’11 luglio 2012, durante una discussione in un dormitorio studentesco, Maxim Zhorin ha iniziato a picchiare il camerunese William Ashille, che ha reagito colpendolo con un coltello.
Nell’agosto 2016 – settembre 2017 è stato comandante del reggimento Azov. È stato riconosciuto come l’organizzatore del bombardamento di una manifestazione, il 9 maggio 2017 (Giorno della Vittoria), nel villaggio di Bezymennoe nel Donbass.
Nel marzo 2020 è stato uno dei partecipanti attivi all’interruzione della presentazione del partito di opposizione “Piattaforma nazionale per l’unità e la riconciliazione”.
Igor Mosiychuk
Ex vice comandante del battaglione Azov.
Nel 2006 Mosiychuk era ricercato per rapina, e successivamente per mancato pagamento degli alimenti. Nel 1998, Mosiychuk si è unito al Partito Social-Nazionalista dell’Ucraina, è entrato a far parte dell’organizzazione di estrema destra Patriota dell’Ucraina/Assemblea Social Nazionale (ASN). Nel 2011 è diventato membro del comitato esecutivo dell’ASN.
Il 22 agosto 2011, a Vasilkov, nella regione di Kiev, gli ufficiali della SBU hanno sequestrato un ordigno esplosivo e hanno arrestato Mosiychuk assieme a due complici, accusandoli di aver preparato un attacco terroristico per il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina a Kiev, e di aver minato il monumento a Lenin a Boryspil. Il 10 gennaio 2014 il tribunale lo ha condannato, insieme ai suoi complici, a sei anni di carcere.
Dopo la vittoria dell’Euromaidan, è stato rilasciato insieme agli altri imputati, il 27 febbraio 2014 per la legge sulla riabilitazione dei “prigionieri politici”. Il 24 febbraio 2014, a nome di “Settore Destro”, ha promesso d’inviare un “treno di squadristi in Crimea”. Secondo i ricercatori del centro analisi RAND, questa affermazione è diventata uno dei principali errori della parte ucraina e un catalizzatore per la crescita dei sentimenti “anti-Kiev” in Crimea, che ha contribuito alla sua annessione alla Russia.
Il 16 maggio 2015, la polizia di Kiev ha arrestato 14 adolescenti che stavano distruggendo la targa commemorativa del maresciallo Georgy Zhukov. Mosiychuk ha premuto per rilasciare i detenuti insultando la memoria del maresciallo sovietico. Franz Klintsevich, un deputato russo ha definito le dichiarazioni di Mosiychuk “autentico fascismo”.
Nel dicembre 2016, Mosiychuk ha ammesso di aver dato istruzioni al telefono dal centro di detenzione preventiva sull’attacco ai Berkut (reparti antisommossa) durante l’Euromaidan: “Sfortunatamente, non ho lanciato pietre e bottiglie molotov ai Berkut, ma ho coordinato per telefono coloro che l’hanno fatto dalla prigione”.
Mosiychuk è un eroe delle risse televisive. Il 9 dicembre 2014, nello studio di un canale TV, il mite Igor ha attaccato un deputato gridando: “Sei feccia e non hai il diritto di stare in parlamento”.
Il 21 luglio 2015, Mosiychuk, insieme ad altri membri del suo partito, ha preso parte al pestaggio di un candidato al parlamento e di un presentatore televisivo. Come risultato del pestaggio, anche a un altro candidato è stato rotto un dente, e inoltre è stato aggredito un altro candidato ancora. Il pubblico ministero ha avviato un procedimento penale per teppismo di gruppo.
All’inizio di agosto 2015, a Odessa, Igor Mosiychuk ha aggredito un automobilista dopo un diverbio. Secondo testimoni oculari, Mosiychuk ha preso a pugni l’autista attraverso il finestrino aperto dell’auto.
Il 15 novembre 2016, nuova aggressione di un deputato direttamente in parlamento, dove era potuto entrare grazie un lasciapassare rilasciato dall’Ufficio di Yulia Tymoshenko.
