La solita ipocrisia di Obama e del G8

di Andrea Genovali

obama g8 campdavid 2012Al G8 Obama continua a recitare la farsa degli aiuti all’Africa. Quegli aiuti che uno come Thomas Sankara avrebbe rifiutato sdegnosamente perché portatori di altri debiti e di altre catene in mano ai paesi occidentali. Adesso Obama riprende la novella della partnership fondata sulla collaborazione fra pubblico e 45 compagnie private di tutto il mondo, tre anche africane perché business is business, affinché stanzino 3 miliardi di dollari per rafforzare la produzione agricola dei paesi africani. Magari per accaparrarsi meglio le terre subsahariane attraverso il land grebbing. In molti guardano alla presenza cinese in Africa con grande preoccupazione ma non dicono una parola delle devastanti politiche neo colonialiste dei paesi europei e occidentali in quelle terre. La povertà e il saccheggio che per secoli hanno subito i popoli africani ricade pesantemente ed interamente in primo luogo sui paesi europei e sugli Stati Uniti e, secondariamente, sulle elites corrotte africane formatesi nelle università francesi, inglesi e statunitensi.

Le stesse operazioni di decolonizzazione degli anni Sessanta sono state in gran parte vanificate sia da una sporca guerra di bassa intensità, sia militare che commerciale, da parte delle ex potenze coloniali contro i nuovi gruppi dirigenti dl continente, sia come nel caso di Sankara in Burkina Faso, e non solo, annientate con colpi di stato militari guidati da Cia e altri servizi di intelligence europei attraverso anche il supporto militare.

Per questo la presenza della Cina che, tenendo fermi i suoi legittimi interessi nazionali (oppure per noi gli interessi nazionali da tutelare sono solo quelli degli Usa?), adottano politiche che non devastano i paesi africani ma, anzi, al contrario, creano infrastrutture, ospedali, formano personale in loco e costruiscono tutte quelle strutture necessarie per far sì che i paesi africani possano raffinare i loro prodotti energetici e minerari in modo da cessare di essere solo paesi esportatori a basso costo di materie prime fondamentali per i paesi cosiddetti sviluppati.

In tutto questo gli interessi nazionali del nostro paese potrebbero essere tutelati molto meglio da Monti attraverso la nascita di una politica vera di partenariato paritario e non rapace con i paesi africani che possono indicarci un cammino alternativo alla nostra sudditanza atlantica e rappresentare un possibile futuro per noi e l’Europa. Ma, ovviamente, per fare questo sarebbero necessarie idee e politiche non fondate sulla difesa delle banche e dei potentati economici ma una visione complessiva dei veri interessi dei popoli europei e italiano nel particolare. E i governi Berlusconi e ora quello Monti non avevano, e non ha, nei proprio presupposti la difesa di questi interessi ma solo quelli della banche.