Il 18 luglio 2017, Igor Mosiychuk ha provocato una rissa ancora con un altro deputato vicino alla sede del tribunale di Kiev. Nei pressi dell’edificio si è svolta una manifestazione di attivisti del Partito Socialista. Mosiychuk era ubriaco e iniziò a calpestare le bandiere del Partito socialista. Quindi Mosiychuk sputò in faccia al suo avversario e ne seguì una rissa.
Mikheil Saakashvili, l’ex presidente georgiano, avrebbe detto, riferendosi a lui: “Se Bandera fosse vivo, distruggerebbe prima di tutto i funzionari corrotti”. Mosiychuk gli è corso incontro con un bastone.
Durante una sessione in un consiglio regionale, c’è stata una rissa a sediate tra Mosiychuk e i suoi ex camerati di “Svoboda” (nazisti ripuliti) che lo hanno accusato di provocazioni.
Durante una trasmissione un deputato gli ha chiesto se avesse partecipato a una sorta di Gay Pride, alludendo all’orientamento sessuale del leader del Partito Radicale Oleg Lyashko, di estrema destra e suo amico. Dopo uno scambio di insulti, Mosiychuk, che si è alzato e l’ha colpito con una bastonata. Il 24 dicembre 2018, Mosiychuk ha avuto un’altra rissa in TV dopo aver accusato un commentatore politico di essere al soldo di Kadyrov.
Le tendenze neonaziste degli azoviti sono ormai riconosciute e fuori discussione.
Il 17 settembre 2015, il procuratore generale dell’Ucraina ha accusato Mosiychuk di avere ricevuto una tangente. Il parlamento ha dato l’assenso all’arresto. Mosiychuk è stato arrestato e accusato in base a 5 articoli del codice penale ucraino: ricezione di un illecito beneficio da parte di un funzionario, teppismo, minaccie e violenze nei confronti di un funzionario e un giudice, ingerenza nell’attività della magistratura. Subito dopo il fermo, è stata effettuata una perquisizione nella sua auto, a seguito della quale è stata trovata una pistola.
Nell’ottobre 2017, Igor Mosiychuk è venuto a una riunione del parlamento indossando un orologio Roger Dubuis del valore di 16.658 dollari e aveva anche un orologio da polso Easy Diver in edizione limitata.
Nel dicembre 2017, gli ufficiali della finanza hanno perquisito le case degli assistenti di Mosiychuk. Ciò era dovuto all’informazione che avrebbero potuto conservare documenti e altre prove su dichiarazione false, nonché sull’arricchimento illegale.
Oleg Odnorozhenko
Vice comandante di “Azov”.
Odnorozhenko è uno dei leader dell’Assemblea Social-Nazionale di cui si definisce ideologo. Ritiene necessario ripristinare il predominio della razza bianca nei paesi a “popolazione non bianca”. Secondo Odnorozhenko, la piattaforma politica di Azov è la naziocrazia, un sistema di governo proposto dai fascisti banderisti dell’OUN negli anni Trenta e Quaranta.
Nel giugno 2009, Oleg Odnorozhenko è stato accusato di aver preso parte a un pestaggio di gruppo di un attivista a Kharkov, in relazione al quale è stato avviato un procedimento penale per teppismo.
La sera del 5 luglio 2012, Odnorozhenko è stato arrestato a Kiev come sospetto in un procedimento penale di teppismo e trasferito a Kharkov allo scopo di condurre azioni investigative. Il 1° novembre 2012, è stato rilasciato su cauzione dal tribunale distrettuale di Kharkov. Il 23 dicembre 2013 la misura preventiva nei suoi confronti è stata modificata in detenzione in un centro di custodia cautelare.
Dopo il suo rilascio, ha preso parte attiva allo sviluppo del battaglione “Azov”, diventandone il vice comandante.
Yaroslav Babich
Con lo scoppio della guerra nel Donbass, Babich divenne uno dei fondatori del Battaglione Azov. Nel giugno-ottobre 2014 è stato a capo del centro di addestramento e mobilitazione del battaglione. Morto in circostanze misteriose. Probabilmente vittima dei suoi stessi camerati.
Sergey Korotkikh
Nomi di battaglia: Malyuta, Botsman
Ricercato in Russia e Bielorussia per rapimenti, omicidi, torture.
Nel 1999 è entrato a far parte dell’organizzazione regionale bielorussa dell’Unità nazionale russa (UNR), dove è diventato capo del servizio di sicurezza. È stato introdotto nell’organizzazione da Valery Ignatovich, condannato nel 2002 per l’omicidio di cinque persone e il rapimento del giornalista Dmitry Zavadsky. Nel 1999, ha preso parte a una lotta tra gli attivisti dell’UNR e un’altra banda di destra. Korotkikh l’ha definito la lotta “un normale regolamento dei conti”.
Korotkikh si è trasferito poi in Russia, dove divenne uno dei leader della Società Nazionalsocialista (NSO), una delle organizzazioni neonaziste più violente della Russia.
Nel 2008, molti membri dell’NSO sono stati arrestati con l’accusa di numerosi omicidi, ma Korotkikh è rimasto latitante. Nel febbraio 2013, Korotkikh è stato arrestato per uno scontro con antifascisti bielorussi, durante il quale ha pugnalato un avversario. Nel 2012, la polizia ha riferito di aver identificato la persona che ha fatto detonare l’esplosivo in un attentato in una piazza di Mosca, si trattava di Korotkikh.
Korotkikh è accusato in Russia dell’omicidio di un daghestato e di un tagiko accanto a una bandiera nazista. Il video di questo omicidio è diventato famoso con il titolo “Esecuzione di un Tagico e un Dag”. Il documentarista israeliano Vladi Antonevich collega questo omicidio a Korotkikh.
Nell’agosto 2021, il Comitato Investigativo della Russia ha accusato Sergey Korotkikh dell’assassinio di due o più persone commesse da un gruppo motivato da odio politico, ideologico, razziale, nazionale o religioso. Era già stato indagato per diversi crimini in precedenza, tra cui l’assassinio di giornalisti, ma è sempre sfuggito alla punizione. Alcuni dei gruppi a cui si è unito Korotkikh hanno pubblicamente elogiato la Germania nazista e Adolf Hitler e hanno dichiarato la “guerra razziale”. Un vero gentleman come si vede. Korotkikh è riparato in Ucraina e naturalmente è stato immediatamente nominato comandante di un reparto della Milizia Territoriale (Kyiv Post, 1 ottobre 2021).
Il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko gli ha consegnato personalmente il passaporto dell’Ucraina e lo ha ringraziato.
Al battaglione Azov, prendono parte anche altri nazionalisti russi, tra cui Roman Zheleznov (“Zukhel”) del movimento Restrukt e Alexander Parinov della banda BORN. Zheleznov fu l’ideologo dell’associazione “Wotan Jugend“, che proclamò Adolf Hitler come unico leader, divenne il capo del reggimento dei “Corpi Russi” che innalzano i vessilli dei vlasoviti russi filonazisti. Oggi un gruppo vlasovita combatte con le Forze armate ucraine.
Battaglione Svoboda, con la bandiera adottata, durante la Grande Guerra Patriottica, dai collaborazioni filo-nazisti del Generale Vlasov.
Nella primavera del 2014, Korotkikh partecipa al conflitto militare nell’est dell’Ucraina come parte del battaglione Azov. Nel 2015-2017 ha diretto il dipartimento per la protezione degli elementi d’importanza strategica, presso il Ministero degli affari interni dell’Ucraina. Dal 2017 è impegnato in politica come membro del Partito dei Corpi Nazionali, guidato dal capo del reggimento Azov, Andrei Biletsky.
Nel gennaio 2021, il documentarista israeliano Vladi Antonevich, che si è infiltrato nelle bande neonaziste durante la preparazione del film “Credit for a Kill”, ha pubblicato una lettera presumibilmente scritta da un loro membro, che accusa in particolare Sergei Korotkikh di una serie di omicidi.
Korotkikh è un caro amico di Alexander Avakov, figlio dell’ex ministro degli Affari interni dell’Ucraina Arsen Avakov.
Nel presentare la sua dichiarazione dei redditi per il 2015, Korotkikh ha indicato uno stipendio mensile di circa 237 dollari, mentre nel 2015, secondo la dichiarazione, Sergey Korotkikh ha acquistato due appartamenti per un valore di circa 76mila dollari, un aereo per 1,2 milioni di dollari. Anche Korotkikh ha un orologio del valore di circa cinquemila dollari, e una penna Montegrappa da 4,3mila dollari, inoltre Sergey Korotkikh ha indicato nella sua dichiarazione di avere contanti per un importo di 223mila dollari, 135mila euro e 500mila grivna, oltre a questo, una certa persona gli deve altri 565 mila euro.
Da dove venivano i cadaveri per le strade di Bucha o nelle fosse comuni? E chi sono queste persone? Parecchi senz’altro vittime della guerra e degli scontri tra i due eserciti. Una delle fosse comuni fu creata notoriamente per dare sepoltura alle prime vittime della guerra. Un’altra risposta potrebbe risiedere nel video della difesa territoriale dell’Ucraina, dove un soldato chiede: «Ci sono persone senza bracciali blu, posso sparargli?» «Sparagli, cazzo» è la risposta. Il video sarebbe stato originariamente caricato da un leader della milizia che per prima è entrata a Bucha. Si dice che questo sia per l’appunto Korotkikh. Recentemente si è ritornati a parlare proprio delle esecuzioni dei “collaborazionisti” a Bucha.
Oleg Valeryevich Lyashko
La storia criminale di Lyashko inizia alla buonora. Il 21 giugno 1993 il nostro viene arrestato con l’accusa di “furto di beni demaniali”. Il 9 dicembre 1994, il tribunale cittadino di Kiev ha emesso un verdetto in cui Lyashko è stato ritenuto colpevole di aver commesso vari crimini. Il tribunale ha ritenuto Lyashko colpevole di “furto di beni di proprietà statali per un importo di 1 milione 300 mila karbovanet (moneta ucraina del tempo) e beni di proprietà collettiva per un importo di 1 milione 100 mila karbovanet” e lo ha condannato a 6 anni di carcere con confisca delle proprietà.
Nel 2001, per i materiali sul giornale Svoboda sul vice primo ministro del tempo, che il tribunale ha riconosciuto come calunnia, Lyashko è stato condannato a due anni di libertà vigilata.
Il 4 maggio 2014 si tenne una riunione alla quale hanno partecipato il deputato del consiglio comunale di Mariupol, Alexander Yaroshenko, l’attivista di Euromaidan Yaroslav Gonchar, Oleg Lyashko , l’addetto stampa dell’Assemblea nazionale socialista” Igor Mosiychuk e i suoi “uomini neri”, e il politico Dmitry Korchinsky. Nasce così il Battaglione Azov la cui base militante proviene dalle organizzazioni razziste e neonaziste Assemblea Social-Nationale e Patriota dell’Ucraina, guidate da Andriy Biletsky, attivisti di “Euromaidan” e varie centinaia di membri dei Gruppi di Autodifesa di Maidan. Successivamente arrivano i rappresentanti degli ultras delle squadre di calcio Dynamo (Kiev) e Shakhtar (Donetsk), Metalist (Kharkov), membri del partito della Fratellanza di Dmitry Korchinsky (la cosiddetta “Centuria di Gesù Cristo”), attivisti banderisti dell’OUN, membri della Confraternita dei fucilieri cosacchi. Secondo Lyashko, il battaglione è in parte, “forse anche per metà”, composto da persone con precedenti penali.
Il 23 maggio 2014, presunti membri del battaglione Azov comandati da Lyashko hanno attaccato l’edificio del consiglio comunale a Torez, dove si trovavano i sostenitori della Repubblica popolare di Donetsk, e ucciso almeno due persone.
Il 13 novembre 2014, Oleg Lyashko ha dichiarato che il Partito Radicale, da lui fondato, si rifiuterebbe di unirsi alla coalizione se l’Ucraina avesse firmato un accordo per la fornitura di carbone con la Russia, sostenendo così l’aggressore.
Nelle esibizioni di forza i neonazisti ucraini hanno dovuto confrontarsi perlopiù con i ratti delle fogne dell’Azovstal.
Amnesty International ha affermato che, a suo avviso, le azioni di Oleg Lyashko e dei suoi sostenitori armati, inclusi rapimenti e maltrattamenti di persone, sono una flagrante violazione delle norme legali internazionali, che affermano chiaramente che solo le autorità statali autorizzate possono arrestare e detenere persone. L’organizzazione ha anche registrato la vulnerabilità della gente comune da parte di funzionari corrotti, nonché il fatto che le autorità ucraine non indagano adeguatamente sulle violazioni dei diritti umani e non assicurano i trasgressori alla giustizia. Secondo l’organizzazione, date le circostanze straordinarie in cui versa l’Ucraina, il fatto che gli autori continuino a godere dell’impunità mina ulteriormente lo stato di diritto.
Il 10 settembre 2015, il Comitato Investigativo della Federazione Russa ha aperto un procedimento penale contro Lyashko, e i combattenti del Reggimento Nazionale Azov con l’accusa di rapimento di un residente a Mariupol. Il procedimento penale è stato avviato sulla base dei reati previsti dal Codice penale russo (rapimento, tortura, uso di mezzi e metodi di guerra proibiti).
Il 15 luglio 2016, il procuratore generale dell’Ucraina ha avviato un procedimento penale contro Lyashko per aver minacciato il procuratore della regione di Chernihiv. L’indagine è iniziata da una registrazione di incontri segreti tra Oleg Lyashko e Rinat Akhmetov, in cui si minacciavano azioni violente contro un agente delle forze dell’ordine al fine d’impedirgli di svolgere le sue funzioni.
Per la sua propensione per gli scandali e il comportamento oltraggioso, Lyashko è stato ripetutamente chiamato lo “Zhirinovsky ucraino”.
Fino all’inizio di agosto 2014, Azov, allora ancora un battaglione, è stato finanziato da Igor Kolomoisky. Nel 2016 Boris Filatov, vice governatore della regione di Dnepropetrovsk, uomo fedele all’oligarca, ha ripetutamente attaccato Lyashko in modo osceno e aspro per le sue attività durante il conflitto armato nell’est dell’Ucraina. Filatov ha annunciato che il finanziamento dei battaglioni Azov e Shakhtersk era stato interrotto in relazione alle dichiarazioni del “fascista Mosiychuk” e alle azioni di Lyashko.
Lyashko ha accusato l’oligarca Kolomoisky, già finanziatore del Battaglione Azov, di aver portato sua madre in uno stato pre-infarto, lo ha definito “museruola sfocata” (un accenno volgare all’origine ebraica di Kolomoisky) e minacciato di ucciderlo se succedesse qualcosa a sua madre.
Lyashko, durante un dibattito TV, ha chiesto deputato Andriy Gerus di fermare l’importazione di elettricità dalla Russia. A seguito della colluttazione che ne seguì, Lyashko afferrò la maglia del suo avversario strappandola. In seguito sui social i due si scambiarono pesanti accuse: Lyashko accusava Gerus di importare elettricità russa, e questi considerava Lyashko un lobbista dell’imprenditore Rinat Akhmetov nell’acquisto di carbone.
Il 5 ottobre 2010 è apparso su Internet un video del 1993, in cui Lyashko racconta all’investigatore della procura della sua relazione omosessuale con un funzionario di alto rango, che lui chiama “Borya”, dopo essere stato persuaso da promesse di aiuto nella sua carriera.
Nel gennaio 2012, un sedicenne ha accusato Lyashko di stupro. Il 15 luglio 2012, il tentativo di Oleg Lyashko di portare due alunni, di 12 e 14 anni, di un collegio di Yalta con lui in Turchia è stato fermato. Il 13 maggio 2014 si è appreso che in Crimea è stata avviata un’inchiesta su questo fatto.
Denis Prokopenko
Il 19 marzo 2022, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha assegnato il titolo di Eroe dell’Ucraina ai comandanti di due unità che hanno continuano la difesa di Mariupol nelle fogne, loro luogo d’elezione: Denis Prokopenko del Reggimento Azov e il comandante della 36a brigata di marina Volodymyr Baranyuk. Il primo è soprattutto noto per la moglie che si è fatta ricevere da Papa Ciccio per chiedere di salvare il culo a quei buoni cristiani degli azoviti dell’Azovstal, sebbene fedeli di Odino.
Una bella accozzaglia di gentiluomini, come si vede. Non si sono fatti mancare niente: furto di proprietà pubbliche, omicidi, stragi, pedofilia, apologia del nazismo, corruzione. Però sono affezionati lettori di Kant e forse persino con tendenze LGBT.
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